Appuntamento col Writing Tuesday da un'idea di silbietta |
Il Rossino.
I piccoli occhietti verdi così vicini tra loro, che ti guardavano ma non ti vedevano e andavano per la loro strada.
La sua pelle, bianca e lucente come ragnatela appena tessuta, tirata sul suo corpo striminzito, che sembrava che da un momento all'altro si strappasse.
Le lentiggini che gli riempivano ogni centimetro quadrato del viso, il naso, fino e allungato, che lo faceva simile ad un Pinocchio.
E chissà, forse lo era davvero.
Se ne stava a mattine intere nella piazza, sotto gli antichi pini, col suo giubbotto fosforescente, e dirigeva il traffico del paese. Sì, proprio il "traffico": gli anziani che si facevano, estate e inverno, la loro passeggiata mattutina, le mamme e le tate con passeggini e carrozzine, i nullafacenti che spostavano la loro fatica di panchina in panchina. E poi chi passava di lì per lavoro, col cellulare all'orecchio, le scartoffie in una mano, le chiavi della macchina nell'altra, le borse chissà come incastrate tra le dita per non perdere un attimo di vita...
Salutava tutti, il Rossino.
Per tutti, tutti, c'era un "ciao bimba, buona giornata!".
E quando incontrava chi era più vecchio di lui borbottava un po' intimidito un "b-buongiorno" che sapeva di latte e caffè. "Poco caffè, che fa male", diceva. E sembrava si intristisse, dopo averlo detto.
Le leggende sulla sua storia si sommavano. Nessuno sapeva realmente chi fosse, cosa facesse, perché fosse così... 'svitato'. Per tutti era solo il Rossino. Quello che ti dava il buongiorno ogni giorno, appena uscivi di casa e ti immergevi in quel circo di acrobazie senza rete e giocolieri prestigiatori che toccava superare per arrivare a sera.
E tornare a casa, dalla tua famiglia.
Il Rossino era lì ad aspettarti ogni mattina. Col suo barattolo pieno di pinoli, che coglieva uno alla volta nei prati sotto gli antichi pini, passando la giornata. Col suo "buongiorno!", il suo sorriso e il suo profumo di latte e caffè, con le sue domande strambe da parole crociate senza schema.
Come la sua mente.
Dove forse tutto questo vivere intorno era davvero un circo.
Un grande, immenso circo, pieno di persone animali cose in ordine sparso.
Lui, allora, doveva essere il direttore.
Quello che ordinava gli oggetti, li raccoglieva in gruppi e li organizzava per grandezza.
E poi li mostrava al grande pubblico che girovagava intorno a lui, senza meta: anziani, mamme e tate, nullafacenti e lavoratori.
Sì, doveva essere proprio così: lui era la sola persona al mondo cosciente della vita, del tempo, dello star bene, del 'come dovevano andare le cose'. Perché gli altri, persone animali cose in ordine sparso, sembravano girovagare senza rendersi conto di ciò che era davvero importante: il buongiorno, il sole, i pinoli, le parole crociate senza schema.
"Buongiorno a voi, mio pubblico! Buona giornata!
Niente trucco niente inganno, oggi: il sole splende, i pinoli sono stati raccolti, le parole crociate senza schema tornano, come sempre..."
Al Rossino del mio paese, con tanto affetto
bellooooooooo :)
RispondiEliminaMa è bellissimo pole!!! :)
RispondiEliminaBellissimo , davvero....
RispondiEliminaQuesto Rossino esiste davvero? Bello da parte tua avergli dedicato questo pensiero...
Ma grazie bimbe! :)
RispondiEliminaSì, il Rossino esiste davvero. Ha i capelli color carota e gli occhietti piccoli piccoli. E' proprio lui, è così come l'ho descritto... ed è una delle certezze di questo paese, uno di quei personaggi sopra le righe come ce ne sono tanti in tutti i luoghi del mondo...
Mi è piaciuto tanto averlo descritto così, mi sa che ci riproverò con altri tipi strani di qui (e ce ne sono tanti, lo ammetto...), chissà che non ne venga un bel quadretto tipico?