giovedì 22 gennaio 2009

post goloso con dedica - TORTA CREMA E CIOCCOLATA


Tanti auguri Unika!
questo post è dedicato a te, per il tuo compleanno!
Perché ti conosco da poco ma mi sembri proprio una persona che si merita questo regalo.
Perché mi stai proprio ma proprio simpatica.
Perché ho fatto una promessa e quando si fa una promessa si deve mantenere.
Perché avevo proprio voglia di un dolce.
Perché lo ammetto, mi sono fatta un po' aiutare per la pasta frolla (l'ho detto che io i dolci preferisco mangiarli che farli...!?) ma la crema e la cioccolata le ho fatte io...!
Perché anche se non ha decorazioni spettacolari, è una torta fatta con il cuore...
Perché questa Torta crema e cioccolata, sarà spolverata stasera,
in tuo onore
e per festeggiare l'11° complemese della Piccola Meraviglia,
che ultimamente appena vede una candelina, soffia soffia soffia...
Tanti auguri Unika!
Soffia, soffia, soffia ed esprimi un bellissimo desiderio!
un baciotto crema e cioccolato,
polepole, papino e la piccola meraviglia

venerdì 16 gennaio 2009

nonna raccontava storie

stamani, un bel pensiero felice donatomi da mammafelice: ricordate le favole sonore? quelle con tanto di libro illustrato e 45 giri da veder sparire nel mangiadischi e poi da ascoltare con aria sognante... così si imparava a leggere, ma soprattutto - nel mio caso - così ho imparato ad ascoltare gli altri, a capire i toni di voce, a sentire i loro sentimenti.
Mi è sempre piaciuto ascoltare, sono stata abituata fin da piccola a sentire storie: mia nonna, forte contadina con alle spalle un passato di rinuncia a quasi tutto ma non a raccontare storie, me ne ha sempre raccontate tante; non le storie classiche ma storie diverse, secondo me inventate da lei, magari usando spunti di vita quotidiana...
* e allora saltava fuori la principessa con la lisca di pesce di traverso ed il contadino che la salvava con l'unguento ottenuto da una rana,
* c'era la storia e le avventure della 'famiglia allargata', come diremmo oggi, formata da padre, seconda madre, figli della prima e della seconda madre, con tutte le bravate dei figli maschi e le civetterie delle figlie femmine (in questa c'erano davvero tanti riferimenti alla vita di mia nonna...)
* mi raccontava di quella volta che massaro Peppe (gestore della masseria, struttura contadina tipica dell'Italia meridionale) aveva nascosto i soldi guadagnati nel pozzo e di tutto quello che gli era capitato per riuscire a recuperarli
* scoprivo che gli animali parlano fra di loro e si prendono gioco di noi, che non capiamo il loro linguaggio
* mi meravigliavo di quante persone potevano entrare nella casina piccina picciò (ma forse questa era una storia di Rodari...)

il bello era che ogni volta, in ogni storia, venivano fuori personaggi nuovi e nuove situazioni: nonna arricchiva di particolari le storie e a volte, quando era di buonissimo umore, cambiava anche i finali se le dicevo che non mi piaceva quello che mi aveva raccontato la volta prima. Raccontava queste favole con un entusiasmo, una vivacità, una ricchezza di toni di voce, di espressioni del viso, che era quasi come vederle alla tv; poi, dopo qualche giorno tornava con i pupazzetti di stoffa cuciti per l'occasione con gli avanzi che trovava in casa: e allora le storie diventavano animate, come in un teatrino: la volpe e l'uva, il lupo e i sette capretti, cappuccetto rosso, pinocchio, queste storie per me erano ancora più vere perché i personaggi li muovevo anche io, perché avevo i pupazzi a disposizione e quindi in ogni momento potevo vederli e animarli e rivederli e cambiare i finali e aggiungere cose e particolari.
E io ascoltavo
e immaginavo
e mi immedesimavo in quei personaggi e in quelle situazioni
e a volte mi commuovevo o ero felice per il resto della giornata se una storia era terminata con un bel lieto fine...
... tutte queste storie mi sono tornate a mente tante e tante volte da piccola, nei momenti in cui ero in difficoltà, in quelli tristi e in quelli felici e sono il ricordo più forte che accompagna il pensiero di mia nonna. Sono il più grande insegnamento che mi abbia donato: la fantasia e la voglia di inventare, l'entusiasmo anche nelle piccole cose, il saper ascoltare gli altri. Che non è una cosa così semplice, soprattutto oggi.
Quindi certo che le favole sono importanti, che aiutano a vedere la vita da un punto di vista esterno: se certe cose accadono agli altri e questi riescono a venirne fuori, vuol dire che una soluzione c'è e quindi anche noi possiamo farcela. Le favole aiutano ad avere più fiducia in se stessi, più coraggio, più forza d'animo, più ottimismo.
Alla Piccola Meraviglia abbiamo comprato il cd (eh sì, il tempo passa ed il mondo si evolve...) dei tre porcellini: è ancora piccola, certo, ma dovreste vedere come si incanta ad ascoltare (x addirittura tre secondi rimane ferma...!) e come cambia espressione quando sente la voce del lupo!
alla fermata del tempo che non ho:
dovrò anche io trovare qualche scampolino per costruire i pupazzi dei tre porcellini, del lupo (tanto poi quello si può usare per un sacco di storie diverse...) e magari anche le tre casette (di paglia, di legno, di mattoni), che potrebbero diventare tre scaldini di quelli con dentro i noccioli di ciliegia... sì, l'idea mi va!
...un altro pensierofelice per l'antidolorifico...

