lunedì 30 dicembre 2013

I nostri auguri e un nuovo progetto: #lamiaagenda2014





Ho sempre amato le agende, i diari e quella magia fantastica che si attua nel momento in cui volti la prima pagina della tua nuova agenda, a cui assegni il compito di accompagnarti per un anno intero con le sue pagine bianche, illustrate, scarabocchiate, o come vuoi tu.
Le ho sempre scelte per il contenuto soprattutto ma anche per la copertina. Spesso sono state smemo, molto spesso. Ai tempi dell'università poi ne avevo una con la custodia metallica, dorata, con le tasche per i biglietti da visita che faceva molto figo e che ricaricavo ogni anno con le nuove pagine, anonime e bianche ma che a fine anno vivevano di vita propria.
E dal mio primo diario, quello della prima elementare, se ne stanno tutte lì, conservate di nascosto da tutto e da tutti. Pezzi di vita che ogni tanto amo rileggere. Piccoli scrapbook che nemmeno sapevo di costruire, giorno per giorno, avventura dopo avventura.


Negli anni scorsi non ho più trovato quello che faceva per me, quella che entrava nelle mie corde, non nelle librerie dove di solito mi fornisco. E sono approdata al web. Due anni fa mi sono stampata e fatta rilegare una bellissima agenda illustrata da un sacco di artiste e blogger (c'era anche la mia Tatti tra loro!), l'anno scorso ho utilizzato un servizio online con cui puoi personalizzare la copertina e poco più.
Mi è piaciuta la possibilità di farla ancora più mia e quest'anno, complice la volontà di spendere ancora meno del solito...

Quest'anno l'agenda me la faccio da sola!
Ci metto quello che voglio io, ci scrivo quello che dico io, 
ci stampo e ci appiccico quello che faccio io.


E questa decisione diventa un progetto. Che è frutto di un periodo di alleggerimento e di messa in ordine generale (ne riparleremo presto). E che serve anche a volersi un po' più bene e a conquistare tempo per me.

Si chiama #lamiaagenda2014.
Sarà un appuntamento mensile, con le copertine e le pagine fatte da me, prese, copiate, strappate, stampate, colorate... ci saranno i link agli articoli che mi hanno ispirata e un sacco di altro. Spunti, riflessioni e un parziale matrimonio con #menostresspiùfarfalle, che è diventato un rito di cui non posso più fare a meno.

Ogni mese sarà dedicato ad un argomento, a un pensiero, a un'immagine, a una domanda, un po' come si fa nell'Happy Week Art Journal: schizzi, immagini appiccicate (strappate da riviste e volantini pubblicitari), disegni copiati dai fumetti, frasi e scarabocchi, magari foto. 
E pagine bianche, dedicate ai miei piccoli (avete presente quando aspettate dal dottore e non arriva mai il vostro turno? e loro si lamentano che vogliono scrivere? ecco che si apre l'agenda e... voilà, spazio alla fantasia!)
E poi gli appunti e gli appuntamenti, le date e i compleanni da ricordare
E qualche ricetta rubata, anche, ce la vogliamo mettere? :)

Insomma, sarà un gran bel guazzabuglio, ma sarà mio, assolutamente mio!


Vi lascio con questa immagine e con questa frase, fondamentale (rubata da qualche rivista, anche questa, sì. Non chiedetemi da quale, però...):
Volersi bene. E' questo il segreto.
Ultimamente questo è un bisogno che sento sempre più forte, non so voi ma il tempo e la cura da dedicare a me stessa sono sempre più in calo. Un bisogno che condivido con molte amiche, con cui ho avuto begli scambi di opinioni. 
Anche da questi spunti di riflessione è nato questo progetto e voglio ringraziare - lei sa che parlo proprio di lei - chi ha saputo riassumere in poche parole quello che io avevo descritto con un lunghissimo racconto: grazie a te, che mi hai aiutato a ritrovare la forma giusta!

A voi auguro, a nome di tutto il CircoloVizioso, un 2014 pieno zeppo di Amore. Soprattutto per la vostra Anima ed il vostro Cuore!

***

Suggerimento 01: sketches

Un primo suggerimento per le ispirazioni lo trovate qui, è un meraviglioso contenitore di schemi di impaginazione e non solo: studiocalico.

giovedì 19 dicembre 2013

Povero Natale

Luci, cene di lavoro, impegni e inviti per le imminenti feste natalizie.
Pacchi natalizi, panettoni, spumanti e torroni. 
Ma dove? 
I siti e le newsletter (che "ricevi perché sei iscritto alla newsletter di PincoPallino") mi parlano, come ogni anno, delle feste e dei mille impegni mondani che tutti noi dovremmo avere. Del poco tempo che non abbiamo da dedicare ai regali - che per la maggior parte saranno inutili, indesiderati e ingombranti - da fare a Tizio e Caio. Loro si occuperanno di noi, loro ci aiuteranno a decidere tutto e noi dovremo solo fare clic, tutto arriverà direttamente a casa del destinatario in confezione regalo con tanto di biglietto augurale.

Spot che ci parlano di vacanze di natale da passare nei posti più caldi, al riparo dalle preoccupazioni e dallo stress del lavoro.
Pubblicità di situazioni paradisiache, di famiglie in pace col mondo, di titolari e dipendenti che si vogliono tanto tanto bene. Di clienti che non vedono l'ora di saldare i conti.

