di quello che vogliono trasmetterci attraverso la tv, che ormai a casa nostra è solo un soprammobile spento da spolverare (ogni tanto)
della nausea che tutti
di tette e culi che 'meritano' più del cervello
di quanto - in una discussione quasi al limite del paranormale che ho avuto con mio padre - ci siamo trovati per una volta concordi su una cosa: "coscienza nazionale? what's?"
Il problema sembra essere questo.
I favoritismi ci sono sempre stati, ne siamo più che certi. E di sicuro son sempre stati un atto sbagliato per principio.
Ma magari esiste un limite entro il quale certe cose possono essere sopportate arginate e isolate.
Superato quel limite, entra in gioco l'amor proprio, il sentirsi "cornuti e mazziati", la rabbia che ti sale quando ti rendi conto di non avere più un briciolo di orgoglio (personale e non solo) che ti faccia dire
ORA BASTA
E quello che mi fa più rabbia, come mi è venuto da dire da Owl, è che io questa Italia la amo tantissimo, così com'è, coi suoi difetti e con tutti i suoi mille pregi.
Perché ce ne sono di pregi, credetemi.
Ci sono le persone, quelle di tutti i giorni, che lottano col mutuo e con la crisi, quelle che (a volte) sono costrette come tutti a scrollare la testa e a tirare avanti, perché alla fine del mese ci sono le bollette da pagare e il poco tempo che ci rimane non ci si può permettere di spenderlo tutto a sognare un mondo migliore (ma se non ce lo facciamo da noi, questo mondo migliore, chi crediamo che sia lì pronto a farcelo?)
Ci sono quelli che hanno il coraggio e la forza di fare piccoli passi e c'è anche chi ammette che non se la sente proprio. C'è chi si butta in piazza per protestare e chi preferisce dire la sua per altre vie.
Anch'io a volte penso a come potrebbe essere la nostra vita fuori di qui, fuori dalla mia Italia, provo ad immaginare un mondo perfetto dove i meriti sono stabiliti su basi diverse da quelle a cui vorrebbero farci abituare.
Ma non posso sopportare l'idea di dovermi allontanare da un luogo che amo e dalle persone a cui sono legata solo perché in un altro luogo le cose potrebbero essere diverse.
Senza niente togliere a chi vuole provarci, a chi l'ha fatto e magari ora sta molto meglio di me.
Voglio essere io a decidere della mia vita e di quella dei miei figli, finché non saranno in grado di farlo da soli
Voglio essere io a stabilire le regole della mia vita e a proporre e a portare avanti piccoli miglioramenti per il bene di tutta la comunità in cui vivo
Voglio darmi da fare partendo dal piccolo, perché è seguendo questa strada che credo si possa ottenere qualcosa
Perché è a piccoli passi che si costruiscono le grandi cose, sono le goccioline di cui parla Owl che a lungo andare e tutte insieme possono dare fastidio, sono i piccoli moti di rabbia interiore che danno forza alle riflessioni di Pentapata che fanno sobbollire gli animi, sono le risposte attive e costruttive a far sì che venga fuori la voglia di reagire.
E allora, noi nel nostro piccolo, forse, faremo qualcosa. Ma qui, nel nostro paese, nella nostra realtà grande appena lo spazio di 6000 anime, più o meno. Insieme a chi in questa Italia sputtanata ci crede ancora, nonostante tutto.
E magari anche questa gocciolina servirà a scrollare di dosso quel senso di impotenza galoppante che si legge sui visi della gente, quella uguale a noi.
E allora, noi nel nostro piccolo, forse, faremo qualcosa. Ma qui, nel nostro paese, nella nostra realtà grande appena lo spazio di 6000 anime, più o meno. Insieme a chi in questa Italia sputtanata ci crede ancora, nonostante tutto.
E magari anche questa gocciolina servirà a scrollare di dosso quel senso di impotenza galoppante che si legge sui visi della gente, quella uguale a noi.
io non me ne vado, e qualcosa farò perchè sono arrivata al limite: devo capire ancora cosa.
