Che ci chiede di cercarla, di trovarla, di accoglierla.
Che ci chiede di sceglierla, come stile di vita, come modo di essere.
Che ci chiede di fare il primo di una serie di piccoli passi incontro ai nostri SOGNI ed ai nostri DESIDERI...
Certo che un conto è dire che abbiamo scelto di essere felici perché lo vogliamo, perché ce lo meritiamo, perché siamo donne incredibili, con un sacco di doti, perché siamo buone madri, mogli in gamba, lavoratrici che per il loro lavoro darebbero l'anima e blablabla... altro conto invece è confrontarsi coi propri sentimenti, con la propria coscienza e con il proprio essere.
Chi sono io veramente?
Cosa so dare agli altri da meritarmi la felicità?
Queste le domande che mi pongo, da lunedì scorso. E già in quest'ultima domanda c'è un indizio di me. Che metto spesso gli altri davanti. Che metto le mie priorità come ultima cosa. Che mi scordo persino di mangiare, a volte, per fare quello che è meglio per chi mi sta intorno. Che credo spero voglio fare sempre il meglio nelle cose in cui mi impegno. E non è detto che ci riesca.
Non so parlare di quelle che sono le mie doti. Certo, so di averle, so che sono una persona capace e intelligente.
So di avere una certa competenza in alcuni campi.
Come tanti, so di essere una donna con infinita pazienza, testardaggine e caparbietà.
So (e cerco di mettere sempre in evidenza) quanto siano importanti gli affetti nella mia vita; quanto contino l'amore, l'amicizia, l'ascolto.
E certo queste non sono cose che do per scontate, anzi.
Ma mi viene più semplice parlare dei miei difetti. Perché di quelli ne ho a bizzeffe.
E perché - dopo averli accettati - mi hanno riempito di gioie.
Perché la mia ingenuità mi ha regalato tante, tantissime, infinite 'cantonate'. Ma mi ha anche insegnato a dare il giusto valore alle cose. E alle persone.
Perché la mia non certo rara "voglia di superficialità" ha portato i più superficiali a credermi 'troppo superficiale'. Ma è il mio difetto preferito, perché mi regala la felicità di chi sa staccare la spina al momento giusto e godersi le piccole cose fugaci.
Perché la mia lentezza proverbiale mi ha portato a dover rincorrere alcuni treni che andavano presi per forza. Ma mi ha sempre donato una serenità interiore di cui sono fiera.
Perché quando mi metto in testa una cosa faccio di tutto per ottenerla. E anche se questo può sembrare un pregio, a volte può trasformarsi in terribile e assurda testardaggine.
Perché alla fine della giornata di lavoro, torno a casa stanca morta e non mi metto a pulire e ad aspirare. Con grande cruccio della mia amata casetta, che si sente abbandonata a se stessa. Ma con grande felicità della mia famiglia, che organizza in quattro e quattr'otto un doccia-party con relativa annaffiatura del giardino, per unire l'utile al dilettevole. Che almeno una cosa sia fatta. Di quelle mille che dovrei fare.
Tutto sommato, insomma.
Perché mi merito di essere felice? Perché VOGLIO esserlo. Con tutti i miei tantissimi difetti. Che accetto in piena coscienza. E anche INcoscienza.
Te la meriti tutta sì sì
RispondiEliminaanche per me è stato difficilissimo scrivere di questo perchè, come te, mi è + facile parlare dei miei difetti. E se questo da un lato può aiutarci a migliorare, dall'altro ci fa perdere di vista quello che di buono abbiamo..ci voleva la cat per costringerci a pensarci eheh
ti abbraccio stretta cara
bacio
Anto
Per me ti meriti la felicità già solo per il paragrafo sul doccia party.....;)
RispondiElimina