Questo post di Daniela de Il coltello di banjas mi ha fatto riflettere.
Molto.
E questo è già un bel passo avanti.
[attenzione: post lungolungolungo...]
Molto.
E questo è già un bel passo avanti.
[attenzione: post lungolungolungo...]
Dopo aver passato uno splendido fine settimana, pieno zeppo di affetto e di contatti umani (e poi parleremo anche di questo... :)), ho letto le parole di Daniela, sempre così semplici e sincere, e ho ripensato a quello che mi è accaduto qualche settimana fa.
Mi è capitato - il tutto concentrato in una sola settimana e in modo assolutamente casuale - di incontrare vecchi compagni di università, colleghi di lavoro di vecchia data, compagni di scuola delle medie, addirittura. E poi ho partecipato ad una bellissima e divertentissima Cena dei Ricordi, con i ragazzi della prima superiore, quasi tutti dispersi perché a giugno la classe fu letteralmente dimezzata!
Sono personalmente convinta che le cose accadano solo per caso, che non ci sia un disegno nascosto dietro a tutto ciò che accade ogni giorno nella nostra vita. Ma credo anche che dobbiamo essere NOI a leggere tra le righe, a cogliere i significati, ad apprezzare ed utilizzare quello che ci capita e gli spunti di riflessione che ne vengono.
E i fatti e gli incontri di quella settimana mi hanno fatto riflettere su quanto davvero io sia felice così come sono. Con tutti i miei tanti difetti. E anche coi miei piccoli pregi (che qualcuno ce ne ho, suvvia!)
Nonostante io debba (come la maggior parte delle persone che conosco) lottare con le bollette e discutere ogni giorno per quello che faccio e per come lo faccio, nonostante i piccoli inciampi nel percorso, nonostante le paure e i timori, nonostante quella sensazione che ogni tanto mi prende...
Le persone che ho rivisto in questi giorni hanno avuto una vita diversa dalla mia, alcuni di loro, laureati a pieni voti e in tempi 'quasi normali', si sono poi duramente scontrati con la verità di una università che non ti insegna a lavorare. E sono scontenti di quello che fanno ora, perché hanno dovuto virare e modificare le loro grandi ambizioni e si sono dovuti accontentare di 'un lavoretto' che non era il loro sogno. E si arrovellano il cervello, pensando solo a questo e non ad altro.
Altri, avventurosi pionieri, stanno viaggiando in lungo e in largo per l'Italia, alle prese con idee brillanti già realizzate e da realizzare ma... non hanno altro che quello. E l'hanno realizzato solo ora.
Alcuni poi si lamentano che non guadagnano abbastanza per quanto lavorano (e non hanno mica torto...)
Altri ancora lavorano, hanno figli, consorte, casa, sì, ma...
Il comun denominatore di tutti quanti, insomma, sembra essere la lamentela. Il non essere soddisfatti di quello che hanno perché vorrebbero di più. O di meno. O perché vorrebbero qualcosa di diverso da quello che hanno.
E va bene, se uno vuole lo trova sempre un motivo buono per lamentarsi.
Se uno vuole.
Io ho quello che ho e certo non è tantissimo, a livello materiale.
Nonostante questo non cambierei una virgola di tutte le scelte che ho fatto finora. E sono orgogliosa di essere felice così come sono.
Ho fatto errori che rifarei pari pari, perché da quegli errori ho imparato ad evitare di rifarne. Ho allungato certi tempi e ne ho affrettati altri. Ho fatto ogni volta quello che sentivo fosse il meglio in quel momento per me e per chi mi stava intorno. Certo, mi adoprerò per migliorare, per ridurre i miei difetti, per valorizzare i miei pregi. E sbaglierò ancora, ne sono certa, perché è normale che sia così. Ma lo farò sempre nella certezza di essere nel giusto. In buona, buonissima fede.
Perché quello che ho è frutto di quello che sono riuscita ad ottenere con la mia forza e col mio lavoro.
Quello che ho non lo misuro (e non l'ho mai misurato) in denaro o in titoli.
Quello che ho lo vedo guardandomi allo specchio ogni mattina, osservando dal di fuori la mia casetta, le piccole cose e il grande amore che accoglie.
Quello che ho sono i capelli che si tingono d'argento, la certezza che ogni bacio dato alle persone che amo è dato come fosse l'unico che posso dar loro, la voglia di mettermi in discussione ogni volta che c'è un problema.
E se lo scrivo, qui, ora, non è ovvietà, non è luogo comune.
E' il sincero e sereno pensiero di chi si accorge di quanta felicità abbiamo a disposizione, solo a volerla vedere.
E i fatti e gli incontri di quella settimana mi hanno fatto riflettere su quanto davvero io sia felice così come sono. Con tutti i miei tanti difetti. E anche coi miei piccoli pregi (che qualcuno ce ne ho, suvvia!)
