Oggi doveva uscire un altro post.
Ieri sera però mia figlia mi ha raccontato qualcosa che era successo a scuola e il post della mia liberazione per Zebuk è scivolato in un provvisorio secondo piano.
Ci sono cose che vanno raccontate, soprattutto quando tua figlia - che per principio non ti racconta mai niente della scuola - parla per prima.
La premessa: mi sono innamorata di quei bambini e dallo scorso anno vado ogni tanto a leggere loro delle storie, ad Alta Voce. Mi incanto a guardarli, tutti presi dalle vicende dei personaggi, mi diverto a fare piccoli laboratori creativi con loro, a ricostruire le storie, gli scenari, gli oggetti.
Ieri abbiamo iniziato una nuova storia e c'è stato moltissimo entusiasmo, tante proposte e tanto lavoro da fare, tra carta, colori, zattere da costruire, ponti da progettare...
- Mamma, sai, ieri quando è venuto il papà di X lui gli ha fatto vedere quello che aveva fatto per la storia
- Ah sì? Era proprio contento, X, l'ho visto! E allora?
- E il suo papà lo ha guardato e gli ha detto "Che schifo hai fatto".
Devo provare a raccontarvi il gelo che si è impossessato di me?
Ne faccio a meno.
Ma dovevo dirle qualcosa, dovevo parlarle, spiegarle, trovare un motivo, una giustificazione, non poteva rimanere tutto sospeso così, nella sua testolina. Mi sono sentita in dovere di difenderla dalla cattiveria delle persone, ho sentito un dolore forte qui, vicino al cuore e mentre cercavo le parole giuste per spiegarle, lei ha ripreso la parola e mi ha detto, con un filo di voce che poi era intervenuta la maestra e aveva risposto per le rime al genitore, parecchio per le rime... Parecchio.
Ora, faccio una sola, minima, pesante riflessione: cosa vogliamo dare ai nostri figli? cosa desideriamo che loro ricevano da noi? cosa ci aspettiamo che esca da quei bambini, se non diamo loro altro che no?
Questo è molto peggio di un no,quello che ha fatto il genitore è una cattiveria gratuita...
RispondiEliminaè una frase che un bambino si porterà dietro, mina la sua autostima, la sua fiducia in se stesso e nelle sue capacità...
Questo genitore non capisce proprio un cavolo di rapporti , non tra padre e figlio, ma tra persone.
mamma mia che brutta cosa!!!!
RispondiEliminaPovero bambino! Bene ha fatto la maestra a intervenire pesantemente, ma ormai il danno è fatto nel cuore del bambino... Che tristezza.
RispondiElimina...conosco bene questa situazione. Questo distacco, la volontà di ferire un bambino, la mancanza di tenerezza, il limite a guardare oltre... Spero che questo bimbo possa veder colmato altrove il suo bisogno d'amore.
RispondiEliminaEro senza parole, ieri, ho scritto il post di getto, piuttosto furiosa.
RispondiEliminaQuello che allo stesso tempo mi ha fatto montare la rabbia e mi ha lasciato senza risposte è stato sentir pronunciare quelle tremende parole da mia figlia. Le ha dette con rabbia, con un senso di impotenza, come se quell'insulto fosse stato rivolto a lei.
Abbiamo approfondito, poi con calma e mi ha raccontato che l'intera classe si è raccolta intorno al bimbo, verso il genitore.
Sì, il danno è fatto nel cuore di quel bimbo, e forse non era nemmeno la prima volta che veniva trattato così. Però credo - e spero - che vedersi tutti intorno a difenderlo, sentire vicini soprattutto i suoi compagni, lo abbia aiutato molto.
Triste pensare che queste situazioni si possano ripetere chissà quante volte, nella vita di chissà quanti bimbi.
Per come sono fatta io, questa cosa non finirà qui.
Cara Pole, se puoi parla con quei bambini, fai capire loro che ogni storia, ogni racconto, ogni disegno porta con se un valore grandissimo e nessuno, nemmeno un genitore (idiota...) può esprimere su di esso un parere così negativo perchè se lo fa vuol dire che non ha capito e loro, che sono bravissimi, devono aiutarlo a capire...
RispondiEliminaSe lui vuole ascoltare naturalmente!
Grazie Elena. Nei prossimi giorni tornerò a leggere a scuola e vedremo come è stata elaborata la cosa. Ne ho parlato anche con le maestre, ci muoveremo... :)
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