venerdì 30 dicembre 2011

E a te cosa dice l'oroscopo?

Zodiaco viennese [fonte: Wikipedia]

Va be', nessuno ci crede perché son solo superstizioni... però la sbirciatina ce la diamo tutti, quando leggiamo il quotidiano di corsa col caffè in mano e l'orologio sott'occhio.
E allora... vediamo cosa dice il nostro Zebuk-oroscopo, che con lo staff abbiamo studiato in una speciale versione letteraria!
"Cerca di pensare che la vita è una scatola di biscotti. [...] Hai presente quelle scatole di latta con i biscotti assortiti? Ci sono sempre quelli che ti piacciono e quelli che no. Quando cominci a prendere subito tutti quelli buoni, poi rimangono solo quelli che non ti piacciono. E' quello che penso sempre io nei momenti di crisi. Meeglio che mi tolgo questi cattivi di mezzo, poi tutto andrà bene. Perciò la vita è una scatola di biscotti." Haruki Murakami


Siete curiosi? E allora su, andate a sbirciare! Cosa suggerisce il vostro oroscopo per questo mese a cavallo tra vecchio e nuovo anno?


Con l'occasione... BUON ANNO A TUTTI QUANTI!!!

martedì 27 dicembre 2011

Aspettandoti

Non manca tanto, ormai.
Poco meno di due mesi e tu, piccolo nuovo Cuoricino, sarai qui con noi.
E io ancora non riesco a credere a questo miracolo, a questo splendido miracolo che è la vita. 
E me ne sto lì, stesa e assorta a guardare quella pancia che si muove di continuo, quella pancia abitata che non smette mai di farsi sentire. E vedere.


Ti aspetto, Cuoricino.
Ti parlo anch'io di continuo, ti racconto le coccole e le carezze di papà e i baci e le grida della sorellona, che già ha programmato tutte le tue giornate, dal cambio del pannolino alla passeggiata al parco ai giochi sul tappeto nella vostra cameretta.
Ti racconto quanto sarà bello stare tutti e quattro insieme, vicini vicini in questa casetta che nessuno di noi vuole lasciare, sebbene cominci a starci stretta davvero...
Ti racconto che ci sarà sempre posto per le risate e le coccole, in questa minuscola casetta, e che faremo di tutto per farvi crescere felici
Ti parlo anche dei momenti meno gioiosi, che ci saranno, ma che affronteremo insieme, in un abbraccio solido e forte
E anche quando sarai triste, saprai che vicino a te ci sarà sempre qualcuno.


Tu ti muovi e ti fai sentire, anche ora che sto scrivendo. 
E io continuo a guardare incantata questa pancia, aspettandoti.


E ti parlo dei disegni che PM fa per te,
della scatola tutta decorata che abbiamo preparato insieme e dove abbiamo messo le sue cosine, quelle che ha deciso di prestarti quando sarai nato
ti descrivo gli attimi in cui la trovo assorta
e, se le chiedo a cosa pensa, mi risponde che pensa a te, a quando nascerai, a quando sarai con noi...
Mi sciolgo in un abbraccio quando parla così
perché mi sembra così piccola e così grande insieme


Un altro giro su te stesso
e sei ancora lì a farmi sentire la tua presenza


Mi avvolgo intorno a te
e scopro di nuovo la voglia di nido
di coccole calde
e di stoffe morbide
di dolci cioccolate e profumi delicati


Ancora una volta
una serenità infinita
mi invade


Ti aspetto, Cuoricino mio
ma tu stattene qui in questa pancia ancora per un po', ancora per tutto il tempo che serve
non aver fretta di uscir fuori
tu cresci e continua a muoverti
e fatti tutti i giri che vuoi
preparati alla vita


Anche noi, intanto, ci stiamo preparando per te

sabato 24 dicembre 2011

Coccole: un Natale più... Parole di Carta!

Anna la seguo da un po'.
Scrivo poco sul suo blog ma leggo quello che scrive lei. E ammiro quello che fotografa. E mi sciolgo su ogni sua ricetta.
(badate bene: questo non è un post celebrativo ma una descrizione realistica della realtàAnna è così: non per niente è Anna the nice...)

Poi un giorno vedo una foto, questa:


e clicco: appare il suo blog. E' il suo swap di Natale per questo 2011.