Ma davvero?
Io non posso pretendere di sapere cosa succeda veramente nelle altre famiglie, negli altri paesi, nelle altre città. Leggo nei siti e nei blog lo stesso calore e la stessa fiducia nel mondo intero degli altri anni, nonostante tutto. Facciamo finta di niente, ci nascondiamo dietro alle luci dell'albero: è Natale e dobbiamo essere tutti felici. E ci credo, e sono convinta, sono davvero convinta che nelle singole persone ci sia del bene, che ci sia bontà e volontà, che ci sia amore per il prossimo.

Ora vi dico cosa succede qui da noi.
Niente di tutto questo, quest'anno. Niente bagliori scintillanti, poche feste e ancora meno voglia - o modo - di fare regali materiali.
Sembra che la crisi, di cui tutti sembrano essersi momentaneamente dimenticati - sotto l'effetto edulcorato dei biscotti allo zenzero e dei panettoni in preparazione su tanti foodblog che seguo (e meno male che ci sono loro) - si sia impossessata di noi, sembra che non ci sia spiraglio all'orizzonte, che tutto sia nero e buio e oscuro.
Facciamo sorrisi tirati, ci aggiriamo tra luci e ghirlande là fuori, mentre sappiamo che dovremo tirare avanti chissà ancora per quanto stringendo i denti, tirando la cinghia e affidandoci alla clemenza del clima economico.
Programmiamo menù risparmiosi, ci inventiamo ricette che limitino le spese e riempiano la pancia.
Quando uno ha provato la "paura di diventare povero" certe cose le teme di più, lo so.
E non che si sia mai scialacquato, eh, lasciatemelo dire. E' che col tempo ci si fa prendere dalla foga, ci si fa coinvolgere dal mondo che gira intorno e - a volte - si perde l'obiettivo principale.
Quello di essere felici. Senza oggetti ma con tanti affetti.

Un Povero Natale.
Questo è quello che stiamo facendo, che stanno facendo, al Natale come lo sentivamo da piccoli: la magia, l'amore, il sentimento di speranza e di salvezza che stava dietro al momento più atteso dell'anno da molti di noi, sono spariti e c'è rimasta solo la "Lista di Natale", come l'ho sentita chiamare da qualche bambino.
Capito?
Non più la letterina, ma la "lista". 
Babbo Natale mica si ringrazia più per quel che abbiamo, per i regali che ci ha portato lo scorso anno, per gli affetti e per la famiglia, no. A Babbo Natale si spedisce la lista.
E guai se non vengono spuntati tutti gli articoli elencati lì sopra.

E ora un bel luogo comune. Che non è mai stato tanto vero quanto lo è ora.
Mi sono svegliata, stamani, e ho guardato la mia famiglia. L'ho guardata mentre dormiva e mi è sembrato il miracolo più bello che Dio potesse fare per me. Ho ascoltato i loro respiri e ho ringraziato per quello che ho. 
Ho anche pensato - e fissato nell'anima, per sempre - che non desidero altro dalla Vita che la loro Vita.
E nella mattinata passata a fare conti sono tornata mille volte col pensiero a quest'immagine. Ho fatto più di un esame di coscienza e mi son resa conto che quest'anno non c'è davvero niente altro da desiderare, nessun regalo di Natale, nessun libro (il mio primo pensiero tra gli oggetti), nessun gioiello (e quando mai), nessun vestito.

Loro.
Loro sono il mio Natale.
E la consapevolezza di essere, con loro, Una Cosa Sola.

Serenità, tanta serenità a tutti voi.

venerdì 13 dicembre 2013

non c'è (più) tempo


C'è una frase di Seneca
Non è vero che abbiamo poco tempo: la verità è che ne perdiamo molto
L'ho scoperta guardando un video girato in Guatemala, dove lavora (e lavora bene) un'associazione che conosco. Loro aiutano le madri in difficoltà, lasciate sole dagli uomini per i più svariati motivi. 

Il punto è un altro, però. 

Il punto è quel tempo.
Il tempo che non sappiamo usare, il tempo che sprechiamo, il tempo che diciamo di non avere e invece.

L'anno che sta passando (tra un anno passerà, cit.) mi ha donato tanto, fin troppo per certi versi: sia lacrime che angoscia che momenti felici.
Ieri, scendendo di macchina, mentre arrotolavo tutti i miei pensieri per andare incontro al ciclone di gioia che mi investe ogni volta che entro in casa, all'improvviso è uscito, netto e gelato un flash: il tempo dei miei bilanci è tutto l'anno.
Ogni giorno mi metto in gioco, ogni giorno imparo a gestire, ad aggiustare il tiro, a divincolarmi nei labirinti delle cose quotidiane. E ogni giorno posso decidere se chiudo la giornata in positivo o meno.
Più preoccupazioni che gioie, in questa fine anno di un anno di crisi. Più passioni (nel senso di sofferenze) che serenità.
Però sto imparando l'uso del tempo, quello sì:
il tempo per me che decido davvero io come usare (e di solito lo passo con i libri), 
il tempo da passare con i miei figli, che (grazie alla crisi) è aumentato, 
il tempo per fare progetti e costruire castelli in aria insieme alle mie compagne di viaggio, 
il tempo per chi amo
il tempo per ritrovare il filo di una strada che ho temporaneamente perso di vista.

In questi bilanci quotidiani noto trend in salita e in discesa, crolli verticali e impennate positive che mammamia; la cosa più bella è notare e sottolineare come sia quasi completamente azzerato il tempo perso.
L'ho imparato strada facendo, c'è voluto tempo (ahah) e c'è voluto di mettersi in gioco. Ci son voluti libri da leggere e chiacchiere e pensieri con gli amici. Ci son voluti anche momenti di silenzio da passare in compagnia di me stessa.