giovedì 15 gennaio 2009

il significato di polepole

in tanti mi chiedono cosa significhi il mio nick
io penso che la scelta di un nick-name sia un po' come la scelta di un vestito, di un accessorio, di tutto ciò che in qualche modo rappresenta la propria personalità, o meglio di ciò che vogliamo far vedere di noi stessi in un dato momento della nostra vita.
Siamo in un mondo in qualche modo alternativo,
quello di internet, della "rete", dove ognuno può essere quello che vuole, inventarsi una nuova vita oppure essere se stesso, quello di tutti i giorni,
quello della mattina appena sveglio con gli occhi che non si vogliono aprire,
quello di "...e stasera cosa metto in tavola?" (e allora ci si inventano ricette con gli avanzi, trasformate in piatti da chef di gran cucina, solo perché curati e decorati, un po' più amati del piatto di pasta all'olio... sì, perché anche far da mangiare è in qualche modo "amare"),
quello che deve pagare le bollette e far tornare i conti e farci incastrare anche il regalino per il compleanno di questo e quell'altro... e allora vai di fai-da-te (che i regali fatti a mano costano poco ma sono fatti col cuore..!)
quello che ha tanti vizi e non vuole smettere di averli 'perché se non ci si gode la vita che si vive a fare'? E poi vivere la vita è il modo migliore di ringraziare chi ce l'ha donata!
Sicuramente polepole è tutto questo: quello che io sono, che vorrei sempre essere, che voglio che gli altri riescano a vedere di me. E' il mio modo di essere, semplice, vero, senza fronzoli, alla giornata ma con tanti sogni, libero.
polepole è nata il 15  settembre 2006, all'alba di una 
promettente giornata nell'emisfero australe: il programma dei beach-boys diceva solo "blue day"... il resto lo lascio all'immaginazione... e a questa foto...