Come non partecipare?
Si parla di libri e di parole.
Si parla di cose da dire, lettere da inviare, sentimenti da manifestare, parole da scrivere di getto, libri che ci hanno cambiato la vita.

La mia scelta è già fatta, le parole scorrono sul foglio, a notte fonda, quando tutti in casa dormono un sonno profondo... racconto una storia, semplice ma piena di significati per chi l'ha vissuta davvero.

Una storia vera, che ha dato la forza ed il coraggio di andare avanti a chi l'ha vissuta.

Aspetto l'abbinamento, impacchetto e spedisco... spero che chi la riceverà sappia trovarci tutto il buono che c'è. Spero che ci trovi quella forza che hanno avuto i protagonisti!

Buon Natale di parole dette col cuore, a tutti voi...

giovedì 22 dicembre 2011

Coccole: un Natale più... Essenziale



ESSENZIALE è il termine che mi ha lasciato Gabri in questo post.


Quanto ha ragione: ESSENZIALE è il termine giusto. 
Quest'anno (complice forse quel raptus di pulizia zen di inizio anno ma non solo quello...) mi sono tornati alla mente i Natali del tempo passato, come in una specie di Canto di Natale alla Dickens...): quelli in cui, da bambina, andavo a letto la sera di Natale con la segreta speranza che i miei desideri fossero esauditi, con i piccoli sensi di colpa per quelle volte che non ero stata proprio ubbidiente... felice di aver passato una bella serata con mamma e papà, noi tre soli, con una cenetta semplice, di quelle "da vigilia", ma preparata con tanto amore.
E tutti insieme.


La mattina poi, mi alzavo per prima e correvo subito sotto l'albero: il 45 giri de La Tartaruga di Bruno Lauzi è uno dei miei ricordi più forti e indimenticabili di quei Natali (qualcuno di voi sa di cosa parlo?)
Babbo Natale mi aveva ascoltato anche quell'anno, ero stata brava, allora, me lo ero davvero meritato! :)
L'unico regalo sotto l'albero era stato quello, ma era proprio quello che io avevo tanto desiderato... (Lo avrei ascoltato mille e mille e mille volte da quel giorno in poi... ma ne riparleremo, nell'anno nuovo... ;))


Non c'era altro più importante di quell'atmosfera.
Non c'erano cenoni, ricevimenti in pompa magna, visite a sorpresa del vero Babbo Natale, quello in carne e ossa.
Non c'erano corse all'ultimo pacchetto, non c'era l'ansia di dover fare mille regali a tutti i parenti e conoscenti... si stava insieme, in famiglia, con poche cose e tanta gioia, ed era bello così. Ci scambiavamo gli auguri e il panettone. Quello del pacco...
(Ogni tanto rileggendo questi discorsi mi sento un po' una specie di vecchietta, che parla dei vecchi tempi con quella nostalgia che fa luccicare gli occhi... in realtà sono felice del mio 'oggi'. 
Che è ancora fatto di poche cose, piccole, semplici e a volte banali. Ma fatte col cuore.)


Essenziale.
Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi [Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo Principe]
Queste parole sono davvero piene zeppe di significati: ognuno di noi può trovarci quello più adatto alla situazione che sta vivendo e in ogni occasione può scoprirci un diverso significato.
Sì, quest'anno cercheremo di ritrovare ancor più questo spirito. Semplice ed essenziale. Pieno d'amore e di armonia. Con la pace nel cuore, soprattutto.
A tutti voi lo stesso augurio.

martedì 20 dicembre 2011

Writing Tuesday: Idea

Appuntamento col Writing Tuesday
da un'idea di silbietta


Fuori tutto tace.
L'aria è umida, zuppa di pensieri e di parole non dette. Di cose non fatte.
Siamo in pochi, qui dentro, quasi tutti. 
C'è silenzio.


Anzi, un mormorio giunge ogni tanto, non so da dove, ma forse è solo il rimuginare di vecchie ragioni e torti subiti.


Ho un pensiero in mente da tempo, un'idea, scappare via, lontano da qui, all'improvviso, senza avvertire. Prendere tutte le mie cose e chiudermi la porta alle spalle. Senza dire niente. Chiudere per sempre questo capitolo, da tempo in agonia, ricominciare con una nuova vita, con nuove idee, con nuovo entusiasmo...
ma poi? e se? e gli altri?
le domande arrivano a fiotti, come sangue da una profonda ferita aperta all'improvviso
i dubbi l'angoscia l'incertezza
le paure i timori si fanno sempre più potenti di fronte agli occhi
il buio
il se
il ma
e domani?