Non lo perdo più il tempo. 
Che poi cosa significa perderlo, quel tempo? se decido di stare un'ora intera senza fare assolutamente niente quello non è "tempo perso" ma tempo dedicato all'ozio. E fa bene allo spirito. 
Quello che non perdo più è il tempo che si abbandona a chi non lo merita, a chi si aspetta solo un ricevere, a chi pretende attenzione e dedizione a costozero. A loro nemmeno un istante di questa mia vita. Mai. Più. Non c'è più tempo, per loro.

martedì 3 dicembre 2013

Meno stress più farfalle 2013 - a che punto siamo e un viaggio tra le farfalle

Photo credits: http://mrg.bz/xEkgMH
La promessa la sto mantenendo.

Nel senso che il quaderno di Meno Stress Più Farfalle 2013 lo sto compilando diligentemente come una scolaretta all'inizio dell'anno. Ogni giorno scrivo, penso, medito, prendo ispirazioni, parole a caso, pezzetti di cose che voglio lasciare, a ricordo di una certa giornata, di un certo sorriso, di una certa Farfalla svolazzante che ha alleggerito i miei pensieri.

Le Farfalle sono entrate nella mia vita quotidiana nel momento in cui ne avevo più bisogno: ora tendo a notarle più spesso, le cerco tra gli oggetti, anche, quando - raramente - mi trovo a zonzo per negozi.
E quella leggerezza è entrata in punta di piedi nella mente e ha fatto il suo dovere portando pace e serenità.

Poi però dovrei anche postarle, quelle pagine. 
Non ci riesco. Foto che non rendono l'idea, che non mi soddisfano, tempo per provare soluzioni che non riesco a trovare nel turbine delle cose da fare.

Siamo andati a cercarle per vederle da vicino, le farfalle, qui. Dovevo anche aggiungere le foto ma ormai mi conoscete, le ho perse da qualche parte nei meandri dell'hard disk.

E' stata una bellissima esperienza, anche se forse, per certi versi, mi sarei aspettata molto di più da un posto di quel genere.

Veder nascere una farfalla dal suo bozzolo, però, non ha prezzo. 
E chiaramente la macchina fotografica non ha scattato, perché ero talmente sospesa, in quell'attimo, che non ci ho nemmeno pensato.
Vederti volare accanto farfalle grandi quanto tutta la tua mano aperta, averle lì, di fronte, insieme a uccellini colorati che manco ti vedono, tanto son concentrati nel loro fischiettare e sbecchettare... il caldo umido tropicale e tua figlia col naso all'insù, a bocca aperta quanto te, che non smette di parlare e indicarti qua e là, tra i fiori colorati e le foglie verdi scure...

Pensieri leggeri.

E profondi.

Questa settimana il tema è:
nonrestarechiusoqui
PENSIERO!

Giusto per farvelo sapere, giusto per.

lunedì 25 novembre 2013

"La città delle donne", La giornata internazionale contro la violenza sulle donne e... una coccola per tirarsi su.

Torta morbida di pere e "La città delle donne"
Lunedì mattina presto. Molto presto, per i miei standard.
Addirittura mi prende il chiribizzo di spolverare (devo stare proprio male, sì) e in quattro e quattr'otto sistemo il soggiorno, mentre tutto in casa tace.
Preparo il caffè e sveglio il maritino, che invece non c'è proprio, stamani: è proprio tutta al rovescio questa giornata, in cui per forza di cose me ne devo stare a casa, segregata e isolata dal mondo perché "infettiva"...
Loro ancora dormono, e allora mi prendo del tempo per me: ieri abbiamo preparato una torta nuova insieme, per tenerli occupati e passare del tempo "di qualità" (e che qualità! la torta si è intrisa delle nostre risate ed è rimasta morbida di tutti quei baci che ci siamo dati: ma era tutto vero o stavo sognando?)
Me ne taglio una fetta, l'accompagno col caffellatte delle migliori occasioni e con una fiaba a caso presa da un classico della mia biblioteca: Le più belle fiabe popolari italiane, rilegato in pelle, con tanto di lettere dorate.

Apro una pagina a caso e trovo "La città delle donne", una storia che viene dal Veneto, raccontata con tempi che non tornano (un po' al presente, un po' al passato, un po' imperfetto: sembra proprio di ascoltare il racconto di una di quelle nonnine di una volta, tipo la mia, col fazzoletto sui capelli quando usciva di casa per non sfare la piega e non prendere l'umido, con le mani macchiate di vita, con i pensieri rimescolati dal tempo...) 
La città delle donne narra di un mondo dove le donne governano e qualsiasi uomo trovato in giro per la città viene imprigionato e poi ucciso, raggiunte le 100 unità (il numero massimo contenibile nella prigione?). La Regina doveva avere dei forti rancori, per essere diventata così crudele, per avercela così tanto con gli uomini...
Un giorno nella Città delle donne arriva però un ragazzo che riesce a conquistare la Regina Cattiva - che in realtà cattiva non era -, con le sue doti ed i suoi doni ma anche con l'astuzia. 
Di questo giovane c'è una cosa che apprezzo: la gentilezza, la cortesia con cui ha saputo guadagnarsi mezzi magici e amore, mentre i suoi fratelli, con la loro brutalità e la violenza, erano riusciti ad ottenere solo pan per focaccia (e così dovrebbe essere, sempre...). Lui non ha usato violenza contro alcuno, ha saputo parlare col cuore e così ha conquistato la sua bella, eliminando la violenza da quella parte di mondo.

