Mix & Match - Photo by Steven Meisel Vogue Italia, settembre 1993 |
Ora ditemi se qui non c'è da lavorare con la mente...
So che avete tutti da fare e che c'è poco tempo per leggere post un po' più lunghi delle 1500 battute classiche. Però prendetevi due minuti, oggi, leggete quel post e riflettete.
Può capitare che facciate anche vostra - come io ho appena fatto - questa frase:
[...] non posso che “buttarmi” (che il tempo dei se e dei ma è già finito)
Parliamo di Mix & Match, una tendenza che si applica nell'abbigliamento (ma non solo: vogliamo parlare dell'arredamento nelle nostre case, ad esempio? Lo faremo, lo faremo... ;)) che consiste nel mescolare stili e realizzare accostamenti audaci e sorprendenti, creando uno stile personale e personalizzato.
Osare. Utilizzando il nostro gusto e - spesso - il nostro coraggio.
Questo quello che ci racconta Maria Sarah Papillo su Lapetitdame, con tanto di belle bellissime foto. Ma il suo è un fashion-blog e quelle foto e quei discorsi ci stanno tutti.
foto giacca lana/pelle
Qui al CircoloVizioso le cose sono un po' diverse: io di fashion non mi intendo per niente (ve lo possono assicurare le mamme chic che mi vedono arrivare a scuola la mattina, quando accompagno mia figlia!), però quei discorsi - sull'osare, sul buttarsi, sul raccogliere le cose che ci piacciono tutte sotto uno stesso tetto e accettarle/accettarsi per come sono/si è - li sto nuovamente mettendo in pratica, e il significato di questo nuovo ordine che si sta facendo strada nei miei armadi sta anche qui: nella nuova capacità di fare i conti con me stessa, con quello che sono e con quello che mi piace.
Con quei capi completamente neri che non sento più miei (o che forse non lo sono mai stati), con quelle magliette ipercolorate che non avrei mai voluto buttare (ma che alla fine hanno trovato nuove opportunità di vita), con quei jeans che ancora fanno parte del mio essere.
Riconoscere me e le mie esigenze, i miei diritti insindacabili e le conquiste fatte nel tempo.
Sembra quasi ridicolo scriverlo ma anche queste cose fanno parte delle piccole scelte capaci di cambiare il nostro approccio al quotidiano: sentirsi liberi nei nostri abiti, vestirsi (anche) di coraggio e mostrarsi per come siamo.
E allora ho regalato quell'impermeabile nero "che va su tutto" perché non l'ho mai sentito mio, ho eliminato - con gran gusto - i residui di abiti pre-maman che ancora resistevano "perché anche se sono un po' larghi va beh", ho incenerito quel pantalone a vita bassa che ho sempre odiato "ma siccome ora vanno di moda così"... tutto perché sentivo di doverlo a me stessa, a quella nuova persona che sta riemergendo, un po' come una fenice, dopo diverse lotte e parecchi momenti di stasi.
Ed è tornata fuori quella borsa pazza, stracolorata e con mille tasche che in molti criticavano perché non stava con niente, sono spuntati fuori da un cassetto i bracciali neri di caucciù di mille anni fa, si è materializzato di fronte a me un abitino che da sempre sognavo di avere e di indossare...
I risultati di questo momento di meditazione sono stati:
Riusciranno i nostri eroi? :D
* oh, questo blog sta prendendo una via filosofica che non mi sarei mai aspettata... ;)
foto giacca lana/pelle
Qui al CircoloVizioso le cose sono un po' diverse: io di fashion non mi intendo per niente (ve lo possono assicurare le mamme chic che mi vedono arrivare a scuola la mattina, quando accompagno mia figlia!), però quei discorsi - sull'osare, sul buttarsi, sul raccogliere le cose che ci piacciono tutte sotto uno stesso tetto e accettarle/accettarsi per come sono/si è - li sto nuovamente mettendo in pratica, e il significato di questo nuovo ordine che si sta facendo strada nei miei armadi sta anche qui: nella nuova capacità di fare i conti con me stessa, con quello che sono e con quello che mi piace.
Con quei capi completamente neri che non sento più miei (o che forse non lo sono mai stati), con quelle magliette ipercolorate che non avrei mai voluto buttare (ma che alla fine hanno trovato nuove opportunità di vita), con quei jeans che ancora fanno parte del mio essere.