Fuori pioviggina.
Si muovono leggermente le cime degli alberi, quelli più minuti, più deboli, quelli che non resisterebbero a una folata di vento un po' più energica.
Il resto è fermo, compatto, immobile.
La quercia
immota
mi guarda
scura
imponente
ferma
decisa
E' quella della mia infanzia
quella che mi ha visto sognare
quella che ha sentito i miei pianti
e le mie gioie.


Decisione.


Mi alzo
prendo le chiavi
chiudo la porta.

sabato 17 dicembre 2011

Il mio calendario 2012 l'ho fatto... qui!

Owl Lover 2012 Calendar


Eccola la fissa di quest'anno (2011-2012) al CircoloVizioso: i gufi.
Che anche se, almeno da noi, 'gufare' significa 'portar male', a me i gufi son sempre piaciuti, anzi: a dispetto di quel che ne dice la gente, secondo me sono proprio degli animali simpatici.
E allora, il mio calendario personale per il prossimo anno, l'ho fatto qui, da My Owl Barn, dove si trova sempre tutto quello che riguarda gufi e gufetti, con tanti spunti e idee creative ma non solo.
Il bello di questo calendario è che si possono scegliere i nostri soggetti preferiti tra le opere di 45 artisti: tutti parlano di gufi, ognuno interpretandoli alla propria maniera...

E voi? qual è l'immagine che vi ispira di più?

giovedì 15 dicembre 2011

Coccole: un Natale più... eco (-nomico e -logico)!

Ho un annuncio sensazionale da farvi!

Babbo Natale è passato da queste parti e mi ha raccontato che quest'anno, complice una brutta e complicata congiuntura astrale, incarterà i regali per tutti quanti solo ed esclusivamente con:


da Mamma Felice

- pagine di riviste usate, così:

su Cambiando Strada

- vecchie cartoline, magari rimaste accumulate nei cassetti (per fare anche pulizia zen, nel frattempo...!), così:

su Cambiando Strada

Perché anche lui si è accorto della crisi in corso. E nonostante dalle sue parti le cose vadano diversamente (almeno credo) si è reso conto di quanto sia importante fare eco... (-nomia ed -logia, s'intende...)

Le foto sono tratte dai siti indicati, se riesco a far foto decenti dei pacchetti, prima dell'apertura... giuro che le posterò, ok? :D 

martedì 13 dicembre 2011

Writing Tuesday: Circo

Appuntamento col Writing Tuesday
da un'idea di silbietta


Il Rossino.
I piccoli occhietti verdi così vicini tra loro, che ti guardavano ma non ti vedevano e andavano per la loro strada.
La sua pelle, bianca e lucente come ragnatela appena tessuta, tirata sul suo corpo striminzito, che sembrava che da un momento all'altro si strappasse.
Le lentiggini che gli riempivano ogni centimetro quadrato del viso, il naso, fino e allungato, che lo faceva simile ad un Pinocchio. 
E chissà, forse lo era davvero.


Se ne stava a mattine intere nella piazza, sotto gli antichi pini, col suo giubbotto fosforescente, e dirigeva il traffico del paese. Sì, proprio il "traffico": gli anziani che si facevano, estate e inverno, la loro passeggiata mattutina, le mamme e le tate con passeggini e carrozzine, i nullafacenti che spostavano la loro fatica di panchina in panchina. E poi chi passava di lì per lavoro, col cellulare all'orecchio, le scartoffie in una mano, le chiavi della macchina nell'altra, le borse chissà come incastrate tra le dita per non perdere un attimo di vita...


Salutava tutti, il Rossino. 
Per tutti, tutti, c'era un "ciao bimba, buona giornata!".
E quando incontrava chi era più vecchio di lui borbottava un po' intimidito un "b-buongiorno" che sapeva di latte e caffè. "Poco caffè, che fa male", diceva. E sembrava si intristisse, dopo averlo detto.
Le leggende sulla sua storia si sommavano. Nessuno sapeva realmente chi fosse, cosa facesse, perché fosse così... 'svitato'. Per tutti era solo il Rossino. Quello che ti dava il buongiorno ogni giorno, appena uscivi di casa e ti immergevi in quel circo di acrobazie senza rete e giocolieri prestigiatori che toccava superare per arrivare a sera.
E tornare a casa, dalla tua famiglia.