Ci sarebbe molto da parlarci su. 
Sui perché e sui percome, su quello che è giusto e quello che non lo è. Invece voglio solo cogliere il segno di una fiaba del genere oggi, lunedì 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Ognuno la racconta come vuole, questa giornata. Ognuno cerca di trovare le parole che più si adattano al suo modo di vivere. Perché è giusto parlarne, è giusto che non sia il silenzio a vincere, è giusto che chi usa violenza sia solo. E punito.


Barbara ce lo dice così, per esempio. E mi piace quello che dice, perché è quello che ho sempre pensato anch'io:
Un uomo che ti picchia, non ti ama.
Un uomo che ti insulta, non ti ama.
Un uomo che sminuisce le tue capacità, non ti ama.
Tu NON meriti questo uomo.
Meriti una vita felice e piena di amore!*
* Grazie Barbara!


La coccola facciamo che ve la racconto un altro giorno. Oggi è meglio finirla qui. FINIRLA.

giovedì 7 novembre 2013

Lo zen e l'arte di riordinare gli armadi. Capitolo 2

Mix & Match - Photo by Steven Meisel Vogue Italia, settembre 1993
E poi cerchi sulla rete tutto quello che parla di "armadi", per capire e confrontarti, e ti imbatti in questo post.
Ora ditemi se qui non c'è da lavorare con la mente...
So che avete tutti da fare e che c'è poco tempo per leggere post un po' più lunghi delle 1500 battute classiche. Però prendetevi due minuti, oggi, leggete quel post e riflettete.

Può capitare che facciate anche vostra - come io ho appena fatto - questa frase:
[...] non posso che “buttarmi” (che il tempo dei se e dei ma è già finito)
Parliamo di Mix & Match, una tendenza che si applica nell'abbigliamento (ma non solo: vogliamo parlare dell'arredamento nelle nostre case, ad esempio? Lo faremo, lo faremo... ;)) che consiste nel mescolare stili e realizzare accostamenti audaci e sorprendenti, creando uno stile personale e personalizzato.

Osare. Utilizzando il nostro gusto e - spesso - il nostro coraggio.

Questo quello che ci racconta Maria Sarah Papillo su Lapetitdame, con tanto di belle bellissime foto. Ma il suo è un fashion-blog e quelle foto e quei discorsi ci stanno tutti.
foto giacca lana/pelle
Qui al CircoloVizioso le cose sono un po' diverse: io di fashion non mi intendo per niente (ve lo possono assicurare le mamme chic che mi vedono arrivare a scuola la mattina, quando accompagno mia figlia!), però quei discorsi - sull'osare, sul buttarsi, sul raccogliere le cose che ci piacciono tutte sotto uno stesso tetto  e accettarle/accettarsi per come sono/si è - li sto nuovamente mettendo in pratica, e il significato di questo nuovo ordine che si sta facendo strada nei miei armadi sta anche qui: nella nuova capacità di fare i conti con me stessa, con quello che sono e con quello che mi piace.
Con quei capi completamente neri che non sento più miei (o che forse non lo sono mai stati), con quelle magliette ipercolorate che non avrei mai voluto buttare (ma che alla fine hanno trovato nuove opportunità di vita), con quei jeans che ancora fanno parte del mio essere. 



Riconoscere me e le mie esigenze, i miei diritti insindacabili e le conquiste fatte nel tempo.
Sembra quasi ridicolo scriverlo ma anche queste cose fanno parte delle piccole scelte capaci di cambiare il nostro approccio al quotidiano: sentirsi liberi nei nostri abiti, vestirsi (anche) di coraggio e mostrarsi per come siamo.

E allora ho regalato quell'impermeabile nero "che va su tutto" perché non l'ho mai sentito mio, ho eliminato - con gran gusto - i residui di abiti pre-maman che ancora resistevano "perché anche se sono un po' larghi va beh", ho incenerito quel pantalone a vita bassa che ho sempre odiato "ma siccome ora vanno di moda così"... tutto perché sentivo di doverlo a me stessa, a quella nuova persona che sta riemergendo, un po' come una fenice, dopo diverse lotte e parecchi momenti di stasi.
Ed è tornata fuori quella borsa pazza, stracolorata e con mille tasche che in molti criticavano perché non stava con niente, sono spuntati fuori da un cassetto i bracciali neri di caucciù di mille anni fa, si è materializzato di fronte a me un abitino che da sempre sognavo di avere e di indossare...

Abbigliamento e filosofia di vita:
osiamo, se sentiamo di doverlo a noi stessi! *

I risultati di questo momento di meditazione sono stati:
  • un positivo svuotamento dell'armadio
  • una rigorosa selezione dei capi da conservare - secondo la nota regola "se non lo metti da un anno puoi toglierlo di mezzo"
  • tanto spazio in più per respirare!
Le regole da seguire, da oggi in poi, sono queste:
  1. tenere sotto controllo la fame da shopping compulsivo (ma tanto a quello ci pensa la crisi, no?)
  2. far entrare un nuovo capo nell'armadio solo dopo averne eliminato un altro che non uso da un bel po'

Riusciranno i nostri eroi? :D

* oh, questo blog sta prendendo una via filosofica che non mi sarei mai aspettata... ;)

martedì 22 ottobre 2013

Mamma, cos'è la vita?

Parco dell'Orecchiella, 2009
Tu sei lì che guidi come al tuo solito - di corsa la mattina? nooo! -, cantando a squarciagola la colonna sonora originale dell'ApeMaia (che è la migliore maniera per svegliarsi la mattina, fidatevi!), tua figlia è ancora mezza addormentata nel seggiolino posteriore - cinture allacciate e naso all'insù, con la sua bambola Martina stretta tra le manine.
Ti fermi al semaforo. 
Rosso.
Guardi di fronte a te la chiesa del paese, in cima a quella salita di pietre scivolose. E ti illumini al ricordo del tuo matrimonio.
Dai anche uno sguardo dallo specchietto (noo, mica al trucco! E chi si trucca, la mattina?) a tua figlia.
E lei, pronta, ti dice:
Mamma, cos'è la vita?






