6) progettare e imparare a farlo da chi ne sa più di me...
Ho sempre pensato che le cose si debbano imparare non solo sui libri ma ‘sul campo’, mettendo le mani in pasta, sudando sette camicie, coinvolgendo tutte le nostre capacità e non solo il saper spiegare a parole quello che si è studiato.
Questo pensiero vale per tutto quello che nella vita ci può essere da imparare:
vale per le tabelline
vale per la pasta frolla
vale per la storia degli aztechi
vale per il saper presentare il proprio lavoro agli altri
vale per i temi a scuola (e non solo a scuola)
vale per il cambio di un pannolino
vale per l’imparare a progettare qualcosa che non sia solo bello a vedersi ma anche utile ed utilizzabile da coloro a cui è destinato.
Questa foto l’ho scattata a Zanzibar, durante la nostra luna di miele.
Questa foto è “felicità”, per me, perché mi ricorda i bellissimi momenti che abbiamo passato in quella splendida isola.
E’ felicità perché è stata un’occasione per scoprire un mondo diverso e un modo diverso di vivere.
E’ felicità perché ho trovato conferme ‘sul campo’ di qualcosa che sui banchi di scuola (e su quelli dell’università) nessuno mi aveva mai insegnato e che sentivo forte nel mio modo di pensare: quando si progetta è fondamentale, è vitale, conoscere la realtà in cui si va ad intervenire, conoscere le persone che utilizzeranno il nostro progetto, conoscere le condizioni in cui si dovrà operare.
E spesso per imparare a conoscere queste cose basta affidarsi alle persone.
Quelle ‘normali’, quelle di tutti i giorni.
Ora mi devi spiegare le tabelline su quale campo ed in quale isola esotica le hai studiate...
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