Il Rossino era lì ad aspettarti ogni mattina. Col suo barattolo pieno di pinoli, che coglieva uno alla volta nei prati sotto gli antichi pini, passando la giornata. Col suo "buongiorno!", il suo sorriso e il suo profumo di latte e caffè, con le sue domande strambe da parole crociate senza schema.


Come la sua mente.
Dove forse tutto questo vivere intorno era davvero un circo. 
Un grande, immenso circo, pieno di persone animali cose in ordine sparso. 


Lui, allora, doveva essere il direttore.
Quello che ordinava gli oggetti, li raccoglieva in gruppi e li organizzava per grandezza. 
E poi li mostrava al grande pubblico che girovagava intorno a lui, senza meta: anziani, mamme e tate, nullafacenti e lavoratori. 


Sì, doveva essere proprio così: lui era la sola persona al mondo cosciente della vita, del tempo, dello star bene, del 'come dovevano andare le cose'. Perché gli altri, persone animali cose in ordine sparso, sembravano girovagare senza rendersi conto di ciò che era davvero importante: il buongiorno, il sole, i pinoli, le parole crociate senza schema.


"Buongiorno a voi, mio pubblico! Buona giornata!
Niente trucco niente inganno, oggi: il sole splende, i pinoli sono stati raccolti, le parole crociate senza schema tornano, come sempre..."


Al Rossino del mio paese, con tanto affetto

giovedì 8 dicembre 2011

Coccole: "Un Natale Più..."

fonte Wikipedia

La sentiamo tutti, quest'anno, la pesante situazione in cui viviamo.
Si respira.
Si vede negli occhi.
Si legge negli stati ansiosi di chi ci sta intorno.
Però...


Qui al CircoloVizioso lo scorso fine settimana ci siamo dedicati alla decorazione della casa per le feste: c'è un calore diverso, quest'anno. Più ricco. Più intenso. Più... più tante cose ma molto meno sfarzoso e appariscente  rispetto agli altri anni.
Sabato è stato un giorno dedicato tutto alla famiglia, stretti stretti vicini alle persone più care.
Domenica, noi tre (quattro ;)) da soli, abbiamo preparato l'albero cantando le canzoncine di un cd, senza arrabbiarci per il filo di lampadine irrimediabilmente attorcigliato intorno a se stesso, anzi: polepole seduta sul tappeto, papino e PM tenevano un capo per uno e si muovevano sotto le sue indicazioni, sbrogliando il nodo una volta per tutte e coreografando un bellissimo "balletto della santa pazienza"!
E' stato un perfetto esempio pratico di concentrazione per la PM, una mirabile applicazione di gelida flemma per noi 'grandi'.


Ci vorrebbe più spesso.
Ci vorrebbe più spesso quella volontà di affrontare le situazioni con calma e riflessione, senza angoscia né ansia né rabbia.
Ci vorrebbe più spesso quel pulire l'anima dagli incompresi e dai rancori, quel lavorare per far pace con se stessi e con le proprie contraddizioni.
Ci vorrebbe più spesso l'essere puliti dentro.
Ci vorrebbe più spesso il cencino da spolvero in una mano e il bidone dell'immondizia nell'altra. Soprattutto in linguaggio figurato.

Mania della pulizia zen a parte, quest'anno c'è proprio una forte voglia di 'sentire' di più col cuore e 'riempire' meno lo sguardo.
Cose piccole. Sbrilluccichii e punti di rosso e oro, sì, ma in modo molto più leggero e pulito.


Non so se fa lo stesso effetto anche a voi ma questa semplicità apre il cuore e mi fa sentire più serena e rilassata degli altri anni, quando tutto era una corsa all'ultimo minuto, un affanno alla ricerca dell'ultimo regalo, un'ansia per fare-preparare-arrivare...
Quest'anno, sarà per questa splendida situazione di attesa in cui mi trovo, ma riesco a leggere tutto con occhi diversi: vedo gli impegni per quello che sono, le emozioni per quello che sanno donare, le persone per quello che davvero meritano.
E non mi angoscio e so correre solo quando realmente c'è da farlo e tirare i remi in barca quando è il momento.
E' un Natale più sereno
E' un Natale più sincero
E' un Natale più semplice
E' una bella sensazione: al di là di cosa si pensi dal punto di vista religioso è un vivere questo periodo in modo più sereno, è un aprire l'anima e il cuore a chi lo merita davvero...