Il panico che s'impossessa di te. In un millesimo di secondo ti passa di fronte tutta la tua esistenza: i belli e i brutti momenti, le risate, le vacanze, gli schizzi d'acqua sui tronchi del Luna Park, poi le lacrime per quel brutto voto, il campeggio tutti insieme dopo la maturità, la stanchezza delle mattine all'alba per prendere il treno, e i sorrisi, gli abbracci, le farfalle nello stomaco.
Il tuo primo amore.
Il pulcino rosa che ti regalarono da piccola. Vivo.
I conigli dell'amica a cui davi da mangiare quando lei non c'era.
Le pagine scritte fittefitte dei tuoi diari di scuola. Con tutte quelle cose appiccicate e il profumo nuovo spruzzato in un angolo.
E le camminate per arrivarci, a scuola, sotto la pioggia, sotto il diluvio, col tuo Invicta tutto disegnato sulla spalla destra. E la scarpina appesa.
Il pezzetto di stoffa del vestito da sposa che ti ha cucito mamma, bello che più bello non si può.
La grande quercia dove ti nascondevi quando le cose non andavano come volevi tu, il prato dove si faceva merenda, dopo i compiti... e il mare, le gite in moto, il sale sulle labbra...
Mamma?...
Allora tu la guardi, la riguardi, le sorridi e poi le dici
La vita è il giorno che sei nata tu!

lunedì 14 ottobre 2013

Quando ti immergi nella lettura... #iomivizio

Libri di un po' di tempo fa...
Giornata fiacca (fuori): è quasi buio, piove - a tratti -, è lunedì. Proprio lunedì.
Ma dentro c'è una carica nuova che sto alimentando. 
Profuma di pulito, di aria pura, di vuoto e di libertà.

#iomivizio oggi parla di libri e di sorrisi.

Stanotte ho finito di leggere la seconda metà di un libro di 365 pagine (ne leggerete prossimamente su Zebuk): mi sono talmente immersa nella lettura che, infilandomi sotto le lenzuola nel mezzo della notte, ho chiuso gli occhi e continuato a sognare il libro.
La suggestione è una gran cosa: ti fa fare viaggi che neanche i migliori tour operator riescono a regalarti!
Tra misteri, ciondoli magici, abiti rivestiti di polvere d'oro, labirinti verdi e sogni reali, mi son di nuovo persa nella lettura: uno dei miei vizi preferiti (già, e chi non lo sa?) da sempre. La cosa più bella è svegliarsi, dopo un sogno del genere, e rendersi conto di avere il sorriso sulle labbra, già prima di aprire gli occhi. Cominciare la giornata con un sorriso nato dal sogno fa sentire tutto più leggero (anche se è lunedì, figuriamoci!) e allora via, le ali ai piedi, la colazione preparata in un volo, i baci assonnati dei tuoi figli e di tuo marito, il sapore di caffè buono di cui non potresti proprio fare a meno, la mente che ogni tanto ritorna ai particolari del libro, quelle descrizioni così reali che ti sembra non solo di vederle davanti a te tuttora ma anche di poterle toccare.
Il piacere di leggere è un'arte che si impara da piccoli, ci vuole costanza, curiosità, pratica, soprattutto ci vuole qualcuno che ti insegni ad innamorarti delle parole.
Saper scrivere è un dono, invece.
Un dono che va saputo usare, nel migliore dei modi. Un dono che può aprire le porte della fama e della gloria. Ma che può soprattutto aprire le porte dei cuori.
Quanti di noi non hanno (o non hanno avuto, anche) un autore preferito? Io per molto tempo ho avuto un debole per Isabel Allende, quella di Eva Luna per intendersi. Mi sono letteralmente divorata i suoi libri. L'ho amata, con passione. Poi è successo qualcosa e ci siamo perse di vista. Tornerà il suo momento, ne sono certa. Per ora sorrido al ricordo di quello che mi ha saputo regalare.
In questo periodo sto leggendo tanto, con un piacere che non avevo ancora provato prima. E ogni volta mi scopro col sorriso: può piacermi o no il libro, l'argomento, il modo di scrivere ma quel sorriso torna costante. A sottolineare una frase in cui mi ritrovo, ad approvare una scelta, a dire anche di no a quella storia, con gentilezza.

Oh, com'è bella Panama! - Janosch, Kalandraka, 2013

Con la PM (che nel frattempo ha cinque anni e mezzo, lei...) la lettura è un gioco ogni volta nuovo: scopriamo cose, inventiamo giochi, impariamo a mettere insieme lettere e parole: Janosch è la nostra ultima scoperta. Delicato, tenero, con illustrazioni ad acquerello che sono già da sole storie incantate. Ci viziamo e inventiamo storie nuove a partire dalle immagini. E poi costruiamo i personaggi e animiamo la storia, continuando la magia...
Cosa può esserci di meglio che un vizio così? Regalarci e regalare ai nostri figli momenti vissuti insieme, che noi ricorderemo (ma loro, soprattutto, ricorderanno!) come i più dolci, teneri e preziosi passati insieme. Che per loro saranno fondamentali per imparare ad innamorarsi delle parole. E che per noi saranno gioielli da custodire, per sempre.

martedì 1 ottobre 2013

Lo zen e l'arte di riordinare gli armadi. Capitolo 1

Ah che belle le cose in ordine nell'armadio! :)
Fonte: MorgueFile
Questa cosa del riordinare armadi sta diventando seria, davvero. Ho iniziato a scrivere un post che voleva essere un punto d'incontro tra il filosofico e il pratico ma alla fine mi son resa conto che dietro alla metafora dell'armadio c'è un'intera visione del mondo, dell'universo anzi. E soprattutto della mente.

