Le Pagine del CircoloVizioso

giovedì 27 giugno 2013

E la musica?


Riemergo da un periodo denso, viscoso.
Non per gli impegni scolastici della PM, non per il lavoro (non solo per quello), non per la vita di società (che forse ricomincia ora, che sta spuntando qualcosa di simile all'estate...)
[ho il dubbio che quanto sto per scrivere possa essere definito "un lunghissimo soliloquio", anche un po' palloso e logorroico, fate attenzione!]
La densità di questo periodo è dovuta a tutta quella serie di meditazioni personali, di approfondimenti, di domande che ti poni ad un certo punto della vita. 
Questo 'punto' può coincidere con lo scadere di una certa data (i 40 anni, ad esempio, ma va'?) ma anche no.
Ecco, in questo magari sono stata molto prevedibile: la mattina del 30 aprile mi sono svegliata ed ho effettuato la stessa serie di azioni automatiche (lavati-vestiti-preparalacolazione-accompagnaPMascuola-vaiallavoro) di ogni giorno lavorativo. Senza cognizione di alcun tipo. 
Poi mi sono seduta alla scrivania e mentre lavoravo (giornata piena, al solito)... ecco arrivare i pensieri, le domande, ecco che il momento del bilancio si è presentato, atteso e non temuto.

I miei primi 40 anni non me li immaginavo così.
Onestamente, i miei 40 anni non li immaginavo proprio. Eppure son sempre stata una che sognava il futuro e che si faceva anche dei film piuttosto elaborati. 
Semplicemente, ho vissuto. 
Sono cresciuta. 
Sono 'maturata'.
La bella sorpresa è che mi riconosco in quella persona che vedo se mi guardo allo specchio. Mi riconosco nei capelli, negli occhi, nel sorriso. Mi riconosco nell'abbigliamento e anche nei gesti!
Sono io, come ero, come sono sempre stata! Con tutte le esperienze che gli anni mi hanno portato. Con il crescere ed il capire, con l'imparare dai propri errori e con i nuovi sogni, con le fantasie e le scoperte.

Poi

La musica fa sognare e volare capire | La musica dà la forza di reagire | La musica fa viaggiare senza partire | La musica fa capire ciò che vuoi capire. (Litfiba)
In tutta questa vita, di una sola cosa mi ero pian piano dimenticata: la musica.
La musica che mi seguiva sempre, ovunque. La musica che accompagnava la vita. Gli acuti, i bassi, le pause, gli assoli, i ritornelli.
La musica è stata sostituita da un rumore di sottofondo, continuo, mono-tono. Un ronzio, un fastidio, un suono costante che a lungo andare danneggia la mente.
E allora, per proteggermi, ho cercato il Silenzio. E continuo a cercarlo, molto spesso.
Silenzio che aiuta a ritrovarsi, Silenzio che ti porta per mano a riconoscere te stessa, Silenzio che ti insegna la strada.
Silenzio che cura.

Ho avuto anche Amiche di quelle con la A supermaiuscola, lungo questa strada. Che mi hanno offerto una chance, un appiglio, una scommessa di quelle in cui credere. E allora, piano piano, la Musica si è fatta di nuovo sentire: prima era un leggero tintinnio al vento, il frinire di un grillo che si è trasformato in canto e poi in orchestra.
E poi piano piano è tornato il rock, sono tornati il ritmo e la musica 'buona', quella che scalda il cuore e che ti carica di energia positiva.

Ecco di nuovo il jazz, ecco la musica pop, ecco anche il reggae e gli spirituals. Ecco la classica, il funky, il metal... 
ecco il blues.

Basta riconoscerle, ognuna ha il suo momento, ogni genere accompagna la tua vita e ti suggerisce soluzioni e reazioni giuste.
Basta capire chi hai di fronte e affrontarlo.
Basta riconoscere i pericoli.
Basta avere a fianco le persone giuste. 
E io le ho avute.

[Il blues c'è stato, e c'è ancora, ogni tanto: l'ho riconosciuto, finalmente]

sabato 8 giugno 2013

Il marconista - Il sogno (realtà vissuta)

Dopo un bel po' di tempo, passato tra mille cose e tanti punti della situazione da fare (colpa dei miei 40 anni suonati), torna  ancora il Marconista con le sue storie, i suoi appunti svolazzanti, i suoi tiriri-tararà, le sue rime, a volte ingenue a volte incomprensibili.
Un uomo semplice, normale, con un lavoro forse un po' noioso e ripetitivo ma molto molto importante. Che - provo a immaginare - vicino al suo attrezzo di lavoro teneva un quadernetto e mentre aspettava i messaggi da trasmettere e da ricevere, pensava e meditava.
E scriveva.


Da capire, anche stavolta, il suo pensiero: a chi si rivolge? quale è la sua domanda? Le pagine, qui, sono tormentate e stropicciate, segno di molti pensieri e tante riletture.
Che si tratti di poesia o di semplici pensieri, fermati così come venivano sulla carta, mentre il marconista attendeva i segnali da trasmettere, non lo sappiamo. 
Solo, il fatto che un uomo così 'normale', vissuto in un altro tempo, in un'altra epoca, possa aver scritto cose così, a me fa una tenerezza...


Il sogno (realtà vissuta)
Due occhi lucenti e all'improvviso
un viso
copioso di lacrime e di tristezza intriso
il ritorno di un dubbio oscuro e indimenticato
Perché piangi così chies'io
Non t'ho mai vista in questo pianto e triste
Rispondimi a quel dubbio oscuro che mi assilla
e rassereni la mia mente afflitta
che da quel dì ancora mi tormenta
Mi rispose con calma dolorosa
ed un sorriso che asciuga ogni cosa
dagli occhi e dal suo viso di una rosa
Piango per te che ti tormenti invano
per un dubbio che mai mente mia vi pose mano
E' il destino che all'improvviso segna
la meta di una vita da fermare
Il risveglio improvviso e riflessivo
mi induce a valutar serenamente, se il sogno
porti serenità nella mia mente.