RispondiEliminaciao pole. intanto questo è un post all'unisono, che rispecchia insieme il malcontento e l'entusiasmo di tutte noi. siamo alla frutta. te lo dice chi, come te e come tutti, fa fatica, fatica a lavorare, fatica a pagare le bollette, fatica a tirare avanti. chi si sente in colpa per non garantire quello che i figli meritano perchè economicamente non può permetterselo, chi si cuce i vestiti perche a volte non può comprarli(ma quanto costa un made in italy??) e chi si arrangia ogni giorno per fare quadrare i conti. quello che dovrebbe essere nostro, perchè ne abbiamo diritto, quindi di lavorare di vivere degnamente perchè ce lo siamo guadagnato con studio e sacrificio viene speso senza ritegno e senza rispetto da chi l'italia dovrebbe rappresentarla. uno schifo. ma io, come te, con mollo, non vado via, non lascio il sud per il nord per lavorare di più magari togliendo il posto ad un collega che , al nord e come me, ha sudato tanto per arrivare dove è arrivato, non lascio le mie bambine, non lascio il mio mare. qualcosa cambierà, mi auguro..e presto. un abbraccio
RispondiEliminaio ho deciso di cominciare rivendicando tutto quello che mi spetta, cioè se l'impiegato non fa per me quello che dovrebbe mi incazzo glielo dico mi appunto il suo nome e mi faccio chiamare il capo se non c'è mi faccio dire il nome e scrivo. Sono stufa di sopportare mi dicono " tu non sbagli mai?" certo che sì, ma non voglio subire lasciare correre solo perchè forse magari un giorno qualcuno sarà indulgente con me. Sbaglio? cazziatemi CHE COSI' MIGLIORO!!!
RispondiEliminaPole, intanto grazie per questo tuo post!
RispondiEliminaIo, come ho risposto da me, ho pensato spesso di andarmene.
Prima di avere Di eravamo già mezzi pronti, casa in trattativa per essere venduta e valigie sempre fuori. Il mio compagno poi è un esterofilo, vorrebbe provare, per poi tornare arricchito (di esperienza eh, per carità... che a soldo mi sa che tutti i paesi son messi uguali)
Poi è nato DI, e ci ha sconvolto la visione della vita. Un po' andarsene significherebbe farlo crescere lontano dal paese dei suoi genitori, dall'altra c'è il cruccio che avrà vita dura.
E allora rimango. Ma devo fare qualcosa. Che sia solo andare in comune a mettere la mia firma contro la legge elettorale, sia unirmi appena posso a chi manifesta in piazza.
Una cosa però mi da assai fastidio. E' che di persone che pensano che i giochi di potere siano "normali" sono tanti. Anche qui, in ufficio con me, non si perde occasione per scagliarsi contro il governo, ma quando c'è da far qualcosa per migliorare le nostre condizioni di lavoro ti abbandonano al triste destino di parlare da sola. Per far smuovere qualcosa bisogna toccare gli interessi personali. Qui da noi purtroppo l'appartenenza alla patria è un sentimento "poco" diffuso. Ogni balla con sua nonna, come si dice da noi.
Io ci voglio credere però. Perchè la tua frase è ESTREMAMENTE VERA: se non ci pensiamo noi (che alla fine SIAMO questo paese, non ci pensa nessun altro!
Grazie ancora per questo scambio!
Anche io sto vivendo questa sensazione. Ma non ho mai pensato di andarmene dall'Italia.
RispondiEliminaOggi sono andata a firmare per il referendum.
Abbiamo poco potere. Non dobbiamo lasciarci sfuggire nessuna occasione!
Ma io mi domando come abbiamo potuto arrivare a tanto? Lasciarci sopraffare così...
RispondiEliminaEd ora, quello che mi fa rabbrividire a dismisura, sono le nostre adolescenti che come massimo ideale hanno quello di diventare "veline" o "escort" per avere tutto e subito con zero sacrificio e fatica!
Stamattina alla radio sentivo di una di queste ragazze, appena uscita da uno scandalo e assunta da un'emittente nota, per leggere le mail a "solo" 2.500 euro la settimana... Che amarezza... Che amarezza...
