Ancora una volta Mamma Felice riesce a stupire le sue agguerrite partecipanti alla Caccia al Tesoro con una prova a dir poco splendida: Caccia ai comfort Food.
Una caccia alla ricerca di tutti quei cibi che, un po' come le madeleines di Proust, riportano al passato e ci danno una coccola ed un abbraccio nel momento in cui ne abbiamo più bisogno...
Mamma Felice ha parlato dei suoi ricordi, legati alla sua nonna Pina ed alle polpette alla menta (di cui voglio assolutamente la ricetta, Barbara, perché devono essere troppo buone! anzi, saranno quelle che voglio vederti portare alla nostra cena!!!) eh eh, sei stata precettata! Alla faccia della dieta!
Anche i miei comfort food sono quasi tutti legati a mia nonna... dei tanti e tanti cibi con cui mi vizio ho già parlato qui, ma devo dire che quando ho letto il post della nuova prova della Caccia al Tesoro, la prima cosa che mi è venuta in mente sono state le foglie di borragine fritte che preparava nonna Iolanda e con le quali ho imparato a mangiare anche l’acciuga (che non è mai stata fra i miei preferiti...).
Direi che si tratta di uno stuzzichino, ma spesso per nonna Iolanda diventavano un piatto unico: semplici, povere, veloci. Mia nonna non navigava certo nell’oro e una delle immagini che mi sono rimaste più impresse, tra i tanti ricordi che ho di lei, è la sua figura in controluce, minutina, secca secca, con quei capelli bianchi d'argento, col barattolino delle acciughe ed il cartoccio delle foglie appena raccolte, indaffarata davanti alla padella per friggere le foglie di borragine: questa preparazione era quasi un rito, e veniva fatta con una cura maniacale per il dettaglio: un po' come nella cerimonia del tè, tutto doveva avere sempre il solito tempo, la stessa sequenza, e ogni cosa - man mano che mi affiora stamani questo ricordo - contribuiva a farti calare in un'atmosfera di coccola...
Questa la ricetta (con tanto di rito, da seguire alla lettera):
- la pastella, fatta con farina, acqua e un pizzico di sale (chiaramente q.b., in modo da formare una cremina della consistenza del gelato sciolto... ma come mai le nonne non danno mai delle quantità precise? uff, che poi devi provare mille volte prima di riuscire ad avere la stessa cosa...) doveva riposare almeno un’ora coperta sempre col solito tovagliolo bianco e rosso, che ho sempre visto stinto e consumato,
- le foglie di borragine (raccolte rigorosamente la mattina presto nei campi intorno casa) venivano pulite con un cencino umido (“mai lavate, guai! altrimenti perdono sapore!”), poi farcite con un filetto di acciuga sott’olio, arrotolate, fermate con uno stecchino, infarinate leggermente e passate nella pastella
- Scaldato al punto giusto l’olio (solo extravergine d’oliva, perché era quello buono, pugliese, che faceva mia nonna), si tuffavano le foglie e si facevano colorire per bene
- Poi, sistemate per benino sul piatto, con tanto di carta gialla sotto per togliere l’olio in eccesso (ma che brava cuochetta!), venivano portate in tavola ancora fumanti (quelle che rimanevano, perché se ero io a portarle...!).
Non so, forse era la prima sensazione di croccante, accompagnata al morbido delle foglie e della pastella, che arrivavano dopo, ed al salato aggressivo dell'acciuga a creare quell'effetto 'sorpresa' che ti portava a mangiarne una dopo l'altra, forse era il caldo fumante ed il profumo che saliva su, forse era la presenza di mia nonna, assittata accanto a me su quella sua seggiolina col cuscino a fiori, che mi diceva: "come sono? sono buone?"...
Fattostà che il ricordo di quelle foglie è una delle cose che più mi dà felicità al solo pensiero... e le faccio e le rifaccio, quando trovo le foglie di borragine al mercato (e qualche volta, quando le ho viste in mezzo ai campi, sono anche scesa di macchina per andarle a raccoglierle...), e sono buone, sì, buonissime, mi mettono allegria e riscaldano la giornata, ma la bella sensazione che mi davano quelle di nonna non riesco proprio a ricalcarla...
Peccato che questo non sia il periodo in cui si trova la borragine nel pieno del suo sapore (in primavera, certo, è tutta un'altra cosa), prometto che se nei prossimi giorni la trovo, la preparo e posto la foto! Intanto bisogna accontentarsi di una foto (trovata sul web) dei suoi bellissimi fiori blu...
