Costruisci una porta! |
Me lo dico da sempre: se non hai un lavoro che ti piace devi inventartelo. Se non hai l'opportunità di fare e dimostrare le tue capacità, quell'opportunità devi costruirla.
E piano piano, con passetti infinitamente piccoli, mi rendo conto che qualcosa sto facendo. Seguo l'esempio della mia amata Poluchina, ascolto le parole che lascia sulla mia strada, la cerco quando mi sento completamente annientata dalle energie negative delle persone che condividono tratti di strada con me (di gente negativa è pieno il mondo, lo sapevate?), mischio piccoli passi alla vita di tutti i giorni, a quella quotidianità che spesso va stretta perché vorresti scalare mari e monti e invece.
Te ne sei accorto sì
che parti per scalare le montagne
e poi ti fermi al primo ristorante
e non ci pensi più
(La verità, Brunori Sas)
Lo ammetto: la mia maggiore difficoltà è combattere la pigrizia di base che mi ritrovo come bagaglio. Nonostante l'entusiasmo, la spinta che mi fa partire a testa bassa come un Toro, mi capita spesso, troppo spesso, di appoggiarmi per un momento in un luogo comodo, comodissimo, in una gabbia dorata, e di rimanerci poi per troppo tempo.
E infatti questa canzone sulla verità, ormai così famosa, suonata su tutte le radio, mi tormenta da un po'. E il bello è che mi piace, mi piace un sacco, questa canzone. Anche se dice cose di me che mi piacciono un po' meno. Ma accettare la verità è anche un modo per affrontarla e superarla e magari modificarla.
* questo Brunori Sas me lo devo studiare meglio, sì...
“a volte basta una canzone, anche una stupida canzone,
solo una stupida canzone, a ricordarti chi sei“ *
* questo Brunori Sas me lo devo studiare meglio, sì...
La cosa più divertente poi è scoprire e rendersi conto di tutti i segnali che arrivano a dirmi:
Svegliati!
È ora!
Devi ripartire!
È ora!
Devi ripartire!
Per esempio: mi capita di trovare abbandonato su una poltrona della sala d'attesa della mia dentista un Classico di quelli che dico "Eh, prima o poi devo leggerlo!" e se non l'avessi trovato lì magari non lo avrei mai fatto: la mia dentista ha accolto il progetto della biblioteca comunale del mio paese e ha fatto spazio ad uno scaffale di libri a disposizione di chiunque passi di lì. Un BookCrossing che gira per tutto il paese, tra uffici postali, negozi di alimentari, farmacie, boutique.
Proprio a dirti: sei in coda? stai aspettando il tuo turno? allora leggi!
Di cui - ignorante! - so solo che è un classico da leggere.
Di cui a scuola non abbiamo fatto in tempo a parlare, probabilmente, perché il mio prof era fissatissimo col Novecento e questo classicone non se lo sarebbe fatto scappare, se solo avesse avuto tempo per farcelo leggere.
Di cui mi innamoro fin dalla prima pagina, perché quel Giovanni Drogo che parte presto presto per la Fortezza mi sta un sacco simpatico.
Poi a ogni pagina sento un campanellino che mi avverte del pericolo: quella "abitudine", quella tendenza a rimandare, quell'attesa del momento giusto, della grande occasione... sembro proprio io, a volte. No, spesso. Fin troppo.
Allora macino pagine, con l'ansia di sapere se quella grande occasione arriva oppure no, macino pagine alla ricerca del particolare, della strategia giusta per sconfiggere quel Deserto dei Tartari che Drogo teme tanto e che allo stesso tempo lo affascina. Da lì deve arrivare la Grande Occasione, da lì!
"[...] Ma a un certo punto, istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno. Allora si sente che qualche cosa è cambiato, il sole non sembra più immobile ma si sposta rapidamente, ahimè, non si fa tempo a fissarlo che già precipita verso il fiume dell'orizzonte, ci si accorge che le nubi non ristagnano più nei golfi azzurri del cielo ma fuggono accavallandosi l'una sull'altra, tanto è il loro affanno; si capisce che il tempo passa e che la strada un giorno dovrà pur finire." (Il deserto dei Tartari, Dino Buzzati, pag. 47)
Mentre scrivo questo post guardo l'ora, perché non vedo l'ora di continuare a leggere e arrivare alla fine del libro.
Perché quello che voglio è sconfiggere quel deserto, riuscire ad affrontarlo e ad attraversarlo, senza paura che proprio da quella parte arrivi il "pericolo", quella Grande Occasione che tanto temo e che però attendo col fiato sospeso. Solo che non si può aspettare con le mani in mano, rimandando la propria vita a quando "qualcosa succederà".
E allora continuo a costruire porte, sperando facendo tutto il possibile perché da una di quelle porte esca l'opportunità che cerco.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver lasciato un commento alle mie parole!
In questo modo nell'archivio dei vizi rimarrai anche tu, con le tue parole, col tuo pensiero, con la tua mente... e magari così verrò a trovarti anche io e chissà che non ne nasca una nuova amicizia...!!!
polepole