Ciao Pole Pole, sono allucinata anche io, specialmente dopo un certo video di una certa "signora" che praticamente istiga alla prostituzione! La signora in questione forse quando dovrà farsi curare un dente o, le auguro di no, peggio, andrà da un dottore e una dottoressa che sicuramente sono lì solo perchè hanno dato mazzette o usato il loro corpo per arrivare. E allora voglio vedere.....
RispondiEliminaIn un solo video (che ho visto per caso e nemmeno tutto, perchè mi sono rifiutata, fosse per me la tv uscirebbe da casa, mi mette l'ansia....) è riuscita ad offendere più persone lei che tutti gli altri parassiti della società che hanno parlato finora: donne, persone brutte, disoccupati, precari.....Per me ognuno è veramente libero di usare le proprie parti del corpo come crede, infatti non mi scandalizza il fatto che lei e tante come lei lo facciano, sono affari loro! ma il problema è che poi vanno a ricoprire posti in cui invece occorre una preparazione (vedi posti pubblici) e quello incide anche sulle nostre vite, allora mi inc....
Un medico non può esercitare senza specializzazione, perchè a fare un ministro o un assessore, magari in settori strategici ci stanno persone non adatte?...
Io vorrei andare via perchè non mi ritrovo, nè mai mi sono ritrovata nella mentalità italiana, non tanto perchè vanno male le cose; abbiamo una storia dell'unità nata basandosi sulla rapina e sulla forza, lungo è il cammino...
Per contro secondo me tutto questo indignasrsi secondo me potrebbe essere una spinta verso una certa consapevolezza di se stessi. Il cambiamento parte da tutti noi, "la Storia siamo noi" dipende dai nostri gesti quotidiani, dai nostri obiettivi, dal nostro "guarire"....
quello che si può fare facciamolo.
E spegniamo la tv, che vedo che le persone più serene e che realizzano cose buone spesso l'hanno spenta da un bel pezzo.....
Grazie a voi, amiche mie, x quello che scrivete!
RispondiEliminaQuesto sfogo è stato utile, sia come scambio di opinioni sia per capire meglio in che mondo viviamo... oddio, mica perché da questo blog passi il mondo intero: solo perché ho avuto la conferma di quello di cui già ero sicura.
Singolarmente, siamo persone piene di pregi. Ovvio, abbiamo noi tutti i nostri bravi difetti, ed è bene così, anzi: il perfettino non mi è mai andato a genio. Però abbiamo anche tanta volontà e tanta voglia di crescere e di darci da fare, nonostante tutti, chi più e chi meno, chi raramente chi più spesso, cadiamo tutti nella tentazione di abbandonarci al tentennamento della testa e al pensiero che "non c'è niente da fare".
Ma il bello del discorso è tutto lì, in quel FARE, che secondo me esiste. In quel piccolo quotidiano con cui tutti abbiamo a che fare.
Sempre nell'ambito del nostro discorso, leggetevi cosa dice Alberto, uno che a me piace tanto, per come scrive, per come pensa e per come FA: http://albyok.altervista.org/pensoscrivo/archives/2048
La penso come lui per quel che riguarda le manifestazioni di piazza ed i grandi scioperi. Non perché io consideri chi scende in piazza uno che non ha voglia di lavorare ma perché spesso accade che molti, non dico tutti, partecipino solo per cambiare routine.
E allora preferisco manifestare direttamente agli interessati, con modi meno 'pubblicitari' ma che ottengano un effetto in tempi più brevi. E se c'è da protestare all'ufficio tal dei tali lo faccio, m'indigno e dico la mia. Anche se apparentemente non sembro una così.
Come dice Pentapata: "cazziatemi che così miglioro". Dovrebbero scriverlo insieme a "stiamo lavorando per voi"... :)
p.s.: e non si tratta solo degli immediati interessi personali: c'è qualcosa di più, che spinge a lavorare sul piccolo per ottenere qualcosa di più grande...
Una cosa come un'altra: i parcheggi rosa, li avete presenti? quando li ho visti spuntare nel mio paese mi sono talmente stupita che ho scritto una mail di complimenti al sindaco. Poi qualche giorno fa ne ho usufruito, tutta fiera e orgogliosa... ma ne parleremo in un post, che è meglio! :)