E' l'augurio che facciamo a tutti voi da qui, dal CircoloViziosoalgrancompleto!
Per tutto il mese, allora, leggeremo e scriveremo piccole cose per "Un Natale più..." quello che volete voi!


Aggiornamento: girottolo in rete e leggo Anna. Annathenice, per la precisione. Anche da lei sentimenti contrastanti, anche da lei voglia di calma e serenità... che belle persone si incontrano in giro, eh?!

martedì 6 dicembre 2011

Writing Tuesday: Angoscia


Appuntamento col Writing Tuesday
da un'idea di silbietta

Si guardò attorno e si accorse che in realtà non aveva percorso nemmeno 100 metri di corsa da quella prima, orribile sensazione. Vedeva occhi che lo spiavano dappertutto, mani che cercavano di afferrarlo, piedi che gli intralciavano il passo. E più si affrettava, più quegli occhi quelle mani quei piedi si intromettevano ovunque.
Sì, perché non intralciavano solo il suo passo ma anche i suoi pensieri. E lo seguivano.

A un tratto si ricordò di quando aveva letto quel libro, a scuola, uno di quei libri che ti fanno leggere per forza e tu lo fai, anche se di malavoglia; non ricordava quale fosse il titolo ma ricordava benissimo, a memoria addirittura, le parole che lo scrittore aveva usato:
"Ogni oggetto dinanzi a lui, si trattasse di qualcosa di concreto o soltanto di ombre, assumeva la parvenza di qualcosa di spaventoso; ma questi timori erano un'inezia in confronto alla sensazione che lo assillava di essere seguito alla calcagna dalla figura spaventosa di quel mattino. Riusciva a intravvederne l'ombra nelle tenebre, a scorgere il più piccolo particolare del profilo e a notare con quale rigida solennità sembrasse seguirlo furtiva. Ne udiva le vesti frusciare sulle foglie e ogni alito di vento gli portava quell'ultimo grido soffocato. Se si fermava, anche l'ombra si fermava. Se si metteva a correre, lo seguiva... Ma senza correre a sua volta. No, questo sarebbe stato un sollievo; lo seguiva, invece, come un cadavere dotato soltanto dei movimenti meccanici della vita e sorretto e portato da un vento lento e malinconico che mai aumentava e mai diminuiva." *
Gli erano rimaste così impresse, per la prima volta nella sua vita, che lo prese come un avvertimento datogli dal suo destino, una premonizione: un giorno o l'altro sarebbe successo anche a lui, avrebbe fatto qualcosa di davvero grave e avrebbe sentito su di sé tutta quella pressione, quel panico infinito, quell'angoscia senza confini.
Come era reale, quella descrizione!
Quando l'aveva letta per la prima volta lo aveva considerato solo un bellissimo passo, capace di suscitare realmente le sensazioni che provava il personaggio... ora, però, ora che quelle sensazioni le provava realmente anche lui, ora che 'qualcosa' era accaduto, si rendeva conto che quelle stesse sensazioni non lo avrebbero mai e poi mai abbandonato.


Lo avrebbero seguito.
Le sue sensazioni lo avrebbero seguito.
Senza correre, portate da quel vento lento che mai aumentava e mai diminuiva.
L'unica cosa ad aumentare sarebbe stata la sua angoscia.
Per sempre.
Per sempre.
Sarebbe stato così per sempre. 
Ogni giorno della sua vita. E forse anche dopo.






* [n.d.r.] Si ringrazia per il gentile prestito della citazione tale sig. Charles Dickens: il passo è tratto da uno dei suoi libri, Le avventure di Oliver Twist. Si tratta delle ore che seguono il crudele omicidio di Nancy. Ore piene di angoscia, per Sikes, e non solo per lui, dato che anche a me è rimasto fisso in mente quello sguardo...