... fiori che nonna raccoglieva e sistemava in tutta la casa, fiori che ricamava sugli asciughini, che usava come decotto (scopro solo oggi che la borragine è famosa fin dall'antichità perché "ha fama di svegliare gli spiriti vitali (Plinio (non so se il Vecchio o il Giovane): 'Un decotto di borragine allontana la tristezza e dà gioia di vivere')" [fonte: Wikipedia], fiori che - insieme al ricordo delle sue frittelle - contribuiscono alla sua memoria.
Mi sono fatta un'immagine di lei che le prepara ogni volta che la penso, anche nel posto in cui si trova ora... le va a raccogliere la mattina presto, che tanto lei si alza all'alba, col vestito nero coi fiorellini rossi ed il fazzoletto in testa, e poi le prepara, tante, calde e fumanti, per tutti, che tanto la Provvidenza ci aiuterà!
Ed è uno dei migliori antidolorifici in mio possesso.
Per questo ricordo, bellissimo e chiarissimo nella mia mente, ringrazio davvero tanto Mamma Felice, che in una giornata che non partiva bene mi ha dato un pensiero felice ed un profumo che mi accompagneranno per tutto il giorno...!
Questa ricetta è una di quelle da portare assolutamente alla Cena dell'Allegra Compagnia di fine estate, che si terrà il 30 settembre, quando tutti saremo ormai tornati dalle vacanze e - rientrati in ufficio, a casa, in cantiere -, avremo bisogno di un bel comfort food da assaporare tutti insieme, allegramente in compagnia, per ricordare le vacanze appena trascorse e farci un po' di "coccole gastronomiche", magari con i sapori portati con noi dalle vacanze (un curry saporito, o la feta greca per le insalate, il pecorino sardo col miele...), in vista dell'autunno e dell'inverno che verranno...
Non per vantarsi... :-)))... Ne ha parlato anche Mamma Felice qui... e se non è una garanzia lei...!!!
Ancora riguardo alla borragine: ATTENZIONE però, su Wikipedia leggo anche che si consiglia di non utilizzare le foglie di borragine perché contengono sostanze tossiche...
E' bellissimo questo ricordo, mi sono proprio commossa.
RispondiEliminaGià ti ci vedo a mangiare la borragine mentre la porti a tavola :)
eh eh, in effetti... è più forte di me, non c'è niente da fare...!!!
RispondiEliminaPole pole tu mi stupisci sempre, addirittura una citazione di Plinio! (assai gradita). è la prima volta che sento di questa ricetta, penso addirittura che sia la prima volta che sento parlare di fiore e foglie di borraggine. Ma mi metto in moto per chiederle ai fruttivendoli, la tua ricetta mi ha stuzzicato l'appetito nonostante io non ami il fritto.
RispondiEliminaCi sono un sacco di pareri discordanti sulla borragine, non si sa più a chi dare retta!!!!!!!
RispondiEliminaPer la raccolta sto elaborando diverse opzioni appena deciso metterò il link.
Ciao PolePole a presto!!!!!!!!!!
ciao polepole per il momento ho scritto nel mio blog che parteciperò alla Cena.
RispondiEliminahttp://acasadiclara.splinder.com/post/20967652/da+Polepole_Invito+a+Cena+dell
ciaoooo
@ mammadicorsa: no no, io di Plinio l'ho solo letto su Wikipedia... in realtà di quest'uomo (Plinio il Vecchio) so solo che era presente durante l'eruzione del Vesuvio e la tragedia di Pompei (79 a.c. ... mi sbaglio?) e, un po' mi vergogno a dirlo, me lo ricordo non tante per averlo studiato a scuola (di sicuro, il prof. di storia era uno pedante!) ma perché ho letto un libro che mi è piaciuto tantissimo e che ne parlava...!!!
RispondiEliminaComunque anche io non amo il fritto, ma queste frittelline, credimi, ti mandano su un altro pianeta da quanto son buone!
@ stefi: sì, avevo letto già qualcosa, forse proprio da te... penso però che, con tutto quello che ci fanno respirare di cancerogeno... almeno le foglie di borragine fritte sono buone!!!
@ acasadiclara: Ciao, grazie x aver accettao l'invito, ti ho già risposto sul blog, aspetto tue notizie, a presto!
A Montaione (Fi) i fiori della borragine si friggono. Dopo aver lavato e asciugato i fiori si passano in una pastella di farina, acqua e un pizzico di sale. Si friggono in olio bollente e si spolverano con zucchero semolato. Sul blog Tuscany Holidays Montaione vi è il video con l’esecuzione della ricetta realizzata da Luciana Masi titolare del celebre ristorante Casa Masi: http://tuscanyholidaysmontaione.blogspot.it/2013/06/fiori-fritti-fried-flowers.html
RispondiEliminaMa grazie! Vado subito a curiosare... :)
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