Luci, cene di lavoro, impegni e inviti per le imminenti feste natalizie.
Pacchi natalizi, panettoni, spumanti e torroni.
Ma dove?
Ma dove?
I siti e le newsletter (che "ricevi perché sei iscritto alla newsletter di PincoPallino") mi parlano, come ogni anno, delle feste e dei mille impegni mondani che tutti noi dovremmo avere. Del poco tempo che non abbiamo da dedicare ai regali - che per la maggior parte saranno inutili, indesiderati e ingombranti - da fare a Tizio e Caio. Loro si occuperanno di noi, loro ci aiuteranno a decidere tutto e noi dovremo solo fare clic, tutto arriverà direttamente a casa del destinatario in confezione regalo con tanto di biglietto augurale.
Spot che ci parlano di vacanze di natale da passare nei posti più caldi, al riparo dalle preoccupazioni e dallo stress del lavoro.
Pubblicità di situazioni paradisiache, di famiglie in pace col mondo, di titolari e dipendenti che si vogliono tanto tanto bene. Di clienti che non vedono l'ora di saldare i conti.
Ma davvero?
Io non posso pretendere di sapere cosa succeda veramente nelle altre famiglie, negli altri paesi, nelle altre città. Leggo nei siti e nei blog lo stesso calore e la stessa fiducia nel mondo intero degli altri anni, nonostante tutto. Facciamo finta di niente, ci nascondiamo dietro alle luci dell'albero: è Natale e dobbiamo essere tutti felici. E ci credo, e sono convinta, sono davvero convinta che nelle singole persone ci sia del bene, che ci sia bontà e volontà, che ci sia amore per il prossimo.
Ora vi dico cosa succede qui da noi.
Niente di tutto questo, quest'anno. Niente bagliori scintillanti, poche feste e ancora meno voglia - o modo - di fare regali materiali.
Sembra che la crisi, di cui tutti sembrano essersi momentaneamente dimenticati - sotto l'effetto edulcorato dei biscotti allo zenzero e dei panettoni in preparazione su tanti foodblog che seguo (e meno male che ci sono loro) - si sia impossessata di noi, sembra che non ci sia spiraglio all'orizzonte, che tutto sia nero e buio e oscuro.
Facciamo sorrisi tirati, ci aggiriamo tra luci e ghirlande là fuori, mentre sappiamo che dovremo tirare avanti chissà ancora per quanto stringendo i denti, tirando la cinghia e affidandoci alla clemenza del clima economico.
Programmiamo menù risparmiosi, ci inventiamo ricette che limitino le spese e riempiano la pancia.
Quando uno ha provato la "paura di diventare povero" certe cose le teme di più, lo so.
E non che si sia mai scialacquato, eh, lasciatemelo dire. E' che col tempo ci si fa prendere dalla foga, ci si fa coinvolgere dal mondo che gira intorno e - a volte - si perde l'obiettivo principale.
Programmiamo menù risparmiosi, ci inventiamo ricette che limitino le spese e riempiano la pancia.
Quando uno ha provato la "paura di diventare povero" certe cose le teme di più, lo so.
E non che si sia mai scialacquato, eh, lasciatemelo dire. E' che col tempo ci si fa prendere dalla foga, ci si fa coinvolgere dal mondo che gira intorno e - a volte - si perde l'obiettivo principale.
Quello di essere felici. Senza oggetti ma con tanti affetti.
Un Povero Natale.
Questo è quello che stiamo facendo, che stanno facendo, al Natale come lo sentivamo da piccoli: la magia, l'amore, il sentimento di speranza e di salvezza che stava dietro al momento più atteso dell'anno da molti di noi, sono spariti e c'è rimasta solo la "Lista di Natale", come l'ho sentita chiamare da qualche bambino.
Capito?
Non più la letterina, ma la "lista".
Babbo Natale mica si ringrazia più per quel che abbiamo, per i regali che ci ha portato lo scorso anno, per gli affetti e per la famiglia, no. A Babbo Natale si spedisce la lista.
Babbo Natale mica si ringrazia più per quel che abbiamo, per i regali che ci ha portato lo scorso anno, per gli affetti e per la famiglia, no. A Babbo Natale si spedisce la lista.
E guai se non vengono spuntati tutti gli articoli elencati lì sopra.
E ora un bel luogo comune. Che non è mai stato tanto vero quanto lo è ora.
Mi sono svegliata, stamani, e ho guardato la mia famiglia. L'ho guardata mentre dormiva e mi è sembrato il miracolo più bello che Dio potesse fare per me. Ho ascoltato i loro respiri e ho ringraziato per quello che ho.
Ho anche pensato - e fissato nell'anima, per sempre - che non desidero altro dalla Vita che la loro Vita.
E nella mattinata passata a fare conti sono tornata mille volte col pensiero a quest'immagine. Ho fatto più di un esame di coscienza e mi son resa conto che quest'anno non c'è davvero niente altro da desiderare, nessun regalo di Natale, nessun libro (il mio primo pensiero tra gli oggetti), nessun gioiello (e quando mai), nessun vestito.
Loro.
Loro sono il mio Natale.
E la consapevolezza di essere, con loro, Una Cosa Sola.
Serenità, tanta serenità a tutti voi.
Serenità, tanta serenità a tutti voi.




