giovedì 6 novembre 2014

Il mio non-progetto per la felicità.

Mondo

Leggevo su minimo, che come sempre è fonte di belle e profonde riflessioni, di questa cosa del Progetto Per Essere Felici: una di quelle riflessioni che non ho mai fatto, una di quelle domande che non mi sono mai posta. 
io cosa faccio concretamente per essere felice?
Ma poi, alla fine: è davvero necessario fare materialmente qualcosa, per essere felici? 
Leggo, nel frattempo, un libretto che non so come sia finito tra le mie mani (e anche qui le assonanze con minimo ci sono: la serendipity è forte anche al CircoloVizioso!) che dice che la felicità sta nel non essere, nel non cercare:
"[...] non c'è nulla da ottenere e nulla da aggiustare. [...] Solo quando comprendiamo che 'non c'è niente da guadagnare', siamo in grado di venerare ogni cosa, ogni persona, ogni momento come fine in se stesso, non come un mezzo in funzione di un qualche scopo personale."
[Lo zen non serve a niente! Barry Magid]
A lei ho risposto che "è un po’ come quel discorso del viaggiare per andare in vacanza: c’è chi non vede l’ora di arrivare a destinazione, per sentirsi davvero in vacanza, e chi invece c’è già appena inizia il viaggio"; continuo questo percorso alla ricerca del non cercare, sulla via dello zen. E intanto scrivo punti  su punti del mio Non-Progetto Per La Felicità.

Ricomincio
tutto
da capo.

Imparo sulla mia pelle questa importante lezione di vita: la Vita si muove, cambia, non deve mai rimanere statica e uguale a se stessa. Pena la morte. Accetto.
Mi si apre un mondo di ottimismo, di libertà, di sorrisi e anche di rinuncia, ma vivo come non mai. Nonna lasciava la responsabilità di tutto alla sua amata Provvidenza, confidava e si affidava a lei, ma sapeva benissimo che dietro a quella Provvidenza c'era il suo fare quotidiano, mai fermo, mai immobile, anche quando stava seduta a pensare.

Quinta elementare, tanti anni fa. Volli fortissimamente volli frequentare un corso sperimentale di inglese, a quei tempi mica esisteva nelle scuole. Come fosse ora, quella frase a fine corso rimbomba nella mia testa:
You mustn't sit and wait, you must stand up and make things happen.
Regola numero uno: Aspettare inermi non è una soluzione.

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polepole

Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
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