a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.
Fanno tanto, le mani, soprattutto quando sono le mani di persone che hanno il raro e prezioso dono della creatività, quelle persone instancabili che sanno come usare le mani per creare meraviglie.
Mani che lavorano veloci, mani che corrono svelte sulla tavola e danno vita a piccoli tesori da gustare. Mani candide di farina, spoglie di anelli per lavorare senza indugi. Mani di rughe di vita, macchiate dal tempo e dal lavoro, mani consumate e piene di vita.
Mani che hanno piantato, lavato, zappato, cucito, estirpato, imbiancato, ricamato, cucinato, strizzato, arato, macellato, raccolto, accarezzato, cardato, rivestito, murato, spaccato, dipinto, sepolto. Mani che hanno spento fuochi, con tenacia e disperazione. Mani che hanno costruito recinti. Mani che hanno sfogliato pagine e nascosto segreti.
Mani mai ferme.
Se penso alle mani di mia nonna le ricordo così: è uno dei ricordi più cari di quando ero bambina e con lei imparavo l'arte delle orecchiette.
O quando mi insegnava a cucire e creava per me mille animali con gli avanzi di stoffa.
O quando raccoglievamo erbe nella macchia, insieme, e mi insegnava a distinguerle.
O quando bruciava le carte nel camino e scaldava quella cantina fredda di paese in attesa della cena.
O quando la aiutavo a raccogliere e seccare i fichi e a riempirli di mandorle.
O anche quando pestava col suo mortaio.
O quando mi insegnava a cucire e creava per me mille animali con gli avanzi di stoffa.
O quando raccoglievamo erbe nella macchia, insieme, e mi insegnava a distinguerle.
O quando bruciava le carte nel camino e scaldava quella cantina fredda di paese in attesa della cena.
O quando la aiutavo a raccogliere e seccare i fichi e a riempirli di mandorle.
O anche quando pestava col suo mortaio.
Fanno tanto, le mani, soprattutto quando sono le mani di persone che hanno il raro e prezioso dono della creatività, quelle persone instancabili che sanno come usare le mani per creare meraviglie.
Voglio che i miei figli imparino da quelle mani, anche se non hanno potuto conoscere la loro bisnonna, voglio che arrivi a loro quel fremito che le teneva sempre vive.
Oggi seminiamo erbe e rastrelliamo il prato. Oggi togliamo le erbacce. Oggi grattiamo il tavolo del portico e lo dipingiamo di nuovo. Oggi - se riusciamo a fare tutte queste cose in tempo - lavoriamo vasetti col das per regalarli a Natale.
Oggi, 21 settembre, usiamo le mani.
Oggi, equinozio di un autunno che nelle nostre menti è ancora estate.
Felice di averti incrociato grazie al commento che hai lasciato da me. Quanto mi piace quello che scrivi!
RispondiEliminaGrazie mille, Daria! Felice anch'io!
RispondiElimina