Così fu, che al mio caro “omino del cancello”, stamani, sotto un’acquerugiola noiosa e uggiosa, da sotto l’ombrello, con un sorriso un po’ timido, regalai una copia delle Favole di Esopo.
La situazione è stata, come immaginavo, piuttosto imbarazzante: io che cercavo di spiegare cosa fosse un blog, come avessi saputo di questa iniziativa, perché volevo regalare un libro proprio a lui, proprio sotto l’acqua e proprio oggi... lui che mi guardava, incredulo e sorridente, poi guardava il libro, poi riguardava me... alla fine però mi ha ringraziato, ha apprezzato il gesto e mi ha annunciato che uno di questi giorni andrà in biblioteca per iscriversi ad un corso sull’uso di internet, perché vuole capire meglio questa cosa del ‘blog’!
La mia scelta è andata su un classico, perché la mia nonnina mi raccontava queste favole quando ero piccola, le animava per me realizzando i pupazzetti di stoffa del pastore, della volpe, del topo di città e del topo di campagna, della lepre e della tartaruga...
Credo che siano favole che tutti dovrebbero conoscere, per quanto sono vere e sempre attuali.
Sarà poi che gli animali protagonisti hanno dei tratti così simili a tante persone che conosco... sarà che davvero a volte mi riconosco in quella volpe che aveva a che fare con l’uva acerba ;-)), sarà che il topo di campagna e il topo di città mi son sempre stati così simpatici...
Ringrazio ancora Alberto, che ha avuto quest’idea originale e aspetto di vedere l’evoluzione di questo evento: mettendo da parte la timidezza e l’imbarazzo, è stato divertente fermarsi dieci minuti a parlare con il mio caro omino, mi ha fatto capire che spesso potremmo fare qualcosa di buono per gli altri, se non altro fermandoci e donandogli il nostro ascolto, ma anche per noi stessi, che corriamo corriamo e... ma dove andiamo???
Dopo tutto, come diceva la tartaruga, “non serve correre, basta partire in tempo!”