quel giorno per polepole rimarrà per sempre il giorno di una delle rinascite più importanti: dopo quelle capitate in seguito a delusioni amorose, dopo quelle che avvengono per i tristi accadimenti della vita, dopo le rinascite culturali e lavorative, dopo la rinascita e la scoperta dell'amore di tutta la vita...
quel giorno - dopo un viaggio avventuroso su un pulmino bianco sgangherato, con un autista che te lo raccomando, in compagnia di otto nuovi amici (che saranno in futuro i fondatori de ilcircolovizioso), su una spiaggia di cui non ricordo il nome, con una "guida turistica" nera come la pece ma che si chiamava Tony e sapeva i prefissi telefonici ed i CAP di tutta Italia, che sapeva i nomi dei ristoranti di Lucca senza aver mai preso una barca ed essere approdato in terraferma, che aveva una 'chiacchiera' che mai avrò io nella mia vita, che viveva di quello che dava a noi (noi turistipercaso in viaggio di nozze, con una valigia davvero piena di sogni!) e lo faceva con tutta l'anima e tutto l'entusiasmo che si deve chiedere ad una guida turistica ('guida' lo era di fatto ma non riceveva lo stipendio di quelle del 'villaggio') -, quel giorno polepole capì che ora poteva finalmente essere "sé". Ed esserlo con tutti, esserlo in tutte le situazioni, esserlo sempre e comunque, aldilà delle convenzioni e delle richieste e delle esigenze degli altri.
Essere "sé", con i suoi modi ed i suoi tempi.
E, arrivati sulla spiaggia dicuinonricordoilnome, scelse la barca che l'avrebbe portata sulla lingua di sabbia in mezzo all'Oceano Indiano: polepole
Il nome diceva tutto: in lingua swahili polepole significa piano-piano.
Era la 'dau' col motore più piccolo, quella che poteva portare meno persone, quella con la vela più sporca, ma solida e resistente... al timone un ragazzo con un costume rosso, di poche parole (soprattutto in inglese, forse era l'unico che in quel paese non sapeva l'italiano?), che durante la traversata di 15 minuti verso quel paradiso in mezzo al blu ci insegnò una canzone nella sua lingua: Jambo, canzone che mi è rimasta nel cuore (come tutti gli attimi, vissuti e gustati uno alla volta, di quei sette giorni a Zanzibar).
polepole
è il modo in cui voglio vivere tutto il resto della mia vita,
con la meraviglia per ogni cosa,
con l'entusiasmo, la voglia di vivere, la dolcezza e gli occhi persi nel cielo delle fantastiche persone che ho conosciuto durante quel viaggio,
con la lentezza e nello stesso tempo la vivacità di quelli che hanno la felicità nel cuore e che, da ogni cosa che gli si presenta, prendono solo l'energia positiva
con la gioia per quello che ho
con la fantasia necessaria per trovare ogni giorno un modo diverso per godersi la vita che abbiamo
con la felicità di esserci e di essere così come sono
con una sola risposta ad ogni problema che si pone nella vita: hakuna matata, non c'è problema
tutto si risolve.

giovedì 8 gennaio 2009

TAGLIATELLE AL CACAO CON LA ZUCCA

oooooh, finalmente tornano i miei cari, amati vizi golosi...!
3 gennaio 2009: agognati giorni di vacanza (anche se ieri lavoravo...), quando si possono coccolare i propri sensi, quando si può pensare un po' al sè, allo star bene con gli altri, all'amata cucina, ultimamente un po' abbandonata...
sabato mattina dovevamo andare all'Ikea per qualche acquisto (principalmente alla ricerca di angoli in gomma, tappi per le prese di corrente, ecc., il tutto per cercare di rendere la casa un po' più sicura, in vista delle avventure gattonanti della Piccola Meraviglia..), ma un bruttissimo raffreddore improvviso, con tanto di nasino che cola, il primo nella vita della nostra piccolina, ci ha fatto abbandonare il programma.
Ok, ripartiamo da capo: chiamiamo la zia, così stasera stiamo in compagnia.
Menù
- tagliatelle al cacao (viste e prese in un negozietto di pasta fresca il giorno prima) con la zucca bio dello Zio che viene dalla Puglia
- frittata in forno con prosciutto e pisellini dell'orto (raccolti e congelati in tempi migliori...)
- puntarelle con le acciughe
il tutto ben accompagnato con un vino pugliese (negramaro e cabernet-sauvignon insieme) che forse era un po' forte ma taaaaaaanto buooooooono...
Dosi e quantità sono un optional, perché non ho pesato niente (ma sì, crepi l'avarizia...)
  1. Pulisco la zucca e la taglio a cubetti di 1 cm (a qualcosa servirà il diploma di geometra!), poi la salto in padella con un filo d'olio e mezza cipolla bionda, bagno con vino bianco e ci butto un pezzetto di peperoncino (ma prima verifico che non sia quello calabrese, che se no poi si beve solo acqua e non si mangia!)
  2. Tolgo tutto dal fuoco e frullo la zucca col frullatore a immersione (nella vecchia versione la zucca la schiacciavo con la forchetta.. poi è arrivato il cognato che ha scoperto la passione per la cucina e mi ha fatto capire che sono una che ama complicarsi la vita...)
  3. Intanto ho messo sul fuoco la pentola con tanta tanta acqua e un filino d'olio (per non far attaccare la pasta)
  4. Riprendo la padella di prima, un filino d'olio (ma poco poco) e almeno tre fette di pancetta nel grasso (sempre nell'ottica: "la dieta si comincia di lunedì", chissà di quale mese, però!). Quando il grasso della pancetta diventa trasparente aggiungo la zucca frullata e faccio insaporire.
  5. Cuocio le tagliatelle al cacao molto al dente (occhio perché poi la pasta deve essere passata in padella e ci deve stare due-tre minuti.. se si scuoce si butta tutto via...!) e le salto in padella con la zucca.
  6. Niente formaggio, tanto appetito e curiosità, gola solleticata dal profumo che vien fuori dalla pentola dove avete cotto la pasta, che ora sa di cioccolata calda: nella pasta comunque il sapore di cacao è quello giusto e non stucca per niente (ma a chi stucca la cioccolata???)