Questo è solo il primo dei post che leggerete. 
State tranquilli che il CircoloVizioso non si sta trasformando in uno di quei fashionblog: non sono il tipo e soprattutto non voglio insegnare niente a nessuno, in quel campo.
Succede però che a furia di accumulare e di rimandare e di evitare, una si trovi poi con armadi pieni di cose, da provare, da sistemare, da rivedere.
Da affrontare.

E poi un giorno ti alzi dal letto e decidi che 
ora basta: oggi si riordinano gli armadi.
Anche perché il tempo sta virando verso un freddino frizzantino (perdonatemi il suffisso) proprio adatto all'autunno in arrivo. E bisogna cambiare abbigliamento. Allora archiviamo costumi e teli-mare (sniff), degradiamo le canottiere estive, eliminiamo tutto quello che "magari capita l'occasione di metterlo" che tanto io sto meglio in jeans e maglietta, e uso solo quelli, sempre e comunque.

E cominciamo dal capire di cosa stiamo parlando: riordinare l'armadio è un'espressione che può adattarsi a diverse, molteplici, interpretazioni. 
Da una parte c'è l'armadio, quello vero, magari 4 stagioni, pieno pieno pieno zeppo. Che quando lo apri dici
amo', non ho niente da mettermi
Dall'altra c'è la testa. Quella piena di idee di proposte di spunti di progetti di sogni. Che se tu potessi aprirla e guardarla dall'alto come un chirurgo all'opera diresti
amo', non so proprio più da dove cominciare
Cominciamo dall'inizio, allora. Riordiniamo l'armadio.

I trucchi salvatempo e salvaspazio si trovano gugolando in giro per la rete: dalle istruzioni passo passo per apprendiste casalinghe moderne e per Mamme Felici alle 10 regole d'oro della Pina (che è tutta una risata e ti fa fare un bell'esame di coscienza). Se poi passate sul sito di Ikea sai quanti suggerimenti vi sanno dare loro?

La questione fondamentale, alla fine, è solo una:
7) E’ severamente vietato appallottolare gli indumenti sia dentro le ante che nei cassetti. (cit.)
Less is more. 
Il minimo è il massimo. 
Poche cose. Ordinate.

N.B.: vale anche per le idee... ;)

domenica 15 settembre 2013

(come potete notare)

come potete notare,
se scorrete la pagina del CircoloVizioso, ad un certo punto sulla vostra destra trovate una casellina con una pubblicità. La prima volta che appare una pubblicità sul CircoloVizioso.
E' quella di Amazon. it, notissimo sito di vendite online.

Sono sempre stata 'allergica' a queste cose. Nel senso che sono sempre stata a favore del parlare e del pubblicizzare quando si trattava di consigliare prodotti che ho provato e con cui mi son trovata bene. Ma non ho mai pensato di guadagnarci su. Mi sembrava giusto e corretto l'onesto e sincero passaparola e non volevo rischiare la libertà di dire quello che pensavo, avevo qualche remora al riguardo, ecco.


Ora, diciamo che sono giunta ad un compromesso: dopo aver provato e testato l'affidabilità di un servizio ti viene semplice consigliarlo. Dopo aver verificato che gli ordini fatti su Amazon viaggiano più veloci della luce e che anche le restituzioni ed i problemi vengono trattati con professionalità ed efficienza, ho deciso di mettere anch'io un banner. Cliccatelo se siete curiosi, viaggiate su Amazon e - magari - fate un regalo a qualcuno: un buono, un libro, quello che vi va. 

Si chiama Affiliazione: è un sistema per cui, tramite quel clic una minima percentuale di quello che spenderete - se lo spenderete - arriverà al CircoloVizioso. 

Non conto certo di diventare ricca, in questo modo. Sto però studiando il mondo del web, ho qualche idea (meravigliosa!) in mente e vorrei testare tecniche, linguaggi e comportamenti che non conosco, prima di fare nuovi passi. Farlo qui, nel nostro CircoloVizioso, è il modo più semplice e più comodo per me.
Cambiare, crescere, guardare avanti, tornare anche sui propri passi, perché no? questo è progredire, questo è imparare.
E magari riusciremo, anche così, con questi piccoli passi, a sconfiggere la crisi... ;)

p.s.: dimenticavo: se e quando mi capiterà di mettere link affiliati in giro nei post, sarete chiaramente avvertiti, è una promessa!


p.p.s.: un anticipo della prossima stagione? sto cercando modi minimi, semplici, capaci di far scattare un nuovo comportamento anti-crisi e pro-sviluppo. Leggo di auto-produzione (e ci provo, anche), di downshifting e riuso-riciclo-rinnovo. Vediamo se quello che sto imparando riesco a condividerlo con tutti... se avete proposte e suggerimenti scrivetemi, mi raccomando! (la mail è: polepole2@excite.it)

martedì 10 settembre 2013

Che cosa succede? [post altamente meditativo]

Quante volte ci facciamo questa domanda? Quante volte la facciamo alle persone a cui teniamo di più, se le vediamo un po' giù, o solo un po' diversi dal loro solito?

