lunedì 1 gennaio 2018

2018, l'anno della Bussola


“Se non sai dove vuoi andare
poco importa che strada prendi.”
(Stregatto)

Non ha tutti i torti, lo Stregatto, vero?
Bello che ogni mio post (o quasi) cominci con una citazione da un libro. Sono quelle che mi danno di più, forse per la passione che ho per la lettura, forse perché nei libri trovo sempre quello che stavo cercando: una risposta. Funziona un po' come per i ching, che basta tu gli faccia una domanda e hai la tua risposta. Dopo devi solo capire come interpretarla.
« Esamina dapprima le parole,
medita tutto ciò che esse intendono,
le norme fisse allora si palesano.
Se tu però non sarai l'uomo giusto,
a te il significato non si svela. »
(I Ching[1])
In effetti non è proprio così semplice. Con le citazioni dai libri invece, tutto pare è più facile. Che ci vuole, in fondo, a sapere dove vuoi andare? Che ci vuole? Facile, no? Basta saperlo.
Già.

Il 2017 è stato un anno difficile per me, fatto di tante illusioni, alcuni pentimenti, moltissimi castelli di carte, sorprese e rivelazioni che a volte sono state positive, a volte no.
Ma tutto, proprio tutto lungo questo percorso, è stato importante. Fondamentale per poter fare il passo successivo.
Lo scrivevo anche qualche giorno fa, prima di Natale, preparando la nuova agenda, quella di un nuovo anno tutto ancora da scrivere, e riprendendo alcune
frasi scritte da Zelda per la presentazione della sua 365di2018.
Pensieri che mi hanno colpito, parole che mi sono piaciute, riflessioni che mi hanno dato risposte e suggerito soluzioni:

In questi ultimi mesi ho scoperto che tutto quello che pretendiamo per la nostra vita può essere capovolto come l’8 che scrivevo forsennatamente. Ero colpita da quanto la nostra insaziabile ricerca di risposte non contemplasse mai l’ipotesi (non dico la certezza) che buona parte di queste fossero già dentro di noi.

Leggendo la sua presentazione mi rendevo sempre più conto, ad ogni sua parola, di quello che avrebbe dovuto essere il mio obiettivo, per questo 2018 appena iniziato.

Rendermi conto di quello che era già dentro di me, prendere coscienza di chi sono e di dove sto andando.
Ritrovare il mio obiettivo.
Ritrovare la direzione.
Recuperare la mia personale Bussola.

Strano a dirsi, lo capisco solo ora: questa parola, Bussola, mi tornava in mente spesso, girottolava nei pressi dei miei pensieri, si allontanava per poi tornare a far capolino. L'ho trovata spesso nelle mie ricerche sul web, mi ha sorriso aprendo i libri che leggevo con i miei figli, si è fatta riconoscere nel mio lavoro, nei momenti più impensati.

"Trovare la propria strada è un compito che può impegnarci per un’intera esistenza, questo però non significa che non dovremmo sforzarci di avere ogni giorno maggiore consapevolezza su ciò che desideriamo davvero e su quale direzione intendiamo intraprendere per ottenerlo."
(qui, in un post molto interessante di EfficaceMente.com)

Certo, non è semplice. Certo, può davvero volerci una vita intera. Ma se non ci proviamo, se non mettiamo in moto questo desiderio, questa necessità di consapevolezza, che senso ha, davvero, la vita? Non diventa più un sopravvivere che un vivere?
Conviene, serve a qualcosa o a qualcuno vivere una vita senza scopo, senza la chiarezza di una direzione da percorrere? Non che mi senta una sbandata, certo che no, non che abbia una vita fatta di niente al momento, meno che mai. Ho così tante cose in ballo, sono così presa da mille idee e opportunità (anche troppe), che non esiste il niente, in questa testolina.
Solo che a volte può capitare di perdere l'orientamento e può anche capitare di non accorgersene, perché sei talmente "portato" dagli eventi che hai momentaneamente perso la capacità di governare la nave in modo autonomo, ecco.