Sembra quasi ridicolo scriverlo ma anche queste cose fanno parte delle piccole scelte capaci di cambiare il nostro approccio al quotidiano: sentirsi liberi nei nostri abiti, vestirsi (anche) di coraggio e mostrarsi per come siamo.
E allora ho regalato quell'impermeabile nero "che va su tutto" perché non l'ho mai sentito mio, ho eliminato - con gran gusto - i residui di abiti pre-maman che ancora resistevano "perché anche se sono un po' larghi va beh", ho incenerito quel pantalone a vita bassa che ho sempre odiato "ma siccome ora vanno di moda così"... tutto perché sentivo di doverlo a me stessa, a quella nuova persona che sta riemergendo, un po' come una fenice, dopo diverse lotte e parecchi momenti di stasi.
Ed è tornata fuori quella borsa pazza, stracolorata e con mille tasche che in molti criticavano perché non stava con niente, sono spuntati fuori da un cassetto i bracciali neri di caucciù di mille anni fa, si è materializzato di fronte a me un abitino che da sempre sognavo di avere e di indossare...
Abbigliamento e filosofia di vita:
osiamo, se sentiamo di doverlo a noi stessi! *
I risultati di questo momento di meditazione sono stati:
- un positivo svuotamento dell'armadio
- una rigorosa selezione dei capi da conservare - secondo la nota regola "se non lo metti da un anno puoi toglierlo di mezzo"
- tanto spazio in più per respirare!
- tenere sotto controllo la fame da shopping compulsivo (ma tanto a quello ci pensa la crisi, no?)
- far entrare un nuovo capo nell'armadio solo dopo averne eliminato un altro che non uso da un bel po'
Riusciranno i nostri eroi? :D
* oh, questo blog sta prendendo una via filosofica che non mi sarei mai aspettata... ;)
Hmmm, quindi io che esco sempre con le scarpe sbagliate in realtà sto facendo mix&match!
RispondiEliminaQuesti post mi fanno venire in mente una mia parente, che veste sempre di colori neutri ma ogni tanto si compra un maglione rosso, le piacerebbe tanto indossarne uno. Però non ci si vede, poi non lo mette o lo mette una volta sola. E poi lo regala a me. Che sono ben contenta di vestire di rosso, ma mi spiace per lei...
Ecco, sì: OSA!
EliminaSto meditando molto su questo aspetto: da un certo momento della mia vita in poi ho sempre usato colori molto accesi, è in quelli che mi sono sempre sentita a mio agio.
Poi arriva sempre quel qualcuno che ti parla del capo che va su tutto, quello per ogni occasione e via così. Niente da dire sul nero: mi piace, lo uso, lo vesto, quando mi va di farlo. Adoro il bianco e nero, ben dosato. Mi piacciono da matti quegli abiti anni '60 che giocano tutto sugli effetti optical.. avete presente?
Però il nero non è il mio colore di riferimento, nella vita di tutti i giorni. Non più.
La tua parente dovrebbe riuscire a riconoscere il suo colore: magari passando gradualmente per tinte che vanno dal neutro al rosso che le piace: a volte dobbiamo solo trovare la nostra giusta via... :)
E' ciò che ho fatto io quest'estate... un grande repulisti nel mio armadio, tenendo solo le poche cose che adoro indossare.
RispondiEliminaBaciotto
Laura
Sono d'accordo con te sull'osare, anch'io recentemente mi ero prefissata una specie di carpe diem con i vestiti, a volte ci riesco, a volte no... Quella con il mio armadio è una relazione tormentata, spero di arrivare al giorno in cui mi sentirò serena guardandolo e non assalita da dubbi e sensi di colpa come ora...
RispondiEliminaCiao mammaliena, benvenuta!
EliminaSì, credo che quello con l'armadio sia da considerare proprio alla stregua di un rapporto personale. E ancora di più, la materializzazione del rapporto con se stessi: il fatto che ultimamente l'interno del mio armadio - famosissimo fino a un annetto fa per il suo ordine impeccabile (dentro ordine fuori no) - fosse diventato un caos, la dice lunga su quello che era il mio stato d'animo... ma ora stiamo invertendo la rotta e il giorno in cui posterò la foto dell'ordine ritrovato sarà un gran passo avanti!