Il confronto tra il mio racconto ed il brano citato è evidentemente un azzardo gigantesco: mai arriverò a tale capacità di suscitare emozioni...
Ma anche questo fa parte del "mettersi in gioco" che ho voluto attivare partecipando al Writing Tuesday. Quindi ben vengano i confronti, ben vengano le critiche e le annotazioni. Siamo al mondo per imparare! :)

lunedì 5 dicembre 2011

Writing Tuesday: Ossessione



Appuntamento col Writing Tuesday
da un'idea di silbietta


Sarebbe andata sempre così?
Ogni giorno della sua vita, da quel momento in poi?
Quello sarebbe stato il suo unico maledetto pensiero per tutti i dannati giorni a venire?
Non poteva crederci, non poteva pensare che quel pensiero avrebbe accompagnato tutta una vita - e ne aveva ancora tanta da passare - finché un giorno... forse non ce l'avrebbe più fatta a sopportarlo.
Avrebbe vissuto per sempre con quell'ossessione a fargli compagnia. Sì. Giusta colpa per il suo ingiusto peccato.
Perché non essere perfetti è un peccato. Mortale. E il saperlo, è la giusta colpa. Quella che ti segue per tutta la vita e ogni giorno che Dio mette in terra ti ripete quanto tu sia sempre troppo lontano dalla perfezione.


Le cose devono essere fatte secondo uno schema. Un procedimento rigoroso.


C'è UN ORDINE, preciso, in tutte le cose.
UN modo di fare ogni cosa.
UN solo modo per farla bene.


La tazzina deve essere riempita di zucchero, PRIMA di aggiungere il caffè. 
Non dopo.
Il cucchiaino deve essere perfettamente pulito, senza macchia né alone. 
E lo devi immergere nel liquido bollente con l'incavo rivolto verso l'alto, ad avvolgere e coinvolgere la crema.
Se lo immergi al contrario è peccato.
Tutto cade.
Tutto è inutile.
Tu NON SEI una persona perfetta.


L'applicazione delle regole è l'unica soluzione.
L'unica che può portare, un giorno lontanissimo, forse, se davvero ti impegni, al sogno della perfezione... l'ultimo giorno della tua vita.


Lo farà.
Applicherà le regole alla lettera.
Sarà costante e cosciente in ogni azione che farà.


Raggiungerà la perfezione, sì. 
La raggiungerà.
Costi quel che costi.

giovedì 1 dicembre 2011

Il nostro personale Giorno del Ringraziamento. Il 2011

GRAZIE

Anche quest'anno GRAZIE.

Perché è sempre il momento di dirlo.
Per ogni cosa che accade in ogni giorno, in ogni ora, in ogni minuto, in ogni istante della propria vita, ci deve essere un "grazie" pronto ad uscir fuori dalla nostra mente, prima che dalla nostra bocca.

Con i "grazie" si cresce. 
E si impara a vivere, come è giusto che sia. 
Si impara a vivere anche con le lotte, con le discussioni, con i rimproveri, con i chiarimenti, sì. 
Ma con i "grazie" è tutta un'altra cosa. 
Si ricordano meglio, le cose legate ad un momento piacevole. Si ricordano meglio le sensazioni, gli insegnamenti, le lezioni di vita vera, vissuta, quando sono accompagnati da un sorriso amico e da un "grazie", sussurrato o gridato al mondo intero che sia. E magari da due mani che stringono le tue. O da un abbraccio. Forte.

Terzo anno del nostro personale Giorno del Ringraziamento. Abbiamo cominciato lanciando un appello a chiunque volesse Dire Grazie, in un qualsiasi momento dell'anno e per un qualsiasi motivo. Perché crediamo che sia importante, sempre, tanto, essere riconoscenti per quello che si ha e per quello che si è. Spesso siamo noi a meritarci quel Grazie. Spesso sono anche le persone che ci stanno intorno...
Anche quest'anno sono tanti i GRAZIE che dovremmo dire. Ma come ogni anno ne scegliamo uno solo, per rendere ancora più forte questo momento.