A volte è troppo tardi, quando cominciamo a chiedercelo. A volte qualcosa è già cambiato in noi e tornare indietro è una delle opzioni non più cliccabili. E non è detto che si tratti solo di cambiamenti negativi, eh, anzi.
Corsi e ricorsi della vita. 
Cose che girano in modo diverso, da un definito momento, da un istante preciso in poi.
Ultimamente questa domanda me la sto facendo sempre più spesso - e non a causa delle domande che ci fanno i social, nonono! - e sempre più spesso cerco di non dare spiegazioni ma solo di capire e di sentire, in profondità, cosa accade davvero.
Uuuh, quanto siamo diventate sensibili!
Uuuuuuh, che blablabla senza senso!
Ah, no. Il senso c'è, altroché!
IlCircoloVizioso è nato insieme a mia figlia, in un momento fondamentale della mia vita, quando tutto cambiava, per sempre.
Qualcosa di me però voleva continuare a esistere e cercò di farlo con questo blog, che non ha mai avuto una 'mission', un obiettivo né un target preciso, se non il fatto di parlare di vizi, più o meno proibiti. Da mamma.
Insomma: solo un diario non troppo segreto, che invece che starsene chiuso col lucchetto nel cassetto di destra della scrivania è aperto a chi abbia voglia di leggerlo, a chi ha vizi e voglia di viziarsi.
Che poi di vizi innocenti si parla, in fondo in fondo.

Poi si cresce, si matura, si fanno scelte, si riordinano gli armadi.
Ora è il momento del Circolo: un po' di ordine e un qualche obiettivo esistenziale da raggiungere non fanno certo male, no?

Sto pensando alle possibilità: fare del vizio un manifesto da portare alto? coinvolgere sponsor e fare pubblicità a qualsiasi cosa richiami almeno uno dei sette vizi capitali? raccontarvi tutti i vizi che mi concedo ogni giorno, col rischio di attirare tutte le maledizioni della web-sfera?
In fondo sono una mamma anch'io. Ho due splendide creature che mi aspettano ogni giorno, alla fine della giornata lavorativa. Lotto con crisi isteriche e giochi da tenere in ordine (ma anche no), con piatti da lavare e panni da stirare (ma anche no) ogni giorno. E poi è appena ricominciata anche la scuola, vogliamo farci mancare le sveglie in ritardo e le corse sotto la pioggia prima che chiudano i cancelli?
Ecco ecco.

Ecco l'obiettivo, la mission di quest'anno appena iniziato: capire come si possa continuare a viziarsi, nonostante tutto. Raccogliere notizie e informazioni, aiutare altre mamme come me a concedersi quelle pause che tutti ci meritiamo. Trovare tutti i trucchi e i sotterfugi per poter risicare quei minuti (perché per viziarsi anche solo un pochino bastano pochi minuti al giorno, sapete?).

Io ci provo.
#iomivizio

domenica 1 settembre 2013

Settembre. Da dove ricomincio

Se provaste a guardare la pagina delle bozze dei miei post vi potreste anche spaventare: di quante cose vorrei parlare, di quante segno a mo' di post-it qualche link, qualche frase, tanti riferimenti...
Poi non è che mi perdo per la strada ma ho la brutta tendenza a voler specificare e approfondire un po' troppo, così il tempo passa e i post rimangono in bozza.
Ultimamente poi sembra essere diventato uno dei miei passatempi preferiti, quello di fare elenchi di cose di cui voglio parlare: lasciando la mente libera di pensare e di fare associazioni di idee (leggi "fare brainstorming", ma mi sono imposta l'uso della lingua italiana come regola per questo nuovo anno) mi succede di trovarmi con liste di parole, di immagini, di oggetti piccoli, che metto da parte per farne buon uso, un giorno.

Poi c'è che - imparando a fare buon uso di un blog, anche se qui siamo Nicchioni... - impari che dovresti avere una sorta di piano editoriale: una lista di argomenti di cui vuoi parlare, date, appuntamenti fissi, ecc. In tutti i casi c'è molto bisogno di ordine, pulizia e chiarezza (leggi "decluttering" e vedi sopra... :))

E allora oggi, che è il primo giorno di settembre e comincia un nuovo anno (il nostro anno, ndr) ecco che nasce una nuova stanza del CircoloVizioso: 
Lo Zibaldone delle idee
Parafrasando la raccolta mista di scritti del mio amato Leopardi, lo Zibaldone di pensieri (a proposito: magari ne parliamo, prossimamente. Chi ha voglia di leggerselo può farlo qui, gratuitamente), lo Zibaldone delle idee del CircoloVizioso raccoglierà appunti, post-it, idee, parole da approfondire, immagini, spunti, domande... insomma, tutto quello di cui vorrei parlare prima o poi, allafermatadeltempochenonho, ma con l'intenzione di farlo davvero, in un o dei giorni di questo nuovo anno.

Giusto il tempo di aggiungerci tutte le idee che mi girano per la testa... ;)

lunedì 26 agosto 2013

Quando tutti dormono

"Si cambia"
"Si cresce!"
Una risposta che mi ha sempre dato da pensare. Da quella sera, davvero, ci ho pensato mille e mille volte.
E' proprio così: i modi diversi di reagire a certe situazioni, a certi stimoli esterni, dipendono dalla nostra maturità, dall'esperienza e dalla velocità di reazione, che cambia con l'età.
Una volta avrei sofferto per certe parole sentite, per certi atteggiamenti. Una volta avrei subìto le pressioni (e le oppressioni). Una volta avrei ridotto me per dare spazio alla prepotenza e alla violenza  che stavano fuori.
Oggi ascolto, respiro, prendo atto.
E vado avanti per la mia strada. Col sorriso stampato sulla faccia e in testa l'obiettivo che mi sono posta. Serena.

