Noo, polepole è tornata alla grande, in gran forma (oddio...) e con tanta voglia di fare!
E allora, per l'appena nata raccolta de I Pesti Possibili, vi racconto la storia del nostro SalCondito del CircoloVizioso, per rompere il ghiaccio e farvi capire che non c'è niente di così complicato da fare se non trovare il tempo per condividere (perché la voglia so già che l'avete!)
È una ricetta che ho rielaborato a modo mio da quella semplice semplice di Giulia, che parla non solo di Toscana ma anche ditutto quello quel poco che riesco a coltivare senza farlo morire. È il nostro SalCondito, che regalo nelle occasioni speciali e che fa la parte da leone nelle mie "patate viziose" e nel "salmone al forno alla moda mia". È la storia della mia prima seduta di aromaterapia home-made, nata per caso e diventata il mio comfort-moment:
È una ricetta che ho rielaborato a modo mio da quella semplice semplice di Giulia, che parla non solo di Toscana ma anche di
Ci sono giorni che chiedono a gran voce Tempo per te e per i tuoi pensieri, giorni che vogliono a tutti costi trovare il bandolo della matassa e si annodano ancor di più se non concedi loro il giusto tempo per pensare, giorni che hanno bisogno di sedersi al tavolo e crogiolarsi nella memoria, accompagnati da una musica gentile e da profumi buoni.
È nata così la mia prima seduta di aromaterapia preferita: il mortaio tra le mani e quelle erbe appena tagliate dalle piante, il sole che scalda, fuori, e io lì, persa nei pensieri. Unico suono, il canto degli uccellini. Poetico, eh? Più che altro, vero.
Non accade spesso che mi svegli così presto al mattino, non accade spesso che sia tormentata dai pensieri e che non riesca proprio a tenere gli occhi chiusi. Esco fuori, allora, e colgo l'occasione per potare quelle piante che chiedono da tempo di essere curate (oh, lo sta facendo anche la mia anima, forse...): ci sono il rosmarino, la salvia, l'origano fresco, il basilico e il peporino ad aspettarmi.
Sfrondo i rametti, li accompagno con amore, cerco di dare alle piante una forma, srotolandomi lungo quel pensiero invadente, che vuole solo trovare la mia parte peggiore per far festa. Raccolgo tutto - anche me stessa - respirando l'aria pulita del mattino.
È il momento di pulire i rametti con un panno umido, di sfogliarli e raccogliere aghi e foglioline nel mortaio, di aggiungere il sale grosso, quello integrale.
È il momento di pestare tutto quanto, di pensare e meditare.
Il pestello gira e scava e pesta. Il profumo sale subito al naso e manda via i cattivi pensieri: stavolta ho usato più salvia del solito e lei si fa sentire, rilassandomi i nervi all'istante. Ho deciso, ho trovato la soluzione a quel problema, era semplice tutto sommato, bastava pensarci su, bastava...
Ecco, basta poco. Non è detto che si debba trattare di un pesto vero e proprio, di quelli da usare solo e soltanto sulla pasta... quello che deve esserci è la vostra storia. O quella del moroso. O quella di quel ragazzo che un giorno...
Allora che fate, ci raccontate del vostro pesto e del vostro mortaio? ;)
Quindi, fammi capire, in realtà il titolo dovrebbe essere "i pestelli possibili", o "i mortai possibili"? Quindi se preparo la carta pesta pestandola è uguale? Beh dai, magari pestiamo qualcosa di commestibile!
RispondiEliminaIn effetti anche le mie ave lombarde (delle valli sopra Como, ai piedi dei monti che fan da confine con la Svizzera) forse pestavano gli aromi col sale... anche se penso che li tritassero con la mezzaluna: mia mamma ha un tagliere della sua nonna, uno strano tagliere molto spesso, con dentro una conca scavata dalla mezzaluna a furia di tritare aromi. Ed in effetti per la mezzaluna è molto comodo. Ma anche per tagliare l'anguria senza che rotoli in giro!
Anche il mio tagliere inizia ad avere le sue prime conche... e ne sono fiera! :)
EliminaDici ci siamo già viste? Chissà.... Intanto ti ringrazio x essere passata dal blog! Bacini
RispondiEliminaSì, come dire... un deja-vu? :)
EliminaGrazie anche a te di essere arrivata al CircoloVizioso!