L'uccello con la spina nel petto segue una legge immutabile; è spinto da non sa cosa a trafiggersi, e muore cantando. Nell'attimo stesso in cui la spina lo penetra, non ha consapevolezza della morte imminente; si limita a cantare e a cantare, finché non rimane più vita per emettere una sola altra nota. Ma noi, quando affondiamo le spine nel nostro petto, sappiamo. E lo facciamo ugualmente. Lo facciamo ugualmente. [Uccelli di rovo, Colleen McCullough]
Leggo pochi blog ultimamente, dedico alla rete poco tempo ma cerco di scegliere cose che mi facciano pensare profondo.
Le parole verranno mi ha fatto ricordare di quel bellone di Richard Chamberlain, signoramia quant'era bello! Scopro gugolando che l'autrice del romanzo è morta qualche mese fa e ancora che lui, uno dei modelli d'uomo mammamia che avevo all'epoca... ehm, ha fatto coming out, anche lui.
Automatico cercare subito il romanzo, oggi vado in biblioteca, sono sicura di trovarlo lì pronto ad aspettarmi, il mio padre Ralph! Lo affiancherò alla lettura di un altro, appena caricato sul reader, un tale Grey che va tanto di moda, di cui non ho letto ancora niente e so quel tanto che mi basta per capire che non è il mio genere. Ma magari chissà.
E automatico riguardarsi qualche scena della serie (scopro che a rivederla non è proprio da bambini!) e riascoltare questa musica che rievoca lacrime e singhiozzi e sogni di bambina. (E qui dovrebbe venirmi in aiuto la mia amica patita degli anni 80 almeno quanto me)
E avevo 10 anni, quasi 11. Soli? E i miei mi permettevano di guardare certe sporcaccionerie? ussignur!
Tante domande si fanno strada nella mia testolina, appena sconvolta dall'idea che io, che mi proclamo tanto "mamma con idee libere", non farei vedere queste scene a mia figlia mancomorta, nononononseneparlanemmeno. Già mi sembra troppo avanti così com'è.
Penso agli amici che ho e a qualcuno di loro che non avrà mai il coraggio di mostrarsi per come è, di dire quello che davvero gli piace, di parlare a voce alta di quello che ama. Penso a chi ha camminato duro, consumato strade e piedi fino a capire che questa è l'unica vita che abbiamo e dobbiamo viverla come siamo, senza maschere. Scontato e banale. Ma vero. Penso alle mamme che smorfiano sconvolte quando si parla di Leggere liberi da stereotipi e di libri per bambini. Penso al sindaco di Venezia e alla sua lista nera, che fortunatamente sta diventando una lista di consigli letterari. Penso ai libri che devo ancora leggere, penso che non mi basterà tutta la vita, nonostante stia adoperando anche buona parte della notte per leggere. Penso che non ho mai amato i romanzi troppo "rosa", quelli dei sospiri e delle passioni tenute nascoste. E penso che è tanto forte vedere e trovare il bello e il buono in tutti ma alcuni proprio lottano per metterti i bastoni tra le ruote e risultarti antipatici da morire. Penso a quelle sere a guardare Uccelli di Rovo, con la testa sul cuscino del divano e anche chissàdove. A mia figlia, sette anni e mezzo, che mi bacchetta perché non mi trucco e guarda Clio con tanto interesse. E io glielo lascio fare. E la guardo anch'io, per imparare.
"Uccelli di rovo"... caspita, lo guardavo anche io e avevo più o meno la stessa età!!! E' vero, a pensarci bene, la situazione di certe scene era un po' spintarella: dai, un prete, anzi un vescovo, che si spupazza una donna di moooolti anni più giovane di lui!!!
RispondiEliminaGrtazie per la traccia musicale, non mi ricordavo che era tanto bella. Quanto mi ha fatto sospirar Padre Ralph!!!
Un bacione
Francesca
Uuuhh, quanto ho pianto con questa musica in sottofondo... :)
EliminaIo intanto il romanzo l'ho preso in biblioteca, le vacanze porteranno consiglio... :)
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