Quello che devo mettere a punto, chiarire ancora meglio, è il mio personale Ikigai (ne avevo già parlato qui), quello su cui devo indagare e approfondire è la mia destinazione, il mio obiettivo, le mie passioni più profonde.

Un esercizio interessante si trova qui, lo ripropongo in breve:
  • Fai una lista delle costanti della tua vita
  • Ordina la tua lista
  • Trova un nesso tra le costanti della tua vita

Per quanto possa sembrare sorprendente, in realtà i pezzi del puzzle sono già tutti sul tavolo della nostra vita, dobbiamo solo avere la pazienza di ricostruire il disegno complessivo.

Leggendo poi questo articolo ho pensato molto al viaggio fatto fino ad oggi. Ho avuto modo di valutare, di ponderare, di meditare. Ho capito di aver fatto passi avanti e anche errori, certo, e ho capito che tutto torna e arriva al momento giusto.

Questo post sta diventando un monologo interiore troppo lungo per catturare l'attenzione di chi legge. Credo che il passo successivo sia dividere questo mio percorso e raccontarlo in tappe. Magari può essere un esercizio positivo anche per altri, di sicuro non sarà troppo lungo e noioso da leggere tutto insieme.

Sappiamo che la nostra bussola interiore punta nella direzione giusta quando non c’è disparità tra ciò che pensiamo, sentiamo, diciamo e facciamo. Cioè quando i nostri valori, scopo e azioni sono allineate.
(qui, ne riparleremo prossimamente)


Siccome questo progetto durerà un anno intero, siccome ho intenzione di portarlo nella mia vita di tutti i giorni, in parte si trasformerà in fatti concreti e in pagine di agenda (sì, quella da cui è partito tutto 'sto sproloquio 😏)!

Primo passo allora è quello di trovare immagini simboliche e dimostrative, no? Appunto qui qualche link che potrebbe servirmi in futuro, in questo mio viaggio di ricerca di riconoscimento della mia personale bussola:

Che sia per tutti voi che leggete un anno importante, fatto di momenti illuminanti, di opportunità da vivere, di considerazioni su cui meditare.
E che - per chi la cerca - sia l'anno in cui sia possibile riconoscere la propria direzione!

4 commenti:

  1. ciao Pole, in questa vita ho decisamente imparato a leggere i fallimenti come possibilità di nuove esperienze. come bussole appunto che ci indicano la direzione sbagliata prima e poi quella giusta, proprio in virtù del fallimento. i castelli di carte..ben vengano, se questo significa fare dei bei sogni:)

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    1. in tutto questo dimenticavo di farti tanti auguri di buona anno:)

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    2. Più che ai fallimenti penso alle illusioni e alle delusioni, penso alle persone a volte troppo ottimiste come me, a quelle per niente obiettive (sempre come me), a cui capita di immaginarsi proprio quei castelli di carte lì, quelli dei sogni. Il problema non è tanto nel sognare, quanto nel crollo che devi sapere che può aspettarti dietro l'angolo: da quel punto di vista devo ancora rafforzarmi, sì! :D
      In realtà non credo ai fallimenti, nel vero senso della parola. Spesso il fatto che uno non riesca a raggiungere il proprio obiettivo non dipende dall'aver scelto una meta troppo ambiziosa quanto dagli avvenimenti che capitano lungo il percorso, che ti fanno cambiare strada, che ti insegnano che magari il tuo obiettivo non era proprio quello che desideravi tu ma qualcosa che ti arrivava dall'esterno.

      Comunque sì, ben vengano i sogni: se non se ne fanno, se non si punta in alto, sparisce buona parte del gusto del provarci! :)

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    3. Buone nuove opportunità anche a te, Katia! <3

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Grazie per aver lasciato un commento alle mie parole!
In questo modo nell'archivio dei vizi rimarrai anche tu, con le tue parole, col tuo pensiero, con la tua mente... e magari così verrò a trovarti anche io e chissà che non ne nasca una nuova amicizia...!!!
polepole

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