E' un "grazie" che diciamo ogni giorno, ogni sera, ogni volta che torniamo a casa e qualcuno ci accoglie.
E' un "grazie" da dire a chi c'è sempre quando si ha bisogno di aiuto.
E' un "grazie" da dire a chi ci ha insegnato ad essere quello che siamo oggi, con i nostri vizi e le nostre virtù.
E' un "grazie" da dire a chi, ogni giorno, da quando siamo al mondo, ha creduto in noi e ci ha dato modo di credere negli altri e in questa Vita. A chi ci ha nutrito alla base e ci ha donato la forza di 'essere noi', così come siamo. Cercando di migliorarci ogni giorno, per rimanendo fedeli a noi stessi e alle nostre convinzioni.
E' un "grazie" da dire a chi ha accolto, capito, aspettato, rispettato, amato quello che vivevamo.
E' un "grazie" da dire a chi non ha mollato mai i suoi princìpi, solo per rendere tutto più facile.
E' un "grazie" da dire a chi ci chiede aiuto, per capire le complicazioni del mondo d'oggi.
E' un "grazie" da dire a chi si illumina alla vista dei nostri figli, già nati o ancora in attesa di farlo.
E' un "grazie" da dire a chi non si perde d'animo e cerca di costruire, anche quando il resto del mondo non cerca che di distruggere tutto quello che esiste intorno.
E' un "grazie" da dire a chi, ancora oggi, spesso, ci chiama 'bambina mia'...

mercoledì 16 novembre 2011

Stiamo tornando...

La parola d'ordine di questo mese l'abbiamo proprio presa alla lettera, al CircoloVizioso!
Questo grandissimo bisogno di coccole che era nell'aria sembra si stia decuplicando ogni giorno che passa, sempre di più
e di più
e di più
e di più
...
Quel poco tempo che rimane, quando la sera polepole e papino tornano a casa, stracchi e frastornati, con ancora mille richieste in testa e cento cose da fare e da sbrigare... quel poco tempo che rimane, dicevo, lo dedichiamo COMPLETAMENTE alla nostra famiglia in crescita.
E al diavolo "le mille richieste in testa e cento cose da fare e da sbrigare", ci penseremo domani! :)


Quindi:

  • coccole e battaglie di solletico
  • giochi e costruzioni col Lego (integrato dai personaggi degli ovetti...)
  • partite a memory-english sul tappeto
  • scelta delle stoffe più belle e di vizi e sfizi (tra gli avanzi della supernonna) per creare la nostra Pigotta, da donare ai mercatini dell'Unicef (ce lo hanno proposto le maestre della materna e noi... come potevamo rifiutare? ma di questo riparleremo... ;))
  • preparazioni varie ed esperimenti con nuovi tipi di biscotti (mmm... chevvelodicoaffare?)
  • studio e applicazione di nuove tecniche e vecchi trucchi (sempre grazie alla supernonna...) per i ciapini e i regalini di Natale (che quest'anno saranno 100% eco e risparmiosi...)
  • stesura del menù quindicinale (per deliziare tutti i palati ma soprattutto le nostre tasche...)

Insomma, coccole per tutti i gusti!


Torneremo, però, appena questo clima "straimpegnato" calerà un pochino... e recupereremo i post del Writing Tuesday, che sono rimasti un po' indietro (scusate, compagne di Writing!) e alcuni post PARLIAMONE, a cui tengo particolarmente...

***
NEL FRATTEMPO...




Nel frattempo però vi annuncio che polepole e Cuoricino hanno vinto il candy di Una mamma per fotografa




... ecco perché stanotte mi ha svegliata alle 4 e da allora non ha più smesso di far cagnara... stava festeggiando l'avvenimento! ^_^


Ringrazio Smile per l'opportunità e invito ancora una volta tutte voi a fare un salto dalle sue parti: è veramente brava, la ragazza... ;))


Una coccola per tutti, e un grande abbraccio dall'intero CircoloVizioso al Grancompleto!

giovedì 10 novembre 2011

Writing Tuesday: ASTRUSO

Appuntamento col Writing Tuesday
da un'idea di silbietta

Da quando aveva memoria di sé, quello era sempre stato il nome con cui tutti lo chiamavano.
Non certo da quando era nato, ma dal giorno in cui prese coscienza di essere comunque 'persona', 'essere umano'. 
Di quello che era accaduto nella sua vita prima di quel giorno c'era poco da dire: in realtà non ricordava niente, o meglio, non voleva ricordare niente, dato che erano solo tristi notti fredde e giornate buie e senza cuore...

