Non è che nel frattempo sono stata con le mani in mano: ho cercato in giro, ho appuntato idee, ho immaginato, sognato, pensato... solo che lo sapete bene, da questo a riuscire a mettere tutto nero su bianco sul blog passa purtroppo un bel po'. Uff.
Il primo traguardo, importante per la mia pigrizia latente, è l'impegno quasi costante di portarmi dietro le amate bottiglie di vetro per prendere l'acqua al fontanello comunale, depurato, garantito e molto meglio di quanto si possa pensare: doppio risparmio, in plastica da non dover buttare e in mancato acquisto di acqua che è un bene comune.
Poi - anche grazie a momentanee mancanze di lavoro, mannaggia - sto investendo del tempo nell'imparare cose nuove, che mancavano al mio bagaglio culturale: da gran studiosa :), dedita all'arte e all'architettura, allo studio appassionato dei caratteri antropologici, alla letteratura e via dicendo... mi sono iscritta ad un corso che parla di fili e trame: tutte donne, solo donne, di tanti paesi diversi, che scambiano saperi, imparano vecchie tradizioni, conoscono nuove realtà, fanno amicizia. Abbiamo appena iniziato col macramè e ci siamo subito catapultate in mille scambi e visioni di quello che si possa fare con dei semplici fili colorati, mentre passavamo all'uncinetto.
E per me è stata una grande rivelazione.
Io che non avevo MAI preso in mano quell'aggeggio apparentemente così semplice, eppure ne ho visti per casa in tutti questi anni, io che avevo guardato quel pezzetto di metallo luccicante con gli occhi pieni di timore reverenziale per la magia ammaliante che produceva meraviglie dalle mani di mamma e nonna, che continuavano a crochettare mentre la loro testa guardava oltre, mentre gli occhi si fermavano sul panorama o sul viso delle persone a loro vicine, io che non mi sono azzardata nemmeno per sbaglio a provarlo, o a chiedere a qualcuno che mi insegnasse... IO ho imparato a usare l'uncinetto! Sono solo alle prime armi, ho una vita ancora da imparare, ma... credo non mi fermerò più! :)
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Fonte: Craftstylish.com |
E allora, con gli occhi fissi sul mio lavoro, la parola che non esce, tanto sono concentrata su quel filo, non so come ma la mia testolina ha ritrovato un ricordo antico.
Nonna riciclava le buste di plastica 30 anni fa, facendomele tagliare in striscioline che non capivo che fine facessero: per la sua nipotina lei aveva inventato un puro esercizio di concentrazione, quel fare una cosa all'apparenza senza senso ma con un fine molto importante. Per sé, nonna aveva trovato chi pazientemente realizzava per lei matasse e matasse di filato, da usare per creare borse troppo belle, porta cose per il bagno, borsellini, teli da mare, tende oscuranti e un sacco di cose bellissime che nei miei ricordi si tingono di colori vivi, luci e ombre filtrate.
Faccio maglie basse e penso. Un bell'esercizio, la manualità: ti riporta a te, ti permette - se 'sto filo entrasse, 'nnaggia! - di rivedere te stessa dall'interno, quello che hai costruito, quello che hai intrecciato finora. A volte puoi anche tornare indietro, sfilare una maglia troppo larga o troppo stretta per quel disegno e ripeterla corretta. A volte no, perché te ne accorgi quando è tardi e decidi che quel lavoro deve andare avanti, errori o no: bello anche con tutti i suoi errori, le inesattezze, le debolezze. Questo il terzo traguardo, che conta molto più degli altri: la serenità nell'ammettere i propri errori. Vi sembra niente?
E voi a che punto siete con la Guerrilla? Cosa avete imparato a ridurre? Quali cose VITALI ha riportato alla luce questa eliminazione del superfluo?
Da piccola, merito di nonna Anna ero bravissima:)) Con la sua pazienza e il suo amore (e costanza) ho imparato a fare sciarpette centrini e presine. Ricordo il punto catenella, il punto basso alto e altri che non ricordo il nome esatto.. Che nostalgia.. ora mi vergogno a dirlo ho dimenticato..sai che è un periodo questo dove anch'io sento la voglia di ritornare a questi gesti nobili e spontanei? ma nessuna delle mie amiche ha tempo o sa qualcosa. Dovrei chiedere a qualche zia o alla vicina di mia madre che è sarta . Mi piacerebbe fare una coperta fatta con tanti quadri di lana e capette di tutti i colori e poi unirli. mia nonna mi ha regalato scarpine , guanti..che belloooo
RispondiEliminaBelle quelle coperte! Stamani mi hanno insegnato a fare una rosa e il pensiero è subito corso al mio vestito da sposa, cucito da mia madre, rifinito con quelle rosine che...
Elimina"che ci vuole a farle? vieni che te le faccio in un batter d'occhi!"
e io lì che la guardavo con gli occhi sbarrati per la velocità con cui andavano avanti le maglie e crescevano i petali...
ora che ho provato a farla da sola, ora che so quanta pazienza e quanti occhi ci vogliano a farle apprezzo - se possibile - ancor di più quella meraviglia che ha creato dal niente per me!
Quando le mani lavorano la testa si svuota.... o riscopre cose dimenticate, o ne mette a fuoco altre che non riusciva a vedere con il troppo pensare.
RispondiEliminaMagnifiche cose la creatività e la manualità.
Buon proseguimento! =)
Dani
Sì, succede proprio così: la testa si svuota e riesce a mettere a fuoco quello che aveva accantonato da qualche parte... :)
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