Le Pagine del CircoloVizioso

martedì 30 aprile 2013

I miei primi quarant'anni


si sono sbagliati. 
All'anagrafe, intendo.
Che mica è vero, cioè, è proprio impossibile che sia successo a me! Quand'ero piccola e vedevo quelli di 40 anni li consideravo già 'arrivati' e invece, ora... oggi...

Tutto da fare, ancora. 
Tutto da cominciare, anche. 
Niente da rifare, però, perché se davvero si potesse tornare indietro rifarei pari pari le stesse identiche cose. Tutte. Niente rimpianti, niente rimorsi. Farei gli stessi errori, anche sapendo a cosa portano. Perché questa sono io e lo sono diventata grazie anche a quegli errori.
Un po' come per le rughe della Magnani.
"Sì ma.. e tutto quello che ancora non hai?"
E chi l'ha detto che lo avrò mai? La vita è il percorso che facciamo verso uno obiettivo, non l'obiettivo ultimo; non solo quello, almeno. L'ho imparato in corsa, durante il viaggio, quando tutta tesa solo e soltanto all'obiettivo finale non mi accorgevo che la vita mi correva accanto e io non la vivevo.
Sì, molto probabilmente sono io che non riesco a fare più di una cosa alla volta, lo ammetto. Molto probabilmente il mio difetto più grave è proprio l'infiammarmi per mille cose diverse, iniziarle tutte insieme e poi non portarne a fine nessuna, se non con tempi dilatati. Molto dilatati. 
Continuo a rimandare certi obiettivi. Per prolungare l'agonia. No, per godermi il percorso. E per un misto di paura e nonsocosa. Per il timore che arrivata ad un certo punto io mi trovi a dire: e ora?
L'importante è accettarsi per come si è, senza rinunciare al miglioramento - quello mai! - ma senza logorarsi se il risultato tarda ad arrivare.

Sono una donna fortunata, molto fortunata, moltissimo fortunata: la vita mi ha dato molto più di quello che forse meritavo. O forse no, sono io che mi accontento di poco. O forse no, e la vita e le persone che mi stanno intorno, soprattutto, sono state così buone con me perché io potessi imparare a vivere nel modo giusto. Ho imparato a vivere con leggerezza. E non iniziando a pensare come una di quelle oche ma distinguendo tra le cose importanti per me e quelle che no. Imparando il sorriso. Imparando a dare a Cesare quel che è di Cesare e a me quel che è mio.
In tutti i casi niente e nessuno mi porterà via quello che ho imparato finora: non cederò di un passo.

Piccoli passi fin qui.
Da oggi imparerò a vivere leggera. Che è diverso dal vivere con leggerezza. E non è così facile, soprattutto per me, che tendo ad accumulare (e non parlo solo di rotolini sui fianchi).
Intanto continuo a scontrarmi ogni giorno con il mio più grande nemico; ora però finalmente ho capito come affrontarlo e non mi scalfiscono più le sue parole i suoi modi i suoi gesti. Come mi disse una Grande Amica un giorno, a questo punto posso dimettere la corazza che mi ero costruita per non soffrire.
E oggi festeggio nuda da quella corazza.
Con tutti quelli che mi amano nonostante i miei mille difetti.
Mi voglio bene. 
Questo è il mio più grande successo! (dopo i miei figli, naturalmente)

p.s.: questo post è stato scritto e programmato giorni fa, poi Mumtrioska ha pubblicato questo portandomi a realizzare quanto a volte si possa surfare su onde vicine... un Grazie anche alle sue conclusioni e un pensiero al suo amico. Mi sa che davvero noi due dobbiamo incontrarci al più presto...

martedì 23 aprile 2013

Più responsabilità per la girandola


Prendi qualche parola a caso, ritagliane una dal giornale, prendine un'altra dalla voce della commessa del negozio al piano di sotto, gugola un po' per trovare il resto, mescola per bene finché il risultato non ti ispira abbastanza.

Ora pensa pensa pensa.
Dà tanto da pensare questo titolo, se ti metti lì e leggi parola per parola. Se poni l'accento sull'una o sull'altra. Se provi a meditare sui significati, quelli diretti e quelli indiretti.

Puoi proporlo come tema per il prossimo mese, nel gruppo di scrittura. Sai quante cose belle ne possono uscire? Ho già mille idee che si rincorrono e non mi fanno dormire la notte (sì, perché ora è la notte che mi vengono le idee migliori)!

Poi c'è anche da dire che stai mettendo su anni, bimba. E questo ti porta a fare alcuni pensieri di tipo esistenziale, a porti certe domande anche se già sai che per te saranno sempre senza risposta, fino alla fine dei tempi.

E anche le tue nuove letture ti portano a metterti in gioco sempre di più, a tirarti in ballo e ad essere aperta alle critiche, soprattutto alle autocritiche.

Hai ancora voglia di pensare? 
Allora pensa alle girandole, sì: quelle nel vaso del basilico e della menta, quelle che con queste giornate di vento frullano frullano frullano e solo a guardarle fanno disperdere i pensieri cattivi... ecco, quello ci vuole ora: un vento forte, che porti via tutto quello che di cattivo sta arrivando alla tua mente. Ma forte, quel vento. Un tifone deve essere.
E acqua, che lava.
Per pulire tutto lo sporco.

Come se non bastasse "Più responsabilità per la girandola" è il tema della settimana per Meno stress più farfalle. Vediamo cosa ne viene fuori.