venerdì 19 febbraio 2016

Alzarsi e partire

Alzarsi e partire
Ci sono giorni in cui hai bisogno di staccare la spina dopo solo un'ora di lavoro. Quella pratica proprio non la sopporti e ci giri intorno, leggi e rileggi lo stesso testo e non capisci cosa ci sia scritto, guardi i disegni e non riesci a vederli, sai che non ti interessa proprio (ma questo pensiero lo pensi e lo rimandi subito indietro: sei una professionista e il tuo cliente lo devi far sentire curato e coccolato!) e che non hai voglia, ora, di pensarci con tutta te stessa.

Lo interpreto come un segno e stacco la spina, apro la mia lista dei blog preferiti e trovo erbaviola e il suo Amor fati. Non perdete tempo, leggetevi questo post, perché a me in pochi minuti ha dato la spinta giusta per prendere quelle decisioni per cui da troppo tempo sto logorando fisico e anima. Magari può farlo anche con voi.
Amor fati: "È più profondamente l’amare incondizionatamente il proprio fato dopo essersi impegnati in scelte e percorsi personali, cercando la strada verso la verità, la propria personale e unica strada nel mondo. Una ricerca che può portare a momenti di caos, a momenti d’ombra, a periodi in cui tutto sembra essere sbagliato, specialmente se le decisioni passate e quello che abbiamo lasciato sembrano una perdita incolmabile."
Sto davvero rimettendo tutto in gioco, in questo periodo, tutta la mia vita: non i miei valori certo, ma tutto il resto sì. Ho molto combattuto per arrivare a certi traguardi, alcuni li ho raggiunti, altri no perché, in corsa, mi sono resa conto di quanto poco importasse quel "pezzo di carta" in mano ma non nel cuore. 
Nessun passo è inutile. Gli anni passati a studiare le sudate carte non sono stati anni persi, anche se il finale non è stato - non è ancora stato? lo sarà mai? - quello che tutti si aspettano.
Studiare, fare pratica professionale, impegnarsi in prima persona in certi progetti, tentare un certo tipo di ricerca, proporre un certo progetto e farlo con l'entusiasmo giusto per portarlo a termine facendo felice anche il cliente, mi è servito per diventare quella che sono, e realizzo che non ho bisogno che qualcuno (sulla cui cultura umana, tra l'altro, nutro forti dubbi) mi conceda un foglio di carta con qualche numero, qualche parola, qualche firma, per sapere cosa sono e dove sono. Gli ambienti accademici italiani purtroppo sono davvero quelli da cui fuggire, a quanto pare, sono davvero quelli che insabbiano e infangano e soffocano e avviliscono la vita e la passione vera delle persone. Ma questo post non vuole parlare di università, non voglio che paia una replica della storia della volpe e di quell'uva troppo acerba da cogliere.
Fare pace con il fatto che ci si è creati le condizioni per fare quello che stiamo facendo e vivere come stiamo vivendo è fondamentale per essere felici.
Le parole di Grazia, belle forti, serie, intelligenti e dritte al punto, mi arrivano mentre fingo di scrivere una relazione per sanare lo stato attuale di un edificio che non mi è mai piaciuto. Poco male, l'importante è che quella bruttezza assoluta sia in regola (ma lo dico col cuore: vorrei buttarlo giù a colpi di ariete tanto è inguardabile e invivibile).

Finisco di leggere il post e torno all'edificio, Ma intanto penso: sto iniziando a far pace con me stessa, per arrivare a questo è servito ogni mio passo, nel bene e nel male, per arrivare a questo è servito anche ZenBuk e il poter affrontare i problemi usando il mezzo a me più consono: la lettura. Anche questo passo non è stato inutile. Un altro tassello, nel mio personale puzzle della Vita.
Sto iniziando a far pace anche col fatto che "mi sono creata le condizioni per fare quello che sto facendo" e che sto continuando a crearmele, ogni giorno, con ogni mia azione e ogni mio pensiero, in un loop continuo, perché sono sempre più convinta che non si smetta mai di imparare e che non siamo fatti - almeno io - per fare una sola cosa nella vita. Si chiama multipotenzialità e me l'ha spiegata meglio la mia amica gattonero.

E sto iniziando a far pace anche con la parte di me che non voleva muoversi fisicamente: l'#OperazioneUnPassoAllaVolta procede e la primavera che sta arrivando promette bellezze da godersi, Un Passo Alla Volta.
Nessun passo è stato inutile, nemmeno questi. Forse soprattutto questi.

C'è ancora molto da dire? Sì, c'è da parlare di un libro che ho iniziato più di una volta ma che non sono mai riuscita a terminare (non era il suo momento, lo so):
"nel nomento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti non sarebbero mai avvenute" [Goethe, Le affinità elettive]
Goethe mi aspetta, una volta ancora, per riprovare a spiegarmi la sua idea. Le sue affinità elettive sono quello che serve in questo momento, mi auguro: sono il pezzetto in più, la conferma che ogni passo non è stato inutile, dovunque abbia portato. 

Alzarsi e partire, dunque, ora. 
Impegnarsi a fondo e desiderare intensamente, compiere il proprio destino, che è quello che nel profondo desideriamo di più, con più forza.
Ho deciso: abbatterò quell'edificio, convincerò i proprietari che non lo meritano così brutto, che la loro vita vale molto di più!

2 commenti:

  1. Da quanto scrivi intuisco che siamo colleghe, di lavoro, di percorso di studi e di scelte di vita...
    Capisco perfettamente quello di cui parli e questa dicotomia fra il nostro pensiero e i desideri dei committenti. Scelte difficili da compiere, ora son curiosa di sapere se riuscirai a convincerli ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In parte lo sto già facendo... ma zitta zitta, aspettiamo di mettere tutto nero su bianco... ;)

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Grazie per aver lasciato un commento alle mie parole!
In questo modo nell'archivio dei vizi rimarrai anche tu, con le tue parole, col tuo pensiero, con la tua mente... e magari così verrò a trovarti anche io e chissà che non ne nasca una nuova amicizia...!!!
polepole

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