Nonostante io debba (come la maggior parte delle persone che conosco) lottare con le bollette e discutere ogni giorno per quello che faccio e per come lo faccio, nonostante i piccoli inciampi nel percorso, nonostante le paure e i timori, nonostante quella sensazione che ogni tanto mi prende...
Le persone che ho rivisto in questi giorni hanno avuto una vita diversa dalla mia, alcuni di loro, laureati a pieni voti e in tempi 'quasi normali', si sono poi duramente scontrati con la verità di una università che non ti insegna a lavorare. E sono scontenti di quello che fanno ora, perché hanno dovuto virare e modificare le loro grandi ambizioni e si sono dovuti accontentare di 'un lavoretto' che non era il loro sogno. E si arrovellano il cervello, pensando solo a questo e non ad altro.
Altri, avventurosi pionieri, stanno viaggiando in lungo e in largo per l'Italia, alle prese con idee brillanti già realizzate e da realizzare ma... non hanno altro che quello. E l'hanno realizzato solo ora.
Alcuni poi si lamentano che non guadagnano abbastanza per quanto lavorano (e non hanno mica torto...)
Altri ancora lavorano, hanno figli, consorte, casa, sì, ma...
Il comun denominatore di tutti quanti, insomma, sembra essere la lamentela. Il non essere soddisfatti di quello che hanno perché vorrebbero di più. O di meno. O perché vorrebbero qualcosa di diverso da quello che hanno.
E va bene, se uno vuole lo trova sempre un motivo buono per lamentarsi.
Se uno vuole.
Io ho quello che ho e certo non è tantissimo, a livello materiale.
Nonostante questo non cambierei una virgola di tutte le scelte che ho fatto finora. E sono orgogliosa di essere felice così come sono.
Ho fatto errori che rifarei pari pari, perché da quegli errori ho imparato ad evitare di rifarne. Ho allungato certi tempi e ne ho affrettati altri. Ho fatto ogni volta quello che sentivo fosse il meglio in quel momento per me e per chi mi stava intorno. Certo, mi adoprerò per migliorare, per ridurre i miei difetti, per valorizzare i miei pregi. E sbaglierò ancora, ne sono certa, perché è normale che sia così. Ma lo farò sempre nella certezza di essere nel giusto. In buona, buonissima fede.
Perché quello che ho è frutto di quello che sono riuscita ad ottenere con la mia forza e col mio lavoro.
Quello che ho non lo misuro (e non l'ho mai misurato) in denaro o in titoli.
Quello che ho lo vedo guardandomi allo specchio ogni mattina, osservando dal di fuori la mia casetta, le piccole cose e il grande amore che accoglie.
Quello che ho sono i capelli che si tingono d'argento, la certezza che ogni bacio dato alle persone che amo è dato come fosse l'unico che posso dar loro, la voglia di mettermi in discussione ogni volta che c'è un problema.
E se lo scrivo, qui, ora, non è ovvietà, non è luogo comune.
E' il sincero e sereno pensiero di chi si accorge di quanta felicità abbiamo a disposizione, solo a volerla vedere.
Hai proprio ragione Pole è proprio bello quello che scrivi, anche io nonostante tutto sono felice come sono, non potremo mai avere tutto ma bisogna anche gioire di tutto quello che abbiamo. Buona serata.
RispondiEliminaverissimo Pole Pole. Io sono molto in sintonia con il tuo modo di vedere le cose e la vita....
RispondiEliminaquesto post mi è piaciuto molto...è vero...la maggior parte delle persone sono insoddisfatte.....invece è bellissimo apprezzare ciò che si ha....e ciò che si è stati....siamo caduti e ci siamo rialzati e...penso che nulla sia più soddisfacente....un bacione
RispondiEliminaAnnamaria
Essere insoddisfatti e lamentarsi è un lato umano che tutti hanno...
RispondiEliminaVedere oltre queste delusioni e gioire per quello che si ha o che si sta facendo è una sfaccettatura preziosa della nostra anima, non è da tutti riuscire a trovarla dentro di se!
Brava Pole, vai avanti così dando baci che sanno di cuore e di vaniglia...
Ciao cara!
RispondiEliminaDevo dire che sono moooolto d'accordo con la nostra ZUCCHINA in linea di massima...anche se io per filosofia di vita amo più guardare alla "vita" stessa.
Un abbraccio GRANDE! ;o) NI
Condivido appieno quello che hai detto e anche mentre guardo la mia figlia e la mia casa mutuata, ritengo di avere un tesoro inestimabile. Ma io più passa il tempo e più penso che un grande errore nella mia vita l'ho fatto e tu puoi immaginare quale. Una ferita che difficilmente si potrà dimenticare! TVB
RispondiEliminabisogna sempre vivere pienamente quello che si ha...ora e subito senza crearsi troppe aspettative!!!!!! la vita vera è fatta di poche e semplici cose!
RispondiEliminaAnche a me piaci come SEI...
;)