venerdì 2 gennaio 2009

OGGI. UN ANNO FA


Sono al lavoro, approfitto della calma (solo apparente, è chiaro!) per sistemare tutte le cartacce accumulate nel corso del 2008, quelle che stanno nell'angolo in alto a sinistra della scrivania, quelle che "appena c'ho un attimo le sistemo"... e infatti, puntualmente, è un anno che sono lì a maturare...
Gli occhi passano senza volere sul calendario, poi sull'agenda:
2 gennaio 2008
- corso pre-parto
- visita
- giretti per spese varie
praticamente oggi, un anno fa

e così un flash: oggi, un anno fa, ero con le mie compagne del corso pre-parto, a ridere e scherzare, a fare pronostici su chi nasceva prima: c'era chi descriveva fin nei minimi particolari come avrebbe partorito in acqua e c'era chi invece aveva una paura tremenda e non sapeva cosa aspettarsi... era una bella giornata di sole, proprio come oggi, l'aria era frizzante e una copertina di ghiaccio era stesa sui cespugli. La pediatra ci raccomandava le cose da tenere sempre a portata di mano in casa, perché "questi bimbetti possono sempre farsi venire la febbre nei momenti più impensati" e io pensavo solo che ero felice, che non desideravo  altro dalla vita che vedere quell'esserino che quando mi mettevo a sedere si scatenava nella più sculettante delle samba (tra l'altro lo fa ancora...).
La visita aveva sentenziato: "ancora tutto fermo, la Piccola Meraviglia è lì tranquilla e non ci pensa nemmeno lontanamente a nascere"...col freddo che è, chi glielo fa fare?!! pensavo io, che intanto mi godevo il solicino che filtrava dalla finestra nello studio della dottoressa. Lo schermo dell'eco era fermo sull'immagine della Piccola Meraviglia, beatamente sdraiata, con le gambe per aria ed il dito pollice in bocca (forse stava raccontando alla dottoressa che mamma aveva un po' alzato il gomito, la sera dell'ultimo dell'anno?)... ok, ci vediamo la prossima settimana...
I giretti per le compere in realtà erano una scusa per non tornare in ufficio, in quella bella giornata di sole: anche se era freddo, non avevo proprio voglia di rimanere seduta al computer, visto che il capo aveva bofonchiato: ".. in quelle condizioni lì, sui cantieri non ti ci mando proprio! ma quando nasce? e quando torni al lavoro?"... e allora una telefonata ad un'amica e vai di cioccolata calda in città, che le voglie non me le sono proprio fatte mancare... e quando mi ricapita di essere coccolata così? ma soprattutto quando mi ricapita che il maritino non mi stia sempre a controllare quanto mangio, cosa mangio, con che frequenza mangio??? (bacino al maritino più migliore che ci sia...)
Oggi, un anno fa
ero proprio una donna felice
ma mai quanto lo sono ora: la Piccola Meraviglia ha aspettato ancora un bel po' a nascere da quel giorno (voleva aspettare il calduccio...), si è fatta desiderare, ha mobilitato tutto il parentame coi suoi falsi allarmi, in attesa della sua bella luna piena; da quando è nata la vita della famiglia felice è cambiata, in meglio anche se non c'è più tempo per fare tutto quello che facevamo prima... ci ha portato una nuova gioia di vivere, di stare insieme, di divertirci con niente (basta una sua smorfia per ridere e scaldarci il cuore), di accoccolarci sul tappeto per giocare con le sue costruzioni profumate...
Oggi, un anno fa
non avevo la minima idea di quello che mi avrebbe riservato la vita...
Oggi un anno fa
non sapevo che mi stava aspettando una meravigliosa vita da sogno insieme alle persone più importanti della mia vita

Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

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Il Vizio di Leggere

Il Vizio di Leggere
Per non perdere il vizio, nonostante le mille cose da fare, per trovare il tempo da dedicare ad una buona lettura, per scoprire nuove emozioni e sensazioni, di quelle che solo un buon libro è capace di regalare a chi lo apre con passione e curiosità.

Il vizio di riflettere

Il vizio di riflettere
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