Pensieri che passano per la testa mentre tutti dormono, finalmente, e io posso permettermi di pensare, di leggere un libro, di osservarmi, lucida e completamente onesta con me stessa.
Un bel momento, uno di quelli che non mi prendevo da un po'.
Ho meditato - profondamente - ho preso coscienza, ho respirato. Ho ascoltato il Silenzio.
Il silenzio che mi ha accompagnato per tutta questa vacanza: l'ho sentito, l'ho assaporato, l'ho cercato, me ne sono beata. Grazie al silenzio, finalmente, son tornata completamente io.
Grazie al silenzio ho ricostruito storie, momenti di vita passata. Grazie al silenzio ho rimesso insieme domande e risposte che si erano disperse. Grazie al silenzio ho imparato.

Grazie al silenzio ho capito.

sabato 3 agosto 2013

Non cercatemi, sono qui!

Senza nemmeno rendermene conto, all'improvviso, di punto in bianco, siamo arrivati al giorno della partenza.

Il bello del non dover prenotare mesi prima
Il bello di mettere due cose due in un borsone, tanti libri (il reader!), qualche gioco (inabbandonabile) e tanta carta da disegno e matite per i bambini bastiamo noi per non annoiarci
Il bello di lasciare a casa le preoccupazioni ed i rimedi farmaceutici, ché la cura migliore è la serenità ricordatelo sempre
Il bello di abbandonarsi al far niente che quest'anno sarà la parola d'ordine (solo una meta, a grande richiesta della PM: Castel del Monte. E Otranto, dove vorrei fare un po' di foto da mettere nel post sul libro che sto leggendo...)

Non invidiatemi, non cercatemi per un po', sono qui:
Riserva Torre Guaceto
E qui:
Una spiaggia
e qui:
Torre Saturo
Le foto fatte da me le metto al ritorno, eh... ;)

venerdì 26 luglio 2013

E oggi

E oggi finisce una fase, festeggiate con me!
E oggi chiudiamo una porta e prendiamo una grossa decisione
E oggi cominciamo a pensare alle alternative
E oggi passiamo il pomeriggio con i piccoli scatenati di casa. Canotti, ghiaccioli al latte di mandorla, colori da stoffa, giochi e bolle di sapone
E oggi sistemiamo quell'armadio un po' in disordine
E oggi cominciamo a pensare ai regalini da portare agli amici, che ci aspettano nel nostro luogo di vacanza preferito

E oggi, magari, prepariamo una cenetta di quelle come-si-deve al maritino, sant'Uomo.

E oggi iniziamo a leggere un nuovo libro.

Otranto, di Roberto Cotroneo


Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

argomenti viziosi

#10minutiPerMe #ioscelgolagentilezza #miregalolentezza #OperazioneUnPassoAllaVolta 2018_laBussola 5 stelle della P.M. A caccia di felicità con album scrap A piccoli passi accidia Afrodita alla fermata del tempo che non ho amici ancora amici antidolorificomagnifico appunti di vita vissuta architetti e architetture armadi baby babyy benvenuti a tutti blog candy e give-away buone feste Caccia al tesoro caro diario cartoline Casa Cena dell'Allegra Compagnia chi l'avrebbe mai detto? cioccolata dappertutto coccole con le mani in pasta con poche parole coronavirus costruire di felicità Di Semplicità Virtù Eco-sostenibile entusiasmo Flat Stanley fotografia giochiamo? gola grazie Happy Week Art Journal HappyWeekJournal2013 i supernonni i talenti Il gioco dei vizi il marconista Il Nostro Personale Giorno del Ringraziamento il vizio di leggere il vizio di riflettere il vizio di scrivere ilcircolovizioso ingenua insegnamenti Io me stessa e me iomivizio ItaliaNostra la grande transumanza dei segnalibri La mia agenda la supernonna la vittima lavoro LeggiAmo 2013 LeggiAmo 2014 LeggiAmo 2015 Liberiamo una ricetta 2013 Liberiamo una ricetta 2014 Lista delle Cose da Fare 2015 Lussuria mare MenoStressPiùFarfalle mi vizio con... Natalia Cattelani natura nodi che vengono al pettine non ci posso credere nonna Iolanda nuove amicizie Nutella Oggi vorrei proprio essere qui oroscopo ozio parliamone parole famose PECC pensieri e parole personaggi PestiPossibili Piccola Meraviglia piccolo Che piccolo-spazio-pubblicità PIF Pippi Calzelunghe Plastic Guerrilla poesia polepole al lavoro POLUCHINA posticini del cuore premi Project 10 books raccolte Ri-Vivere Ricette per la Cena ricette rubate rivelazioni S.A.L. scatole di latta scusa sogni e bisogni storia e storie di culture diverse strani vizi Summer Manifesto 2015 superbia swap tanti auguri a te Tatti Turisti a casa propria Una Casa a Modo Mio vecchi tempi VisteRiviste vizi Voglia di Creare voglia di viaggiare voglia di... writing tuesday ZEBUK zen zibaldone

...chi ha vizi come me...

Il Vizio di Leggere

Il Vizio di Leggere
Per non perdere il vizio, nonostante le mille cose da fare, per trovare il tempo da dedicare ad una buona lettura, per scoprire nuove emozioni e sensazioni, di quelle che solo un buon libro è capace di regalare a chi lo apre con passione e curiosità.

Il vizio di riflettere

Il vizio di riflettere
... il mio modo di Guardare e non solo Vedere ciò che ci circonda...