Ecco, questa è proprio una di quelle cose che mi fanno uscire dai gangheri.
La classica uscita di chi razzista ci è nell'anima. E non ditemi di no. Rischio di scatenare una polemica ma questo proprio non l'accetto.
Situazione: attendo paziente la bidella per ritirare i miei bravi buoni-pasto*; lei ha da fare, sì, tra i bambini che arrivano col pulmino e le maestre che le chiedono mille cose.
E' una tipa simpatica, la bidella. Una di una certa età, coi capelli corti e la faccia tonda e allegra.
E non ditemi che si chiama "operatrice scolastica", perché a me sta più simpatica se la chiamo così: è una di quelle figure della mia bellissima infanzia che non voglio scordare, e io 'bidella' non l'ho mai visto come un dispregiativo.
Insomma, arriva un ragazzo, probabilmente tunisino, che molto educatamente chiede, in un non perfetto (ma comprensibilissimo) italiano, se il pulmino è già passato e se l'autista ha lasciato qualcosa per lui.
La bidella scrolla la testa: "io non ho capito niente di quel che hai detto". Si gira dall'altra parte.
Il ragazzo mi guarda sconsolato.
Allora lo spiego io, alla bidella: la sua bimba, il giorno prima, ha dimenticato lo zainetto sul pulmino e lui aveva cortesemente chiesto di lasciarglielo a scuola, di farglielo riavere, per piacere (sue parole).
Ma la bidella fa orecchie da mercante, lei non sa niente, non ha visto niente e non può sapere tutto quello che succede.
"Che vada a sentire al parcheggio dei pulmini", dice rivolta a me, con l'acidità che le è arrivata alle stelle.
Il ragazzo, che comprende l'italiano, ringrazia e se ne va.
Io aspetto ancora i miei buoni pasto, le faccio vedere il bollettino pagato e lei, la bidella, mi risponde: "ah, io non sono razzista, eh, ma questi arrivano qua, prepotenti come sono, e vorrebbero che tutti ascoltassero solo loro e le loro lamentele e noi che stiamo a lavorare e loro invece sono a giro a non fare niente e io non sono razzista ma certa gente proprio dovrebbe starsene a casa sua".
Mi viene dal cuore di risponderle che non mi sembrava fosse stato tanto prepotente, il ragazzo, che le ha chiesto gentilmente e per piacere se fosse possibile rintracciare l'autista, che ha ringraziato... (e non mi sono dilungata troppo sul fatto che lei avesse avuto un comportamento molto maleducato e arrogante e presuntuoso e incivile)
Ma la bidella risponde che "lei non è razzista, sono loro che..."
Spero solo che fosse inacidita da altre sue questioni personali, quel giorno, la bidella.
* (ah, lo sapete? la PM mangia al "rittorante dellaccuola" ed è ben contenta di farlo!!!)
proprio ieri pensavo a me cercando di mettermi in discussione sui miei pregiudizi...ma questa è un'altra storia...
RispondiEliminaTi dico solo che mentre aspettavo di essere chiamata per uno stage in una ong (no dico ONG, diritti umani, integrazione ecc tanto per chiarire meglio il seguito) ho lavorato in un negozio vicino piazza Vittorio a Roma, non so se hai presente, è considerata una periferia al centro di Roma che a partire da Veltroni cercavano di riqualificare senza snaturarla dalla presenza di molti stranieri, anzi considerandolo valore aggiunto ecc... Cmq io lavoravo li, facevo le pulizie, la spesa per la titolare, mi occupavo di qualche cliente (quelli stranieri che mi chiedeva di cacciare ed io indirizzavo in negozi migliori :'( ) e portavo l'incasso settimanale in banca proprio sotto i portici di piazza Vittorio. Insomma tre mesi infernali, in cui tornavo a casa piangendo per il modo in cui parlava degli immigrati e arrabbiata per come leccava il culo a certi cinesi coi soldi. Io provavo a parlargli ma ero solo la ragazzina cattolica piena di buone intenzioni che non conosce la vita...che frustrazione a ripensarci. Ovviamente lei non è razzista sono loro che sono di un'altra razza...grrrr....
E' questo il punto.
RispondiEliminaSONO LORO, IL PROBLEMA.
E non parlo degli immigrati, parlo delle persone che si chiudono come ricci appena avvistano da lontano una faccia appena appena diversa dalla loro.
Tranne quando la stessa faccia si presenta con la copia dell'estratto conto, allora tutto va bene, tutto è perfetto, tutto è speciale e peace & love e vojamocibbene.
Di storie così ce ne saranno a quintali, come quella della tizia con la puzza sotto il naso che si fa costruire il palazzo con tanti appartamenti, "da affittare esclusivamente a persone italiane, perché con quegli altri si sa come va a finire"
E lo sapete come è andata a finire? che li ha affittati davvero solo a italiani, "per carità, non gente del sud, eh"
E però ancora aspetta di riscuotere gli affitti, è in causa con tre per una serie di danni e il suddetto palazzo è diventato il simbolo dell'inciviltà in tutto il paese.
E meno male che ci abitano solo italiani.
Cara Pole... Come stai? E la panza??? Quanto manca ancora???
RispondiEliminaIn quanto all'argomento trattato, non basterebbero tonnellate di parole per descrivere certe situazioni a cui a tutti è capitato di assistere.
Dico solo che è molto più facile essere "razzisti" che "comprensivi"; non ricordarci che molti nostri nonni sono stati emigranti; molto meglio ergersi su un piedistallo di arroganza che pensare a quante difficoltà stanno affrontando molti di loro...
Poi, per carità, è vero che ci sono emigranti cafoni e pretenziosi di tutto... Ma ci sono anche molti italiani maleducati ed ignoranti...
Primi fra tutti quelli con dei grandissimi SUV e gambe sanissime che parcheggiano sovente nei posti riservati ai portatori di handicap! Ancora non ne ho trovato uno che non fosse italiano! Chissà come mai...