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Ieri sera avevo in mente mille parole per scrivere questo post. Le ho dettate alla mia segretaria interiore, le ho lette e corrette, sistemate con quella voglia di precisione millimetrica che mi sta inseguendo ultimamente (ma tanto non mi prende). Ho dato il mio consenso alla pubblicazione. Poi ho dormito e tutte quelle parole sono scomparse, puff.
Prima di dormire leggiamo sempre, noi tre. A volte anche tutti e quattro. Stretti stretti nel letto di sotto, che è poco più largo, io nel mezzo, la Piccola Meraviglia da un lato e il Piccolo Che dall'altro. Ieri sera era la volta di un libro sui totem indiani e sugli animali guida, fatto proprio per i bambini. Lui che chiedeva ad ogni istante di pausa "e il lupo? cosa fa? e l'aquila?", lei che si scocciava perché faticava a mettere insieme tutte le lettere di quelle parole, con gli occhi già mezzi abbottonati dalla stanchezza e lui che ancora la distraeva. In quasi due mesi di scuola ha imparato a leggere quasi perfettamente, per l'occasione ha voluto anche comprarsi il suo primo giornalino di fumetti, e io la ascoltavo e pensavo a quanto sono fiera di lei. E di lui, che la imita in ogni sua mossa e che grazie a lei conosce già cose che non dovrebbe ancora sapere.
Ci sono giorni in cui mi prende l'angoscia del domani e stento a trovare la giusta direzione, ma per la maggior parte del tempo sto imparando a viaggiare leggera, con la testa ad un solo obiettivo: liberarmi dai fardelli, liberarmi dal rumore.
Ci si riesce, è possibile. E quando la sera ti sistemi tra quei due, in quel letto stretto stretto, in tutto quel rumore che fanno, passa tutto quanto. E vedi la giusta strada.
poi il silenzio finisce per lasciare spazio a risate cristalline. ma sì, per sentirle e gustarle serve che le cose smettano di vorticare intorno.serve la calma.
RispondiEliminae le risate cristalline non sono rumore: sono Vita! :)
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