Poi quell'uomo lo prese con sé e gli donò una 'casa', se così si poteva chiamare quell'angolo di strada senza un tetto: ma era un posto riparato dal mondo, dove accoccolarsi e chiudersi nei suoi pensieri, con un cartone che riparava più o meno dal freddo dell'inverno e qualche latta x accendere un fuoco...

Questo era tutto quello che serviva per vivere? 
No. 

Era l'Uomo, erano i sui pensieri, erano i suoi "buongiorno" col sorriso ogni mattina e le sue storie di una vita da raccontare: quello era ciò che davvero contava
Il rendersi conto di avere qualcuno che pensava a lui e con lui divideva la rosetta tiepida con la mortadella, quella regalata dalla signora del negozio di alimentari, tanto buona con loro...
Quello che davvero contava era sapere che qualcuno teneva a lui, e che anche lui aveva qualcuno a cui tenere.
E quando non era la rosetta dell'Uomo, era lui che riusciva a mettere insieme due soldi con le sue recite a memoria, ed era lui che regalava a tutti e due una bella cena a base di hamburger e birra... lui, ancora così giovane ma con tanto da dare.
Lui, che aveva una memoria di ferro e che conquistava i passanti con le mille voci ed i discorsi che sapeva fare. Che l'Uomo gli aveva insegnato a fare, con la sua testa.
Lui, che quando l'Uomo lo incontrò per la prima volta, conosceva solo 'sì' e 'no' e 'fame' e 'scappa'...
Per quello che l'Uomo aveva preso a chiamarlo Astruso: lui, tanto semplice, con nient'altro che un paio di pantaloni lisi e sporchi, con nessuna richiesta da fare se non quella di 'amore', che gli si leggeva negli occhi. 
Lui, così ingenuo che si era fatto fregare la vita da chissà chi, e che ora si trovava in mezzo a una strada, con solo quattro parole e nient'altro in testa che quella voglia di calore umano. 
Lui, così genuino che i suoi desideri glieli potevi leggere sulla pelle... Astruso. Quello era il nome giusto per lui, sì!

L'Uomo aveva sempre il sorriso sulle labbra, era allegro e pieno di vita, parlava di quel posto come se fosse davvero una 'casa' e sembrava non accorgersi che vivevano in mezzo alla strada, loro due: gli raccontava di una vita che non conosceva ancora, gli spiegava il significato delle cose e lo ascoltava sul serio, ora che aveva imparato a fare discorsi 'veri'... lo prendeva anche in giro, quando ricadeva nelle parole banali, quelle semplici che aveva imparato per prime:
"Astruso, non sono espressioni adatte a te, quelle! - lo interrompeva - "Usa bene la tua voce ed il tuo cervello, sono le cose che più ti distinguono da chiunque altro!"
E lui allora aveva imparato dagli oratori più famosi, aveva letto i libri che gli aveva prestato l'Uomo - ne custodiva un numero incredibile, nella loro 'casa'... - e di quelli si era imparato a memoria molti brani, che recitava nei parchi pubblici lì intorno, per guadagnarsi quel poco che serviva per mangiare...

Era l'ora di alzarsi, quella, di trovare il modo di guadagnare la giornata. 
Astruso si mise in piedi e si lavò il viso nel catino che raccoglieva l'acqua piovana di quel piovoso inverno... l'Uomo si voltò e gli sorrise:
"Astruso, oggi leggiamo Lisia. E al diavolo le complicazioni!"
Questo era quello che davvero contava... amore e semplicità!






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giovedì 3 novembre 2011

Writing Tuesday: SEMPLICE





Una carezza appena sveglia
un bacio tenero sulla guancia
niente grugniti e sguardi persi nel vuoto.


Far colazione insieme tra sbadigli, coccole e briciole
invece del caffè di corsa,
bevuto ad occhi chiusi.


Sorridere al risveglio,
anche vestirsi e farsi belle, addirittura,
è diventato semplice
da quando ci sei tu!





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Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

argomenti viziosi

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Il Vizio di Leggere

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Per non perdere il vizio, nonostante le mille cose da fare, per trovare il tempo da dedicare ad una buona lettura, per scoprire nuove emozioni e sensazioni, di quelle che solo un buon libro è capace di regalare a chi lo apre con passione e curiosità.

Il vizio di riflettere

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... il mio modo di Guardare e non solo Vedere ciò che ci circonda...