Chi di noi non ha tenuto un diario?
Quello di scuola, spesso, dove - mescolati ai compiti e alle note - scrivevamo le nostre gioie e i nostri dolori, le cose che ci colpivano e quelle che di noi lasciavano il segno sugli altri... le foto appiccicate qua e là, i biglietti di quel pomeriggio al cinema, i voti più belli... pagine di scrapbooking che nemmeno sapevano di esserlo... (almeno nel mio caso)
Ai miei tempi la corsa al diario era diventata una vera e propria gara, prima di scoprire la mitica Smemo, che mi ha accompagnato per tanto e tanto tempo, in seguito.
Quello che ricordo con più affetto era Il diariaccio, che comprammo insieme, io e la mia amica per la pelle delle superiori, in una cartoleria un po' dubbia, con dietro al bancone un ometto che sembrava venir fuori da uno di quei film dell'orrore...
Ho provato a fare qualche ricerca sul web ma sembra non esistere più: era un diario fatto di pagine di carta gialla (quella da macellaio, per intendersi), con la copertina di vero cartone ondulato, e aveva stampata in copertina una facciaccia stile giapponese da far paura!
La cosa bella di quel diario era proprio il fatto di averlo comprato uguale, io e la mia amica: il gioco era quello di vedere come due diari identici si sarebbero trasformati a fine anno scolastico.
Noi due, così diverse, così unite.
Noi due, con tante idee in testa e tanta voglia di provare e sperimentare
Noi due, che avremmo seguito in futuro strade tanto diverse...
Ritrovarlo oggi, questo diario,
sfogliarlo e rileggerlo,
è stato come ripercorrere un pezzetto della mia vita:
oggi quelle due ragazzine sono ancora amiche, anche se le loro strade le hanno portate a due vite completamente diverse e anche fisicamente lontane
ma è rimasto il telefono ad unirci
è rimasto un nuovo diario che ci scambiamo periodicamente per raccontarci e leggere delle nostre vite così diverse
sono rimasti i ricordi del passato e quello che ancora oggi è rimasto in piedi, di quei ricordi (anche il mio maritino è tra quei ricordi, pensate!)
Se in queste riflessioni c'è da trovarci un senso, lo voglio vedere tutto nella forza di un'amicizia che non si perde nel tempo. Nella voglia che ancora c'è di vedersi, di parlare, di trovarsi e ritrovarsi. Oggi, ancora diverse, forse ancora di più, ma con l'entusiasmo di quando eravamo piccole e molto meno esperte di vita. E non che ora lo siamo così tanto, eh!
Se in queste riflessioni c'è da trovarci un senso, lo voglio vedere tutto nella forza di un'amicizia che non si perde nel tempo. Nella voglia che ancora c'è di vedersi, di parlare, di trovarsi e ritrovarsi. Oggi, ancora diverse, forse ancora di più, ma con l'entusiasmo di quando eravamo piccole e molto meno esperte di vita. E non che ora lo siamo così tanto, eh!
Bellissimo post e.... CHE BELLEZZA IL DIARIO!!!!!
RispondiEliminaPensa che il primo post in assoluto che ho scritto sul blog della civetta parla proprio del mio AMORE FOLLE per il diario segreto e di come il fatto di aver ricevuto come regalo dai miei genitori il primo diario a 6 anni abbia condizionato il mio amore per la scrittura!
Io il diariaccio non me lo ricordo,peccato... ma la SMEMO è INCANCELLABILE nela mia memoria!!
bello bello bello questo post! io di diari scolastici ne ho avuti tanti, ma la smemoranda è quella rimasta nel cuore...l'ho conservata fino a poco tempo fa,
RispondiEliminaIo non riesco ancora a buttarle, nonostante tutte le fasi-decluttering da cui sono stata attaccata... :D
EliminaMadaiiiii, il Maritino risale a tempi diarici? Incredibile, io avrò cambiato più mariti di Liz Taylor, dai bei tempi...
RispondiEliminaEd io me lo ricordo, un diario con pagine di carta da macellaio. Non ricordo il jap in copertina, e non mi tornerebbero nemmeno i tempi, che se tu eri al liceo io ero già sposata, ma... chissà, forse una versione vintage?
Chissà, Dani! No, il maritino risale ai tempi universitari, mentre il diario era forse dell'ultimo anno di superiori...
Eliminastiamo comunque parlando del giurassico, se non mi sbaglio, vero? ;)